ORTI URBANI LONDRA –
Sono stato recentemente a Londra e ho scoperto il volto di un’altra metropoli. È vero: la città è sommersa da gru, i cantieri sono aperti notte e giorno e ovunque si lavora a riqualificare e ristrutturare grazie alla domanda di un mercato immobiliare che non conosce la parola crisi. Ma non c’è solo questo nella capitale inglese. L’altra faccia della metropoli sempre aperta al cambiamento è quella green e riguarda l’esplosione degli orti urbani: ormai se ne contano più di 350mila. Come mai?
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POCKET PARK LONDRA –
I fattori incentivanti sono due. Il primo riguarda una generosa politica di contributi, voluta dall’amministrazione comunale che mette a disposizione per ciascun “pocket park”, giardino tascabile, una somma che varia dalle 5mila alle 20mila sterline. A fondo perduto. I soldi arrivano a condizione che l’aria verde venga adottata da gruppi di cittadini, e non singole famiglie, con un progetto di riqualificazione (molto spesso si tratta di zone degradate della capitale) orientato allo sfruttamento agricolo del terreno. Stanno spuntando così, come i funghi, gli orti londinesi di città con ortaggi, frutta, frutti di bosco, melanzane e zucchine. Il guru del fai-da-te agricolo in città è un ex giornalista, Tom Moggach, che ha fondato una società, City Life, che insegna a tutti come coltivare e crescere frutta e verdura negli spazi urbani, risparmiando sulla spesa. Il libro di Moggach, The Urban Kitchen Garden, è un best seller, anche perché insegna la coltivazione urbana ovunque, perfino in piccoli spazi di terra o in un semplice balcone.
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COMMUNITY GARDEN LONDRA –
Il secondo motivo del fenomeno è di natura storica. I londinesi hanno nel sangue l’orto urbano che durante la seconda guerra mondiale fu decisivo per resistere alla violenza dei tedeschi. Allora mancavano derrate alimentare, i rifornimenti avvenivano con il contagocce, non si poteva fare la spesa, e così il governo lanciò la sua campagna per l’auto-produzione e l’autosufficienza delle famiglie londinesi attraverso la cura dei community garden. Fu un grande successo, con oltre un milione di spazi gestiti direttamente dai cittadini, che oggi considerano l’orto come un elemento della loro identità di comunità anglosassone. E sono pronti anche a entrare nelle lunghissime liste d’attesa, oltre centomila richieste di orti sono ancora in attesa di essere evase, in quartieri come Camden dove nessuno vuole rinunciare al suo orto.
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