Dal legno di scarto alle opere d’arte: è la creatività dei pazienti della Fondazione Stella Maris

Fenicotteri, animali fantastici, ricci e pesci smaltati ad addobbare un giardino con creatività e colore. Una speranza di rinascita, nelle creazioni dei piccoli pazienti della Fondazione Stella Maris, fatte con legno di recupero

Opere d'arte con legno recuperato Fondazione Stella Maris

Pezzi di legno levigati dal mare o raccolti nel bosco, scarti di falegnameria e materiale di recupero che diventano opere d’arte, grazie alla creatività dei pazienti dell’Unità operativa 2 Urgenza Psichiatrica della Fondazione Stella Maris, ospedale ad alta specializzazione per la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza a pochi passi da Pisa. Pesci, fenicotteri rosa, ricci, coccinelle, tartarughe, granchi e animali fantastici diventano i protagonisti di composizioni fantasiose, piene di colore e ben integrate nel contesto circostante, quello del giardino dell’Istituto stesso, di cui addobbano gli alberi.

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OPERE D’ARTE CON LEGNO RECUPERATO FONDAZIONE STELLA MARIS

«Ricicliamo tutti gli scarti che troviamo – spiegano gli educatori in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Fondazione– i legni portati dal mare, gli avanzi di lavorazione di falegnameria, i legni trovati per caso nel nostro parco o vicino casa, quelli offerti dai giardinieri che curano gli alberi del parco dell’ospedale – per ridare loro valore e senso in altre forme».

Un po’ come nel processo di cura: illuminare le ombre, tirare fuori talenti nascosti e nuove abilità, coltivare la rinascita in forme differenti senza dimenticare le storie alle spalle. Con speranza e positività. Un’esperienza unica che coinvolge gli operatori ed insieme a loro, in prima persona, gli adolescenti ricoverati, dietro la quale c’è un lavoro di gruppo rigoroso e meticoloso. La prima fase è una vera e propria decisione collettiva sul soggetto della scultura da realizzare, e poi si passa alla realizzazione pratica, andando avanti per prove ed errori: il legno, di forme e dimensioni tutte diverse, viene posizionato sul tavolo e si cercano le combinazioni per creare la forma, come un puzzle. A mano a mano, così, si intravede l’idea così come ognuno se la immagina nella mente, e a volte ne esce una creazione anche migliore di quella pensata. Quando il soggetto è convincente e mette tutti e tutte d’accordo, viene fissato con chiodi, viti e bulloni, per poi passare all’ultima fase, quella della colorazione. Tuttavia, l’opera appena realizzata non viene mai colorata completamente, lasciando il legno principale “al naturale”: una scelta ben precisa, per evidenziarne la naturalità, la sua storia, le radici. «La colorazione – aggiungono- è un atto importante, non meno della costruzione, poiché viene data ad ogni tonalità un’importanza di risonanza emozionale. Infatti, si cercherà un’armonia cromatica che meglio si addice a quel soggetto».

Opere d'arte con legno recuperato Fondazione Stella Maris

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 LO SCARTO DIVENTA ARTE GRAZIE AI PAZIENTI DELLA FONDAZIONE STELLA MARIS

I semi di questo progetto artistico vengono gettati anni fa, durante una visita del pittore e scultore livornese Piero Mochi alla Fondazione. In quell’occasione l’artista, appassionato di natura e riciclo, aveva incontrato e conosciuto i ragazzi e le ragazze, adolescenti, che partecipavano al progetto “Orto dei Sensi”, un orto-giardino fondamentale per la terapia dei pazienti ricoverati, grazie all’ortoterapia.

Da questo incontro è nata una collaborazione creativa e solida: nel 2016 è stato realizzato a più mani un grande pesce in legno, assemblando i legni reperiti sulla battigia, smaltandoli con colori brillanti e motivi geometrici. Proprio su indicazione di Mochi il pesce di legno era stato utilizzato come decorazione del giardino.

«Dopo quei primi pesci costruiti con lui- spiegano gli educatori – successivamente abbiamo inventato nuovi oggetti in modo autonomo e secondo la creatività del gruppo. La valorizzazione dei legni va in parallelo con il processo di cura promosso per i nostri ragazzi: dare luce e attenzione laddove c’è opacità e svalutazione, per validare ogni risorsa residua. L’arte ha a che fare con quella verità che tocca il soggetto e lo modifica. Così, i nostri ragazzi, dopo aver costruito questi oggetti fantastici potranno partecipare ad un’esperienza di cambiamento e sentirsi diversi, non più gli stessi di prima, sicuramente più “veri” e “ricchi”.  Primo: perché avranno dato del loro meglio. Secondo: perché avranno partecipato alla costruzione della autenticità personale e sociale».

(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla sezione Press del sito della Fondazione Stella Maris // Photocredits: Fondazione Stella Maris)

DA SCARTO AD ARTE: 

 

 

 

 

 

 

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