Come proteggersi dai pappataci

Molto diffusi in estate, i pappataci sono insetti da non sottovalutare. Possono trasmettere malattie infettive come la leishmaniosi. Letali soprattutto per i cani.

Pappataci

Insetti alati del gruppo degli ectoparassiti, i pappataci sono particolarmente temuti perché trasmettono alcune malattie infettive, tra cui la più nota è la leishmaniosi. In Italia le specie più diffuse sono Phlebotomus papatasi, Phlebotomus perniciosus e Phlebotomus perfiliewi. Vengono anche chiamati flebotomi, ovvero “tagliatori di vene”. Si nutrono infatti di sangue. Pericolosi per l’uomo ma ancor di più per i cani.

Cosa sono?

I pappataci sono insetti simili alle zanzare che si nutrono di sangue umano e animale. Hanno dimensioni di circa 3-5 mm, sono dotati di ali pelose, il colore è giallognolo. Sono amanti del caldo e più diffusi di notte. Le femmine, che si nutrono del sangue e depongono le uova nel terreno umido.Nonostante le ali, gli esemplari adulti non sono molto abili nel volo e tendono a saltellare. Pertanto rimangono solitamente circoscritti a determinati luoghi.

Perché si chiamano pappataci?

Il nome pappataci sta a significare “mangia e taci”: difatti questi insetti sono soliti pungere l’uomo, ma anche gli animali, nutrendosi del loro sangue in totale silenzio. Caratteristica che li rende più difficili da individuare rispetto a insetti più rumorosi. Mentre “pappano in silenzio“, non emettendo alcun rumore a differenza delle zanzare che si fanno annunciare proprio attraverso un sottile e persistente rumore, questi micidiali insetti puntano con molta selezione le loro prede. In particolare gli animali, dal bestiame al pollame, ma innanzitutto i cani, le vittime privilegiate dei pappataci. Quasi ignorati, invece, i gatti, che sono molto più resistenti alla malattia. I pappataci possono fare danni molto seri ai cani, che una volta colpiti e privi di un’adeguata protezione medica, rischiano la leishmanosi, una malattia mortale. I suoi sintomi sono: lesioni cutanee, febbre, dimagrimento, insufficienza renale, perdita di sangue alle narici. Ecco perché se durante l’estate il vostro cane frequenta zone dove ci sono i pappataci, è bene che riceva un vaccino per uso veterinario per questa specifica protezione.

In che periodo ci sono?

La stagione dei pappataci inizia in primavera, si intensifica in estate e poi va avanti fino all’autunno. Gli orari nei quali la loro azione è più persistente ed efficace sono quelli dal tramonto all’alba, mentre durante il giorno preferiscono riposare in ambienti umidi e protetti. Sanno infilarsi in qualsiasi piccolo spazio: crepe e fessure nei muri, nel tronco di un albero, in un angolo del terreno. L’unica debolezza di questi insetti sta nel fatto che non sono dei bravi volatili: non riescono ad andare oltre poche centinaia di metri di tragitto e quindi è più facile fermarli. L’intensità dell’attività, e quindi delle punture, dei pappataci dipende molto dalle temperature e dal caldo. Più i gradi aumentano, più si intensifica la loro caccia e aumentano i nostri rischi. Nelle regioni settentrionali il periodo dei pappataci va da giugno a settembre; nelle regioni centrali da maggio a ottobre; nel Sud, dove il caldo è più esteso nel corso dell’anno, da aprile a novembre.

Dove si annidano?

I pappataci scansano come un pericolo mortale la luce e i raggi del sole, ed effettivamente rischiano la vita se si ritrovano esposti al sole. In compenso, la loro taglia (sono minuscoli: non più di 3-4 millimetri), il corpo rivestito interamente di peli, il loro colore facilmente mimetizzabile (un giallo paglierino, ruggine o tendente al grigio), consentono ai pappataci di nascondersi tranquillamente in qualsiasi parte di un condotto fognario o nelle zone ricche di detriti organici.

Le conseguenze del morso dei pappataci

Quando il pappataci punge la pelle, possono comparire lesioni mucolo-papulose che provocano prurito e dolore talvolta. È la saliva iniettata a provocare l’effetto. In altri casi, se si è allergici alla saliva, può presentarsi una forma eritematosa. Ma non sono queste le conseguenze che preoccupano, purtroppo infatti i pappataci, ed è il motivo per cui sono tanto temuti, possono trasmettere parassiti, batteri e virus correlati alla comparsa di determinate malattie infettive.

I pappataci e le zanzare sono uguali?

