Miele, olio e vino al Colosseo. Il progetto sostenibile del «Parco Green»

Il Parco archeologico di Roma, con i suoi 400 ettari, diventa anche un’area di produzione agricola. Si pulisce così l’aria dallo smog. E si evita lo spreco di olive che diventavano rifiuti

parco green colosseo

Anche il Colosseo si tinge di verde, e non è «greenwashing».  Uno dei più belli e ricchi Parchi archeologici del mondo sta mettendo a sistema anche il suo patrimonio naturale, a partire dalla vegetazione e dalla possibilità di recuperare antiche produzioni romane.

PARCO GREEN COLOSSEO

Il progetto, curato da Francesca Boldrighini, si chiama «Parco Green» ed è possibile seguirne tutti i passaggi e l’evoluzione attraverso il suo sito. Nei quaranta ettari di terra del Parco, con alberi e arbusti che formano naturali barriere antismog, è già in produzione il miele romano, nettare degli dei. Con tanto di arnie piazzate nel versante meridionale del Palatino, ai piedi delle capanne romulee dove inizia la storia arcaica di Roma, e un’etichetta doc intitolata «Ambrosia del Palatino».

 

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L’OLIO E IL MIELE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO

Un’altra produzione attiva riguarda 189 alberi di ulivo, dai quali in collaborazione con la Coldiretti si ricava «L’olio del PArCo». E poi toccherà, sempre nella zona del Palatino al vino etichettato con l’antico nome «Vigna Barberini».

Lungo il filo che lega archeologia, letteratura, e agricoltura, per tutte le produzioni sono state recuperate antiche fonti. Ovvero testi di Varrone, Columella, Plinio e persino Virgilio. Infine un dettaglio non secondario i dirigenti del Parco fanno notare come questo progetto consenta anche di evitare sprechi nell’area. Le olive non diventano un rifiuto, ma olio extravergine di alta qualità.

 

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