Fare il pane è cool, ancora di più quando è parte di una grande rete di fattorini, panettieri e mangiatori di pane. A Bologna,i giovani riprendono possesso di un’antica tradizione, quella della panificazione, rinnovandola in chiave green e social, unendo pasta madre e competenze digitali. Sfornando prodotti belli, buoni e virtuosi.
PANE ARTIGIANALE A DOMICILIO BOLOGNA
Come la app Mylbread, start-up pensata per la consegna a domicilio del pane di una volta, scelto privilegiando forni che utilizzano solo lievito madre, farine di grani antichi macinate a pietra e una filosofia del lavoro che non sfrutti e non svilisca gli artigiani.
Una piattaforma online che permette di ordinare, singolarmente o con un abbonamento periodico, ceste di pane fresco, recapitato alla porta in bici o con macchine elettriche, rispettando l’ambiente.
Dietro alla app, tre studenti che hanno scelto come focus dei propri studi il cambiamento delle abitudini alimentari a scapito delle piccole realtà artigiane virtuose. Gli utenti della piattaforma, infatti, hanno tra i 35/40 anni, hanno orari di lavoro che non consentono di andare a comprare il pane al forno e, soprattutto, preferiscono acquistare il pane al supermercato per praticità e anche perché c’è un gap tra gli artigiani e i consumatori che va colmato, ricreando un ponte di servizi e di informazione che faccia conoscere un prodotto sano, buono e di qualità maggiore. Elena Galli, Danilo Perozzi e Lorenzo Salvi, le teste dietro al progetto, hanno pensato a dare una risposta proprio a questo gap, puntando sul patrimonio culturale, antico, delle panetterie artigianali unendo il buono alla comodità, consentendo di acquistare pane e prodotti dolciari biologici con consegna a domicilio o al lavoro nelle fasce orarie indicate dagli utenti come più comode.
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PROGETTO MYLBREAD
Il progetto Mylbread nasce nel a settembre 2015, durante Expo Milano, nell’ambito del Food Innovation Program, master promosso dall’Università di Modena e Reggio Emilia, dove i tre giovani startupper si sono incontrati, accendendo la scintilla che ha portato alla app Mylbread e a tutte le collaborazioni virtuose con i forni e gli artigiani del pane. Che, per essere parte della rete devono garantire standard di qualità molto elevati.
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Per ora, solo della città di Bologna, come nel caso del Forno Brisa, eccellenza giovane della panetteria, nata da quattro ragazzi con studi sulla panificazione fatti con Gabriele Bonci e con Slow Food, un’età media in laboratorio di 23 anni e, soprattutto, tanta passione per la farina, il lievito e la felicità. Fondamentale, per il Forno Brisa, infatti, oltre alla qualità delle materie prime e la conoscenza assoluta delle tecniche di panificazione, con cui panificano anche le farine considerate “impanificabili”, è l’etica del lavoro, che deve essere stimolate, formativo e felice. Come nelle parole di Daniele Catena, del team Brisa, che dalle pagine del sito del Forno, racconta la sua esperienza: «Il mio sogno era “diventare il miglior maître del mondo. Lavoravo in un ristorante 2 stelle Michelin ed ero passato da Bologna per dare una sbirciata al forno. Ho trovato un’atmosfera tranquilla e felice e volevo anch’io quella felicità, così sono rimasto. Ho firmato un foglio bianco, quello era il mio contratto».
GIOVANI E START-UP:
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