I pappataci sono simili alle zanzarenell’aspetto e per alcune abitudini. Ma le differenze sono sostanziali. Non emettono alcun ronzio, e infatti il nome “pappataci” significa “pappare tacendo”: colpiscono nelle ore del crepuscolo; le loro punture non producono né dolore né prurito. La saliva dei pappataci contiene una sorta di antidolorifico naturale, ma per questo la loro puntura, che non viene neanche percepita, è ancora più pericolosa.

Le malattie

A causa dei batteri, virus e parassiti trasmessi dai pappataci, si possono sviluppare diverse malattie infettive. Una delle più note è la leishmaniosi, particolarmente pericolosa per i cani, come spiegato nel video di MSD Animal Health.

Scopriamo le principali.

  • La leishmaniosi, che colpisce sia gli umani che gli animali, è una malattia infettiva dovuta a protozoi del genere Lishmania. Secondo quanto riporta l’ISS, la forma più frequente è quella cutanea, che provoca lesioni su braccia, gambe, a volte anche sul viso lasciando cicatrici. Segue la forma cutanea diffusa, simile alla precedente ma con lesioni più estese. Poi c’è la forma mucocutanea, che provoca lesioni “delle mucose del naso, della bocca e della cavità orale” distruttive. E ancora la forma viscerale, che è potenzialmente mortale e che causa febbri improvvise, “perdita di peso, ingrossamento del fegato e della milza, anemia”. Se nell’uomo di solito viene curata, nei cani è molto più letale. Il periodo di incubazione è di alcuni mesi se non addirittura anni, durante i quali il parassita si moltiplica nella pelle, nel sangue e negli organi interni, provocando ulcere sulla testa e sulle zampe e la perdita dei peli del muso.
  • La febbre detta anche “febbre dei tre giorni” o “febbre estiva” può manifestarsi a causa dell’Arbovirus. Causa sintomi simili a quelli dell’influenza, dalla febbre che dura appunto 3 giorni, al mal di testa, dai dolori muscolari ai brividi.
  • Ulteriori malattie infettive trasmesse dal pappataci sono meningoencefaliti, encefaliti e meningiti. Il virus colpevole è il Toscana, regione in cui è stato individuato per la prima volta. I sintomi sono febbre, mal di testa, collo rigido. E non vanno sottovalutati.

Come riconoscere le punture

Le loro punture provocano lesioni cutanee che possono degenerare in ulcere. Inoltre provocano spesso prurito e talvolta dolore. Il morso dei pappataci libera una particolare sostanza che a sua volta provoca il rilascio di istamina e attiva il sistema immunitario. In questo modo la zona colpita diventa arrossata, pruriginosa, affetta da eruzioni cutanee o da rigonfiamenti. Mentre, come abbiamo visto, nel cane la puntura di un pappatacio può avere conseguenze mortali, nell’uomo non c’è alcun rischio tranne per i soggetti allergici che potrebbero avere uno shock anafilattico.

Come prevenire le punture

Per prevenire ed evitare le loro punture si consiglia di:

  • riparare crepe e fessure in casa per evitare che vi si annidino;
  • ricorrere a spray e salviette repellenti;
  • arieggiare le stanze in modo da rinfrescarle e rendere l’ambiente meno appetibile per i pappataci;
  • usare zanzariere molto fitte;
  • eliminare eventuali ristagni.

Per quanto riguarda i cani che, come abbiamo detto, corrono più rischi se vengono punti, si consiglia di:

  • vaccinarli contro la leishmaniosi;
  • evitare passeggiate nelle ore buie specialmente se vi trovate in zone costiere;
  • usare repellenti a base di permetrina, che vanno applicati sul pelo, oppure ricorrere a collari impregnati di deltametrina, secondo quanto suggerisce l’ISS, Istituto per la sicurezza sociale.

Rimedi naturali

La prevenzione passa anche dai rimedi naturali, scopriamo quali sono i più efficaci contro i pappataci.

  • Timo, basilico e rosmarino sono piante aromatiche che tengono alla larga questi insetti. Si consiglia quindi di posizionarle in punti strategici come finestre, balconi, terrazzi.
  • Oli essenziali come il tea tree oil e l’olio di neem possono aiutare in caso di prurito dovuto alle punture o per prevenirle. Attenzione a diluirli sempre perché gli oli essenziali puri possono essere pericolosi. Non affidatevi al fai da te ma prima di utilizzarli fatevi sempre consigliare da un esperto;
  • Peperoncino e aglio hanno un odore sgradevole per i pappataci;
  • Anche citronella e geranio risultano sgradevoli a questi insetti. Tanto vale circondarsene!
  • L’allume di potassio ha delle straordinarie qualità lenitive, emollienti  e calmanti. Da un lato riesce a calmare il dolore, dall’altro facilita la formazione della cicatrice. Basta usare la versione naturale, inumidirlo e passarlo leggermente sulla zona dove siete stati colpiti dall’insetto.

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