Appelli, lettere aperte, raccolte di firme sulle piattaforme online. Il tema dei bambini reclusi in casa, come e peggio degli adulti, durante la quarantena per il coronavirus, sta diventando uno degli argomenti più discussi nelle case degli italiani. E non solo.
ORA D’ARIA PER I BAMBINI
A Firenze, Venezia, Milano, Napoli, solo per citare alcune città, sono state diverse associazioni di familiari che hanno scritto ai sindaci chiedendo a gran voce l’ora d’aria per i loro bambini. E denunciando una situazione sempre più complicata da gestire, anche per il fatto che intanto i tempi dell’isolamento sociale si sono molto allungati.
Un appello analogo, rivolto anche al premier Giuseppe Conte, è arrivato da psicologi e pediatri che hanno ricordato un’importante raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della salute, per tutti, in tempi di Covid-19: mezz’ora di attività fisica per gli adulti e un’ora per i bambini. Ogni giorno.
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CORONAVIRUS: ORA D’ARIA PER I BAMBINI
Ma le motivazioni che dovrebbero spingere a prendere qualche decisione a favore dei bambini, e delle richieste dei loro familiari, sono anche altre. Innanzitutto è vero che la quarantena si allunga, ma i dati, come dicono tutti gli scienziati, vanno ormai nella direzione di un graduale contenimento del contagio che tra l’altro ha colpito molto meno le fasce di età più basse. Il peggio dovrebbe essere alle nostre spalle. Questo significa allentare le misure di sicurezza? Assolutamente no. Ma non può essere neanche un dato da ignorare.
E infatti è lo steso governo, con i sindaci, che non ignora il miglioramento. E facendo leva sulle convinte aspettative degli esperti immagina un graduale ritorno alla vita normale, graduale anche per fasce di età, dopo la pausa delle vacanze di Pasqua. Dunque, l’ora l’aria dei bambini sarebbe in linea con questa tendenza e con quanto il governo già si accinge a fare a breve termine. Si tratterebbe solo di anticipare, con ferree precauzioni e modalità, quanto è ormai certo.
I bambini ovviamente andrebbero accompagnati da un adulto. Nessun assembrato tra amici, compagni di scuola e gruppi di famiglie, nessuna violazione ai limiti previsti per entrare nei parchi, nessuna attività fisica e sportiva che preveda un gioco di squadra. Solo una boccata d’aria in libertà, come quella che attualmente viene concessa ai nostri animali domestici e non ai bambini. Su questo meccanismo sarebbe vitale il controllo dei genitori e la loro responsabilità nel fare in modo che venga rispettato.
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PERCHÉ LA RECLUSIONE FA MALE AI BAMBINI
Una seconda motivazione a favore dell’ora d’aria per i bambini riguarda proprio la salute. Sappiamo tutti che il coronavirus è un nemico micidiale per la nostra salute, e quindi va sconfitto anche con i sacrifici da fare con l’isolamento sociale. Tutto vero. Ma ci sono anche, a proposito di salute, effetti collaterali, danni importanti, che non vanno sottovalutati. E derivano dal lungo tempo trascorso in quarantena.
Un bambino chiuso in casa per settimane e per mesi ha rotto completamente il suo equilibrio e il suo ritmo di vita. Non frequenta più la scuola, e quindi non socializza attraverso l’attività didattica. Non fa più gruppo con i compagni e con gli amici, e la tecnologia non riesce a colmare del tutto questo divario. Vede azzerata la propria attività fisica, dal calcetto alla piscina. Dunque, la sua salute, nel complesso, senza contromisure, peggiora e non di poco. È probabile che ingrassi ed è probabile che il suo umore diventi pessimo. Non a caso, come abbiamo visto è la stessa Organizzazione mondiale della Sanità a raccomandare, nonostante la quarantena, l’ora di attività fisica per i bambini.
UNA SCELTA DI EQUITÀ SOCIALE
Infine, in questa decisione ci sarebbe anche una scelta di equità sociale, che non guasta. Il problema dell’ora d’aria per i bambini in tempi di quarantena da coronavirus si pone, infatti, solo per un certo numero di famiglie. Più numerose, ma anche più povere. Le famiglie benestanti hanno diverse soluzioni da mettere in campo. In genere, nelle loro case esistono giardini, terrazzi, balconi molto ampi. Hanno potuto decidere di fare la quarantena nella seconda casa, in campagna, in montagna o al mare: dove ci sono più aria e più possibilità di mettere il naso fuori casa. E le altre famiglie? Si arrangiano. Con genitori sempre più stressati, e costretti a farsi carico, nello stesso tempo, del lavoro da casa, dell’assistenza a qualche parente anziano, e dei bambini sfiniti dalla lunga reclusione. Senza neanche una semplice ora d’aria.
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