L’Ospedale delle Bambole: a Napoli un’antica bottega museo cura i giocattoli

Bambole senza testa, orsacchiotti con imbottitura mancante, bambolotti distrutti dall'uso: a Napoli è in funzione da fine '800 l'Ospedale delle Bambole, in cui Tiziana Grassi, Alessandra Colonna e uno staff di artigiani curano i giochi , e i ricordi, di grandi e piccini. Rimettendoli a nuovo.

ospedale delle bambole napoli

Per raccontare questa storia saltiamo indietro nel tempo e passeggiamo nel cuore della Napoli delle botteghe a fine ‘800, in via San Biagio dei Librai. Proprio al centro di Spaccanapoli c’è una piccola puteca magica, gestita da un eccentrico e creativo signore coi baffi arrotolati all’insù e boccolo sulla fronte. È uno scenografo del San Carlo di Napoli e dei teatrini di pupi nonché giocattolaio, si chiama Luigi Grassi, col suo camice bianco per non sporcarsi, aggiusta di tutto, compreso i pupi di scena nel suo negozio, e un giorno si trova a dover far fronte all’emergenza bambola di una bambina inconsolabile. Accompagnata da sua mamma, la bimba piange perché la sua bambola preferita si è rotta. Don Luigino, come veniva chiamato, la rassicura presto, dicendole di non preoccuparsi perché la sua bambola sarebbe guarita al più presto. Detto, fatto.

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OSPEDALE DELLE BAMBOLE NAPOLI

La storia del “dottore delle bambole”, come sempre accade tra i vicoli, passa di mamma in mamma, di bambina in bambina, e presto la bottega di Luigi Grassi si riempie di bambole con arti mancanti, pupazzi senza occhi, burattini dai fili spezzati, al punto che qualcuno, entrando, pare abbia esclamato “me pare proprio o’ spitale d’è bambule”. Da quel giorno, prendendo spunto da questa esperienza,  all’ingresso del laboratorio aveva appeso una piccola targa, anch’essa unica, artigianale, scrivendo in rosso “Ospedale delle Bambole” su una tavoletta di legno con una piccola croce, proprio come un vero pronto soccorso.

Così nasce l’Ospedale delle Bambole, un vero e proprio centro di riparazione di giocattoli, bambole, peluche e burattini che ha attraversato ben due guerre e quattro generazioni: quando si entra in questo luogo unico, poetico e speciale, qualcuno a pensarci bene potrebbe anche definirlo bizzarro, si entra in una vera e propria clinica dei ricordi. Già, perché quello che si ripara, lì, non sono solo “bambole”, ma tutto il portato emotivo che hanno, restituendo intatte memorie e immagini del passato che portano con sé.

Come ogni ospedale che si rispetti, non solo c’è un’insegna con una croce rossa, ma c’è il triage del Pronto Soccorso, che seleziona e valuta gli interventi da effettuare, la sala operatoria, i reparti: Accettazione, Pronto Soccorso, Ambulatorio Veterinario Peluche, Reparto Donazioni, Reparto Vestitura, Reparto Restauro Sacro, Oculistica, Ortopedia e così via. E, sulla ricevuta, come da tradizione ereditata da Don Luigino, si annota la diagnosi e l’intervento da eseguire, come in una cartella clinica.

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MUSEO OSPEDALE DELLE BAMBOLE NAPOLI

All’accoglienza, due dottoresse d’eccezione: la dottoressa Tiziana Grassi, erede della clinica delle bambole e pronipote di Don Luigino, e dalla direttrice sanitaria, la dottoressa Alessandra Colonna.

Insieme al suo staff Tiziana Grassi ha tenuto in vita la tradizione di famiglia, realizzando il sogno di un vero e proprio Museo su 180 metri quadrati nel bellissimo Palazzo Marigliano, sede inaugurata nel 2017. Qui, non ci sono solo bambole d’epoca o molto preziose in attesa di cure, ma anche grandi peluche a cui bambini e nonni sono affezionati. Come Nunzio, orso gigante arrivato al pronto soccorso con uno squarcio nella pancia e l’imbottitura che scappava dappertutto. La riparazione aveva reso felicissima la bambina che lo aveva portato a visitare. Per ogni malattia, e per ogni tipo di bambola, l’Ospedale delle Bambole ha la cura: occhi, braccia, gambe, capelli, trucco, stoffa. La maggior parte degli interventi sono proprio legati ai vestiti, alle imbottiture e ai capelli, maltrattati da giochi un po’ troppo vigorosi.  Giocattoli di qualsiasi materiale, epoca e produzione, non solo per bambini e bambine. «Spesso riparo bambole per uomini e donne non più giovani – dichiara Tiziana Grassi in un’intervista al portale altritaliani. net – Non ha importanza il loro valore economico, ma soltanto quello affettivo» . Proprio per questo tipo di approccio, le commesse giungono da tutto il mondo, e, in tutto l’arco di vita dell’Ospedale i restauri sono stati più di 20 milioni. Dopo quattro generazioni di storia, l’Ospedale delle Bambole si è rinnovato, affiancando all’attività artigianale di restauro e riparazione in continuità con il passato, un vero e proprio museo visitabile e interattivo per grandi e piccini.

(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratta dalla pagina Facebook dell’Ospedale delle Bambole di Napoli)

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