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ORTI SUI TETTI
ORTO PENSILE VIA TORTONA MILANO
L’orto sui tetti delle case non può diventare un nuovo status symbol dei cittadini ricchi e fortunati. Né si può ridurre a una sorta di estetica del luogo per piazzare case nella fascia alta del mercato, quella che soffre meno per il vento della Grande Crisi. Se l’orto è una scelta strategica, urbanistica, oltre che un modo per migliorare l’estetica dei luoghi ed avvicinare pezzi della popolazione all’agricoltura urbana, a maggiore ragione deve allargarsi anche alle case non di lusso.
Un bellissimo esempio che va in questa direzione lo troviamo a Milano, si tratta dell’orto pensile nelle case di via Tortona che adesso viene riproposto, per una superficie complessiva di ben 3.500 metri quadrati, sui tetti della 400 case popolari di via Russoli, quartiere periferico di Milano, con una pessima fama, in termini di vivibilità e di sicurezza.
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Insalate, zucchine, patate, erbe aromatiche. Ma anche alberi di albicocche e di pesche. Il progetto, portato avanti dall’associazione Coltivare la città, formata da alcuni inquilini e presieduta dall’architetto Tiziana Monterisi, fa davvero sognare. Inutile dire la sequenza di vantaggi: palazzi e case più belle, abitanti che socializzano, il verde che avanza e l’inquinamento che arretra, cittadini che tornano padroni di spazi divorati dal cemento. Tutte cose che conosciamo, e per le quali questo sito si batte da tempo.
ORTO SUI TETTI CASE POPOLARI MILANO
Inoltre, le periferie possono e devono cambiare seguendo la rotta indicata, già da anni, da Renzo Piano: niente demolizioni, e tantomeno nuovo cemento a raffica. No, solo microchirurgia urbanistica, interventi fatti, uno per uno, in un’unica tela, come un ricamo. Spazi riqualificati, con la leva essenziale del verde. Da qui passa la città futura, che non può solo quella smart e funzionale, per i ricchi e per la comunità degli affari. Ma deve essere davvero di tutti e per tutti.
Fortunatamente l’iniziativa di via Tortona nel tempo si è estesa ad altri quartieri raggiungendo, grazie ad alcune pensionate, anche il quartiere Barona, dove sono loro a prendersi cura delle piante. E altri orti urbani cresceranno sui tetti delle case popolari dell’Aler. Un grande risparmio per chi coltiva ma anche per le famiglie meno fortunate del quartiere, cui vengono donati frutta e verdura non consumati.
ORTO SUI TETTI TORINO
Non è da meno Torino dove è nato il progetto “OrtiAlti” per riqualificare la città coinvolgendo gli abitanti, sperimentando pratiche di orticoltura urbana e rigenerazione di aree sotto-utilizzate. Il primo “orto alto” è nato sul tetto dello studio di architettura 999. Tra i progetti, tanto per citarne alcuni, si annoverano l’orto sopra le Fonderie Ozanam in una zona periferica ed industriale di Torino, e il giardino-orto sul tetto di Via Baltea 3, ex tipografia.
ORTO SUI TETTI FIRENZE PALAZZO PUCCI
Un magnifico orto sinergico dove si coltivano cipolle, lattuga, barbabietole, cavoli, zucchine, timo, fiori rari, ma anche piante praticamente introvabili altrove. Il panorama è mozzafiato, l’orto infatti si affaccia sulla cupola del Brunelleschi. Ideato dal marchese Giannozzo Pucci, l’orto di Palazzo Pucci coniuga saperi antichi con la modernità e l’innovazione.
ORTO SUI TETTI PALERMO
Anche Palermo vanta diversi orti sui tetti grazie al progetto Orto Capovolto, nato nel 2015 per contribuire a creare un grande orto diffuso nella città siciliana. La cooperativa aiuta a coltivare orti un po’ ovunque: sui terrazzi, sui tetti, sui balconi, negli angoli dimenticati della città sia per favorire l’autoproduzione che come strumenti didattici e d’integrazione sociale.
Tutto ha avuto inizio quando nel 2013 Angelica, che insieme a Giorgio ha fondato la cooperativa, ha proposto a un cliente di realizzare un orto sul tetto della propria abitazione. Un’idea che ha riscosso grande successo.
(Fonte immagini: Pagina Facebook SuperStudio Group)ORTI URBANI: COME SI COLTIVANO, COME SI FANNO. E I PIÚ BELLI
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