Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera (Pablo Neruda)

Così il grande poeta cileno sintetizzò le contraddizioni della vita. C’è una forza delle cose capace di piegare anche la peggiore volontà dell’uomo. Basta tenerla viva

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Con una frase secca e poetica Pablo Neruda riesce a condensare le contraddizioni della vita. Il bianco e il nero, il chiaro e lo scuro, il bene e il male. L’azione dell’uomo può essere distruttiva, contro se stesso, contro gli altri e contro la natura: ciascuno di noi è capace di fare del male. Di tagliare i fiori.  E poco importa se non era questa l’intenzione iniziale di un gesto. Ma alla fine, prima o poi, c’è una forza delle cose, una volontà collettiva che prescinde dagli istinti individuali, che ha uno sbocco completamente diverso. E allora la primavera arriva comunque, e nessuno la può fermare.

La metafora è declinabile sotto diversi aspetti, nel privato come nel pubblico. I nostri legami affettivi, le nostre vite di relazione sono un continuo camminare dentro un percorso che alterna lunghi tunnel con strade all’aria aperta. A volte c’è il buio, a volte c’è la luce piena. Eppure se siamo ben disposti verso l’altro, se non abbiamo perso la capacità di amare, la primavera arriva. Con tutta la sua carica di eros, capace di schiacciare thanatos, il senso della morte che pure abbiamo dentro.

Così nella vita pubblica. Chi crede davvero al bene comune, alla possibilità di un progresso e di un benessere che non siano concentrati nelle mani di qualcuno ma disponibili per tutti, mette nel conto della sua attività pubblica una serie di sconfitte. Qualcuno riuscirà a tagliare i fiori che lui ha provato a seminare. Fino a quando arriverà la primavera con i suoi profumi e con le sue piante in buona salute: la prova di come la volontà, la passione, l’audacia, possano modificare il corso innaturale delle cose.

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