Paracetamolo: a cosa serve, quando si prende e le controindicazioni

È il primo farmaco che viene in mente quando si ha la febbre o un leggero dolore, come il mal di testa, ma attenzione agli effetti indesiderati

paracetamolo a cosa serve

Il paracetamolo, noto anche come acetaminofene, è un farmaco non oppioide che ha conquistato un posto di rilievo nella farmacopea mondiale, diventando uno dei medicinali più utilizzati per trattare febbre e dolori di lieve e moderata entità. Il paracetamolo ha radici profonde, essendo stato sintetizzato per la prima volta nel lontano 1878, anche se alcune fonti riportano una possibile creazione già nel 1852. Da allora, il suo utilizzo si è diffuso a tal punto da essere oggi facilmente reperibile in ogni angolo del mondo, con nomi commerciali noti come Tachipirina e Zerinol.

Cos’è

Il paracetamolo è un medicinale analgesico e antipiretico, impiegato per alleviare temporaneamente il dolore, lieve o moderato, e la febbre. È spesso un ingrediente chiave nei farmaci per il raffreddore e l’influenza, ma viene anche utilizzato da solo. La sua nomenclatura varia a seconda della regione: in Europa, Australia, Nuova Zelanda e India è noto come paracetamolo, mentre in paesi come gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone viene chiamato acetaminofene. Nonostante sia uno dei farmaci più utilizzati al mondo, il meccanismo d’azione del paracetamolo non è ancora del tutto chiaro. Si ritiene che agisca bloccando i messaggeri chimici nel cervello che ci fanno percepire il dolore e influenzando quelli che regolano la temperatura corporea. Questo farmaco ha il vantaggio di essere disponibile senza prescrizione medica, rendendolo una scelta accessibile e pratica per il sollievo immediato da sintomi fastidiosi. Ma per quali motivi viene somministrato il paracetamolo?

A cosa serve

Il paracetamolo ha un’azione analgesica che è attribuita all’inibizione del percorso della ciclo ossigenasi (COX) nel sistema nervoso centrale, riducendo così la produzione di prostaglandine mediatrici del dolore.

Quando si usa

Ma il medico potrebbe anche somministrarlo per altre condizioni. Nonostante la sua vasta diffusione e l’uso consolidato nel tempo, il paracetamolo non è esente da critiche e discussioni. Infatti, se da un lato è riconosciuto come un farmaco sicuro ed efficace per l’uso a breve termine, dall’altro presenta alcune limitazioni. Ad esempio, è leggermente meno efficace dell’ibuprofene nel ridurre la febbre e, sebbene possa offrire un certo sollievo in caso di emicrania acuta lieve e cefalea tensiva episodica, il suo effetto rimane comunque limitato. Inoltre, l’uso prolungato di paracetamolo può portare a una serie di effetti collaterali, tra cui problemi gastrointestinali e alterazioni della funzionalità epatica. Pertanto, è fondamentale utilizzare questo farmaco con consapevolezza, rispettando le dosi raccomandate e evitando un uso indiscriminato per prevenire complicazioni potenzialmente gravi.

Come funziona

Il paracetamolo è uno degli analgesici e antipiretici più utilizzati al mondo. Tradizionalmente, viene classificato come un farmaco di tipo FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) perché inibisce le vie della ciclo-ossigenasi (COX), ma a differenza di quest’ultimi, non possiede proprietà anti-infiammatorie periferiche. Il paracetamolo sembra agire principalmente sul sistema nervoso centrale, inibendo la sintesi di prostaglandine, molecole che mediano il dolore e la febbre. Questa inibizione avviene attraverso un meccanismo ancora non completamente chiarito, che non coinvolge il sito attivo degli enzimi COX-1 e COX-2, ma riduce l’attività della COX attraverso un percorso differente. Alcune teorie suggeriscono che potrebbe inibire una variante della COX-1, chiamata COX-3, ma ciò non è stato confermato negli esseri umani. Altre ricerche indicano che il paracetamolo potrebbe esercitare il suo effetto analgesico stimolando le vie serotoninergiche discendenti nel sistema nervoso centrale. Inoltre, si pensa che il paracetamolo o uno dei suoi metaboliti, possa attivare il sistema endocannabinoide, contribuendo così all’azione analgesica. Questo avverrebbe attraverso l’inibizione dell’assorbimento o della degradazione di alcune molecole, come l’anandamide e il 2-arachidonoylglicerolo, che sono coinvolti nella modulazione del dolore.

