Gli eroi del lavoro a rischio: operai e manager che comprano le aziende fallite e diventano padroni. Rischiano, come in questa storia a Bologna

L'ultimo caso alla Gazzotti, in provincia di Bologna. Una vera eccellenza mondiale nel settore della produzione di parquet, fallita per effetto della Grande Crisi. E comprata all'asta da chi lavorava al suo interno

operai che comprano azienda

OPERAI CHE COMPRANO AZIENDA

Non è la prima storia di questo tipo e non sarà sicuramente l’ultima.  In tutte le regioni italiane, di fronte a una crisi, una Grande Crisi, che non finisce di mordere e colpire i più deboli, abbiamo tanti operai, quadri, dirigenti, che invece di piangersi addosso si inventano qualsiasi cosa pur di rilevare in prima persona la società, rischiare e ripartire da zero.

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GAZZOTTI CASTELMAGGIORE

Un episodio di questo genere si è appena verificato a Castelmaggiore, in provincia di Bologna. Qui dal 1910 la Gazzotti viene considerate una fabbrica da eccellenza del made in Italy, un format di grande successo e innovazione. I suoi prodotti, parquet e derivati, sono stati venduti in tutto il mondo, con un fatturato che ha superato i 24 milioni di euro, e con margini di guadagno stellari.

Poi è arrivata la Grande Crisi. Forse sono stati fatti alcuni errori di valutazione nella gestione della società, forse non è stato chiaro dal primo momento quanto la situazione fosse pesante, fatto sta che la Gazzotti si è avvitata sui suoi problemi fino al fallimento. Con un danno enorme non solo per le famiglie degli operai e di tutti i dipendenti, ma anche per il territorio, dove la società ha sempre rappresentato un punto di riferimento in termini di occupazione e di benessere.

Una volta finita nel tunnel della Grande Crisi, con un fatturato crollato a 4 milioni di euro ogni anno, la Gazzotti non poteva che ritrovarsi fallita. Con il solito stillicidio che segue a situazioni di questo genere.

OPERAI CHE DIVENTANO IMPRENDITORI

Dopo qualche tempo, finalmente la società è andata in asta, ed è stata aggiudicata a un prezzo di 1 milione e 75mila euro, impianti compresi. Ma chi ha comprato? Ecco la sorpresa: a vincere la gara sono stati i manager e gli operai della società che si sono uniti in una cooperativa. E dove hanno trovato i soldi? Chi poteva ha messo sul tavolo anche i suoi risparmi, ma dietro la sollecitazione del sindacato e degli enti locali della zona, Legacoop ha garantito un prestito bancario che ha consentito di sbloccare la situazione. Adesso Gazzotti riparte sotto la proprietà di 18 manager e di un gruppo di operai. Riparte e torna sul mercato per riconquistare la sua posizione e restituire il suo ruolo alla zona. Racconta Andrea Signoretti, dal 1991 direttore operative della Gazzotti e oggi alla guida della cordata che ha rilevato la società: “Si tratta di una scommessa che dovevamo fare, questa è una società che ha sempre avuto successo sul mercato e prima o poi il mercato deve riprendersi. Poi sono stati fatti anche degli errori che cercheremo di riparare. Ma quello che conta è che oggi la Gazzotti è più viva che mai, e gioca la sua partita”.

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DIPENDENTI CHE COMPRANO L’AZIENDA IN CRISI

Gli operai, i manager, i quadri che rischiano in prima persona per acquisire società dove hanno lavorato, imprese che poi sono fallite o sono sulla via del fallimento, meritano una grande attenzione. Sono i nuovi eroi del lavoro, nel momento in cui il lavoro è diventato così precario per migliaia e migliaia di persone. Sono come gli artigiani, gli operai, i piccoli commercianti, che negli anni del boom economico lanciarono il guanto della sfida e segnarono la storia economica e sociale del Paese. Sono i protagonisti di un nuovo miracolo economico, non certo in attacco e in crescita come quello degli anni Cinquanta e Sessanta, ma in difesa (innanzitutto del lavoro) come in questo periodo. E perciò ancora più degno di ammirazione.

(Nell’immagine di copertina, i 18 ex dipendenti della società in liquidazione fallimentare che hanno acquistato l’azienda – Fonte: Il Resto del Carlino)

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