All’inizio non ci avevo fatto caso. Poi una domenica avevo voglia di sedermi sulla mia panchina, l’unica in un raggio di diversi chilometri quadrati, nel cuore del quartiere Parioli, e mi sono accorto che era scomparsa. Eliminata. Per fare posto a un altro tavolino di un bar.
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PANCHINE ELIMINATE
Inutile dirvi che nessuno ha saputo darmi una spiegazione di questo gesto, in un quartiere dove la quota di popolazione anziana è molto alta, e le panchine erano molto frequentate, anche solo per riposare qualche minuto prima di riprendere la strada di casa. Ma la strage delle panchine non è un fatto casuale, né è segnata da una nuova logica nelle scelte per gli arredi urbani (magari, fosse così…): si tratta semplicemente di una decisione silenziosa e subdola che traccia un nuovo impoverimento della vita di relazioni nelle nostre comunità urbane.
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QUANTO COSTA UNA PANCHINA?
Il primo motivo che ha portato all’eliminazione delle panchine pubbliche, grande spreco rispetto a una buona qualità della vita civile, è il loro costo. Non solo quello per l’acquisto (circa 200 euro) e per il montaggio, ma anche per la manutenzione. La panchina è come un albero: va curata, tenuta in ordine, conservata bene per essere goduta sempre e da tutti. Non può essere lasciata in abbandono, altrimenti è meglio non averne. E le amministrazioni non hanno alcuna voglia di sopportare questo piccolo onere, lo considerano superfluo.
STORIA DELLE PANCHINE
Le panchine, così come sono state tramandate per secoli, furono una piccola, ma di grande significato, conquista sociale nell’Italia rinascimentale. In quella fase storica, quando nasceva la città moderna, furono introdotte non solo come oggetti dell’estetica urbana, ma in quanto strumenti di integrazione sociale. Le panchine abbellivano piazze, strade, logge. E componevano un unico quadro con i palazzi e con le opere d’arte. Allo stesso tempo davano al popolo la possibilità di seguire, comodamente, frammenti della vita cittadina. Le barriere sociali, all’epoca rigidissime, si alleggerivano grazie alle panchine che avvicinavano popolo e aristocratici, establishment e plebe. La panchina, rendeva così più democratica la vita in città quando ancora la democrazia non esisteva. E adesso che invece la democrazia l’abbiano da qualche secolo, abbiamo deciso di eliminare le panchine.
PANCHINE DA ESTERNO
La breve storia che vi ho fatto delle panchine, aiuta a capire un altro motivo che ha portato alla loro eclissi. Le nostre amministrazioni civiche, così schiacciate sull’emergenza quotidiana e sulle loro scelte all’insegna del presentismo, non riconoscono ormai alcun valore sociale a questo oggetto. Anzi. E’ ingombro inutile, che in alcune zone delle città si può ridurre a luogo di assembramenti poco graditi, per esempio quelli per lo spaccio di droga. Ma non riconoscere il valore di una panchina, per un sindaco, un assessore, significa avere smarrito la dimensione del proprio lavoro. E quali sono i risultati che contano per definire una buona amministrazione.
COSA SUCCEDE IN UNA PANCHINA
Quante cose avvengono in una panchina! Ci si incontra, si sta insieme, si condivide uno spazio, una compagnia. Anche solo il piacere del silenzio. La panchina è consuetudine, nel suo rito così semplice ed elementare. E trovare il tempo di abbandonarsi alla sua quiete è un gesto rivoluzionario, nelle nostre vite così frenetiche e sempre in affanno. E infatti, a chi si regala lo spazio lasciato libero dalle panchine? Ai soliti signori dei dehors. L’Italia è ormai il paese dei dehors che hanno rubato qualsiasi spazio pubblico possibile: pezzi di strada e di marciapiede, frammenti di suolo che un tempo si chiamava “pubblico”. E adesso è quanto di più privato possa esistere in città. Uno spazio che vale oro, con quei tavolini in attività h24, e dove non c’è più alcuna possibilità di lasciare in piedi una panchina. E così una mano oscura non fa altro che continuare a eliminarle.
PANCHINE NELL’ARTE
Delle panchine resta il ricordo, sfumato e malinconico, nelle pagine della letteratura, nelle opere d’arte , nel cinema. Immagini da piccolo mondo antico, di microcosmi che sono stati cancellati e sradicati. A leggere su Internet, abbiamo le panchine contro la violenza sulle donne (di colore rosso), e quelle dove si ricaricano cellulari e smartphone. Ma mancano le più importanti: quelle della civiltà dello stare insieme.
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