Come si assume

Il paracetamolo può essere assunto attraverso diverse vie: per via orale, rettale e intravenosa. La via orale è la più comune e il farmaco è disponibile in diverse formulazioni, tra cui tablet, capsule, sciroppo, soluzione orale e sospensione. La scelta della formulazione dipende da fattori come l’età del paziente, la gravità dei sintomi e le preferenze individuali. Per la somministrazione rettale, il paracetamolo è disponibile come supposta, adatta sia per gli adulti che per i bambini. Questa via di somministrazione è spesso preferita per i bambini o per i pazienti che hanno difficoltà a deglutire. Il paracetamolo è anche disponibile per somministrazione intravenosa, una soluzione che viene infusa direttamente nel flusso sanguigno del paziente. Questa via di somministrazione è generalmente riservata per l’uso in ambiente ospedaliero e può essere utilizzata in situazioni di emergenza o quando non è possibile assumere il farmaco per via orale o rettale. Indipendentemente dalla via di somministrazione scelta, è fondamentale seguire le indicazioni del medico o del farmacista e attenersi alle dosi raccomandate per evitare effetti collaterali gravi, come danni al fegato. Inoltre, è importante sapere che il paracetamolo è presente in molti altri prodotti, inclusi alcuni farmaci da banco e medicinali per il raffreddore e l’influenza, quindi è necessario evitare un sovradosaggio assicurandosi di non assumere più prodotti che contengono paracetamolo contemporaneamente.

Effetti collaterali

Il paracetamolo è un farmaco generalmente ben tollerato quando assunto nelle dosi raccomandate. Ma come per ogni farmaco, può causare effetti collaterali. Gli effetti collaterali comuni sono rari e possono includere reazioni allergiche gravi con la manifestazione di sintomi come:

  • Gonfiore di labbra
  • Edema a bocca, gola o lingua
  • Difficoltà respiratoria
  • Eruzione cutanea

Un effetto collaterale grave e noto del paracetamolo è l’epatotossicità, che può verificarsi in caso di sovradosaggio. Questo può portare a danni al fegato, incluso il fallimento del fegato. È importante notare che il rischio di epatotossicità aumenta in presenza di alcune condizioni, come l’abuso di alcol o la malnutrizione. Altri effetti collaterali meno comuni possono includere disturbi ematologici come agranulocitosi, trombocitosi e reazioni leucemoidi. È fondamentale essere consapevoli di questi effetti potenzialmente gravi e cercare assistenza medica immediata se si sospetta un sovradosaggio di paracetamolo.

Controindicazioni

Il paracetamolo è un farmaco ampiamente utilizzato e generalmente sicuro, ma esistono alcune situazioni in cui il suo uso è controindicato. Prima di tutto, è fondamentale evitare l’assunzione di paracetamolo se si è allergici al principio attivo stesso o ad altri componenti presenti nel farmaco. In aggiunta, come già accennato, è importante essere consapevoli che il paracetamolo è presente in molti medicinali da banco. Quindi, è necessario evitare l’assunzione contemporanea di più prodotti che contengono paracetamolo per non rischiare un sovraddosaggio. Le persone con problemi al fegato o ai reni dovrebbero evitare l’uso di paracetamolo o usarlo con estrema cautela, poiché il farmaco può aggravare queste condizioni. Anche gli individui sottopeso o malnutriti dovrebbero essere cauti nell’uso del paracetamolo. Inoltre, l’assunzione di paracetamolo può essere controindicata in caso di infezioni gravi, poiché può aumentare il rischio di acidosi metabolica, una condizione che può manifestarsi con sintomi come respirazione profonda e rapida, nausea, vomito e perdita di appetito. Le persone che soffrono di anemia emolitica, una condizione caratterizzata dalla rottura anormale dei globuli rossi, dovrebbero evitare l’uso del farmaco. Anche chi ha una carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi dovrebbe essere cauto nell’uso del medicinale. Inoltre, se si soffre di asma e si è sensibili all’aspirina, è necessario discutere con il proprio medico prima della somministrazione.

Quali sono i farmaci a basi di paracetamolo?

In Italia, il paracetamolo è il principio attivo di una serie di farmaci comunemente utilizzati per alleviare il dolore e ridurre la febbre. Uno dei nomi più noti è sicuramente la “Tachipirina“, un vero e proprio jolly nel trattamento di stati dolorosi di varia natura nonché nel controllo degli stati febbrili. Ma la Tachipirina non è l’unica opzione disponibile. Per esempio, Actigrip Giorno & Notte è un altro prodotto ideale per affrontare i sintomi dell’influenza e del raffreddore. Zerinol, invece, abbina il paracetamolo alla clorfenamina, creando una soluzione efficace per trattare i sintomi associati agli stati influenzali. Questo offre un sollievo completo e mirato.

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