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ORTI URBANI IN ITALIA
Un fenomeno di costume, ma non solo: una vera tendenza, che se dovesse consolidarsi agli attuali ritmi di crescita, potrebbe molto presto modificare una parte del paesaggio e degli stili di vita delle nostre città, medie, piccole e grandi. Stiamo parlando degli orti urbani, alcuni sinergici, che rappresentano l’altra faccia degli italiani “popolo con il pollice verde” (21 milioni di cittadini coltivano un pezzo di terra), e paradigma di una nuova urbanistica e di una nuova attenzione a un territorio che spesso abbiamo devastato e adesso dobbiamo, per per pezzo, provare a recuperare. Il boom degli orti urbani, triplicati nel giro di pochi anni, è un ottimo indicatore anche di un altro cambiamento nei nostri stili di vita: i cittadini avanzano, e si fanno carico di proteggere, custodire e valorizzare, anche con una piccola e buona coltivazione locale, spazi di verde nel loro territorio. Proteggendoli così, per esempio, dagli occhi sempre puntati addosso della speculazione edilizia.
Ma che cosa sono davvero gli orti urbani in crescita così esponenziale, anche grazie a contributi e donazioni di privati, cittadini e aziende? Come si prende in carico, da singoli cittadini magari uniti in un’associazione, uno spazio agricolo in città? E ancora: quali vantaggi arrivano, per tutti, dagli orti urbani? A partire da quelli che vi presentiamo qui come i più belli d’Italia.
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Promuovere la proliferazione degli orti urbani nelle città italiane è anzitutto una scelta urbanistica, che vincola un suolo altrimenti destinato a cadere, prima o poi, nelle sporche dinamiche della speculazione edilizia. Sono, infatti, strumenti per avvicinare la cittadinanza all’amministrazione, contribuendo la crescita delle relazioni sociali delle comunità urbane, dal centro alla periferia. Basta presentare domanda in comune per l’assegnazione dei lotti adibiti a orto urbano, aspettare il proprio turno nella lista d’attesa e preparare il proprio pollice verde.
Altro motivo, fondamentale, per scegliere di dedicarsi attivamente al verde urbano è di natura squisitamente economica. È innegabile, infatti, che l’orto urbano sia anche una risposta alle crisi economiche, uno spazio da cui partire verso strade nuove per iniziative economiche e commerciali. Un volano sia per le – troppo spesso faticose – economie domestiche che per i bilanci dei comuni delle nostre città.
ORTI URBANI PIÙ BELLI
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TORINO
Nel quartiere Nizza Millefonti, a Torino è nato Or-TO: il primo Orto Urbano del capoluogo piemontese, uno spazio di socialità aperto a tutta la comunità locale. L’orto è gestito in collaborazione con le associazioni di quartiere e di via, le scuole, i commercianti e tutti coloro che vorranno partecipare alla co-produzione di prodotti freschi “a metro zero”.
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MILANO
In via Chiodi nel quartiere Barona, dove prima c’era un terreno non edificabile rimasto inutilizzato per anni, oggi ci sono tanti orti privati urbani. L’idea è stata di Claudio Cristofani che, dieci anni fa, ha deciso di investire in un settore ancora in gestazione. All’inizio vi erano solo 10 appezzamenti, oggi dopo dieci anni sono circa 180: tante le famiglie in lista d’attesa, ad aspettare che si liberi un posto, per il costo di 1 euro al giorno per famiglia.
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GENOVA
A Genova esiste l’orto urbano più grande d’Italia: oltre 7 ettari (circa 70 mila metri quadrati) di terreno collinare destinato alla coltivazione dell’ortofrutta. L’Orto Collettivo, questo il suo nome, è stato dato in comodato gratuito al “Comitato 4 Valli”, che riunisce una serie di coltivatori e allevatori locali.
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BOLOGNA
È la città con più orti urbani dello stivale e ospita anche il il più grande orto urbano d’Italia, con una superficie coltivata di 47 ettari di terreno comunale, pari a 52 volte piazza Maggiore, nella zona di Borgo Panigale. Qui lavora a pieno ritmo la cooperativa Arvaia («pisello» in dialetto emiliano), dove i soci sono passati da 7 persone a 270 in pochi anni. Le coltivazioni di Arvaia forniscono frutta e verdura, in gran parte biologiche, a 150 famiglie, e occupano decine di giovani. Sono insomma un pezzo della nuova economia urbana di Bologna.
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FIRENZE
Una delle iniziative più lodevoli in tema di orti urbani è partita da Firenze, dove l’architetto Giacomo Salizzoni, con la regia dell’amministrazione comunale e della Coldiretti, ha firmato un bellissimo Community Garden, nel pieno centro della città, nella zona di Borgo Pitti.
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ROMA
Campagna Amica ha realizzato un orto urbano a Roma nel piazzale del centro d’accoglienza, tra la via Salaria e la ferrovia. Un’area piuttosto degradata, periferia nord della capitale, che il centro Astalli ha preso in comodato per ospitare giovani migranti. Gli ospiti del centro, assieme ai loro educatori e al personal trainer dell’orto di Campagna Amica hanno allestito sei kit del contadino Giò. I giovani sono ormai provetti agricoltori e coltivano insalate, pomodori, peperoni, zucchine, melanzane e un bel giardino delle aromatiche.
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NAPOLI
Dopo i siti dello Scudillo e di Via San Domenico, è stato inaugurato anche il terzo orto urbano. Si trova nell’area Arin di Chiaiano, al di sopra di un serbatoio di accumulo delle acque del Serino di 30 milioni di litri: su circa 23 ettari sono stati piantumati olivi, rosmarini, mirto, siepi di lauro e ciliegi.
E mentre anche nel popolare quartiere di Ponticelli gruppi di cittadini si danno alla coltivazione di cavoli e broccoli, nell’area verde di via Cilea, nel quartiere Vomero, sono sempre i residenti che si occupano della produzione della vendita di prodotti biologici.
COME FARE UN ORTO URBANO
REGIONI CON PIÙ ORTI URBANI
Le cinque regioni che hanno più orti urbani in Italia sono, nell’ordine:
- Emilia Romagna
- Lombardia
- Toscana
- Veneto
- Piemonte
CAPOLUOGHI CON PIÙ ORTI URBANI
I cinque capoluoghi di provincia con più orti urbani, rispetto alla superfice complessiva del territorio, sono:
- Forlì
- Bologna
- Ravenna
- Ferrara
- Napoli
ORTI URBANI NEL MONDO:
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