PALME IN PIAZZA DUOMO A MILANO –
Le palme dividono Milano. La città, e con essa tanti autorevoli urbanisti, architetti e paesaggisti, è spaccata sull’idea portata avanti dall’amministrazione comunale, e condivisa dalla Soprintendenza, di creare un piccolo giardino in piazza Duomo. Con degli alberi molto speciali, le palme appunto, quelle che in buona parte d’Italia sono morte o stanno scomparendo a causa di una cattiva manutenzione e della terribile malattia del punteruolo.
LEGGI ANCHE: La mappatura degli alberi cittadini per spronare le amministrazioni a fare di più
PALME E BANANI IN PIAZZA DUOMO A MILANO –
I contrari, anche i più scalmanati, hanno diverse motivazione dalla loro parte. L’estetica della piazza, per esempio. E perfino il fatto, come scrive l’autorevole architetto paesaggista Paolo Pejrone, che quelle palme piazzate di fronte alla facciata del Duomo sarebbero <una follia neogotica> in una piazza che per sua natura è stata pensata e creata con l’armonia di <uno spazio vuoto>. Poi ci sono obiezioni sulla natura esotica di questi alberi, laddove bisognerebbe invece puntare su betulle, gelsi e querce. E non sulle palme, più adatte ad altri contesti ambientali, storici e culturali. Infine, c’è chi ne approfitta per scivolare nell’indistinto mare della propaganda politica e accusa il sindaco Beppe Sala di dare così un messaggio sbagliato, di eccessiva apertura, fino alla colonizzazione, agli immigrati. Palme e banani uguale straniero invasore, è il paradigma di questo tipo di contestazione.
Io scarto subito l’obiezione “politica”, non ha senso e non ha fondamento mettere insieme problemi così diversi come l’arredo urbano e la lotta all’inquinamento con i limiti all’immigrazione. Pura demagogia che lascia il tempo che trova. Piuttosto, qui siamo in presenza di un tema centrale nella vita di Milano e delle nostre città: l’indifferibile necessità di piantare, ovunque e quindi anche in piazza Duomo a Milano, alberi che significano verde, bellezza, ombra durante l’afa estiva, paesaggio gradevole per turisti e residenti. Ma innanzitutto aria pulita. Ricordo bene l’ipocrita coro di consensi con il quale venne accolta la richiesta del maestro Claudio Abbado, pronto a tornare a Milano purché nella città fossero piantati almeno 90mila alberi. Sembra una cifra spaventosa, ma in tante città, come abbiamo raccontato anche sul sito Non sprecare, se ne piantano migliaia al giorno di alberi, proprio per la loro funzione non solo estetica. Ad Abbado nessuno osò dire “no, grazie”, ma poi, con la solita furbizia all’italiana, la sua richiesta finì nel dimenticatoio. Archiviata. Ovviamente, non so dirvi se Abbado oggi sarebbe favorevole alle palme a piazza Duomo, ma conoscendolo piuttosto bene, sono sicuro che sarebbe sempre e cocciutamente convinto della necessità di riempire Milano, e non solo, di alberi.
LE PALME CHE DIVIDONO MILANO –
Non ho la competenza necessaria per dire se le palme siano gli alberi giusti per piazza del Duomo, ma certo ci sono immagini che parlano: esistevano, proprio a piazza Duomo a Milano, nell’Ottocento e agli inizi del Novecento. E nessuno gridava allo scandalo. Piuttosto l’idea di Pejrone di conservare la piazza “vuota”, così come è nata, è assolutamente rispettabile, in linea con analoghe richieste (lo stesso tema è stato sollevato a Napoli per piazza Plebiscito: vuota o abbellita e riempita da qualcosa?), ma lontana, molto lontana, dalla realtà del tempo. Da ciò di cui oggi le città, come Milano che sta vivendo una stagione straordinaria di metropoli in crescita cosmopolita, hanno assolutamente bisogno: il verde, gli alberi. Per vivere, per respirare, per non sprecare la bellezza dei luoghi. Per essere metropoli, piccole città o perfino borghi con un’alta qualità della vita. E il solo fatto di mettere degli alberi, palme o altro, a piazza Duomo, almeno richiama questa esigenza e la fa diventare reale e attuale. Inoltre, se dovessimo ragionare con la bussola, ormai antiquata, della piazza Duomo “vuota”, dovremmo farci altre domande. Ha un senso riempire la piazza con manifestazioni come il Festivalbar? O come le sfilate di moda? Ha un senso, certo, perché la città evolve, muta, cresce, cambia i suoi connotati. E ciò avviene, in tutte le metropoli del mondo (pensiamo alle polemiche quotidiane che si fanno a Parigi oppure a Londra sui cambiamenti urbani) che camminano, senza strappi, ma al passo con i tempi. Non per un astratto obiettivo di modernità, ma solo e sempre per migliorare le condizioni e la vita stessa dei cittadini e degli ospiti.
PALME IN PIAZZA DUOMO A MILANO:
(Fonte immagini: Repubblica.it)
L’IMPORTANZA DEGLI ALBERI IN CITTÁ:
- Elenco alberi: ecco quanto vale, in termini antismog, ciascuna specie. E quanti soldi ci fanno risparmiare
- Un villaggio di case sugli alberi in Piemonte: ecco come si vive sospesi in aria (Foto)
- L’uomo degli alberi di Natale che in 42 anni ha piantato mezzo milione di abeti
- Cinquanta milioni di alberi piantati in un giorno, è dell’India il nuovo record green
- Biblioteca degli alberi, a Milano un grande giardino di 90mila mq (foto)
- Passeggiare tra gli alberi azzera lo stress e allontana il rischio della depressione
- Case sugli alberi, il Tree Village a Clut è un villaggio (foto) costruito su pini, abeti e faggi
- Alberi, ecco chi li pianta nel mondo. Peccato che ne tagliamo 15 miliardi l’anno
- Plant for the Planet, l’associazione dei bambini che piantano alberi
- Ecuador nel guinness dei primati: piantati 640mila alberi in un solo giorno
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.