Parco del Marguareis: in mountain bike tra camosci e caprioli 

Un territorio fiabesco, che ospita un quarto della flora italiana. L’Ecomuseo dei certosini che ripercorre la storia dei monaci nell’area alpina

Parco del Marguareis: in mountain bike tra camosci e caprioli 

Il Parco naturale del Marguareis, con i suoi 8.044 ettari di ambiente alpino esteso tra le alte Valli Pesio e Tanaro, in Piemonte, è un paradiso della sostenibilità: ospita un quarto della flora italiana, con oltre 1.500 specie censite, sia alpine sia della macchia mediterranea. Sul suo territorio si contano anche ben 4mila caprioli e camosci. Il mezzo ideale per attraversare il Parco del Marguareis per soffermarsi ad ammirare le sue bellezze è la mountain bike. Il territorio vi consente diverse soste, ma una è sicuramente imperdibile: l’Ecomuseo dei certosini, che ripercorre la storia degli insediamenti dei monaci nell’area alpina e la loro straordinaria cura per l’ambiente.

Cosa vedere

Un’avventura sostenibile nel Parco naturale del Marguareis inizia con la scelta del mezzo per arrivarci. Lasciate a casa l’automobile, e scegliete, anche per ridurre l’impronta ecologica dei vostri spostamenti, il treno. Per raggiungere la zona delle Valli Pesio, prendete la linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, e scendete alla fermata di Limone. A quel punto con un sentiero a piedi, oppure in mountain bike, raggiungete Pian delle Gorre, nel cuore del Parco del Marguareis e punto di partenza del vostro itinerario. 

Il massiccio del Marguareis

massiccio del Margueris
Photo Credit di Marzio Pipino via Facebook

L’intero massiccio del Marguareis, che rappresenta il cuore del Parco naturale, rappresenta uno degli esempi più suggestivi di carsismo d’alta quota d’Italia e d’Europa. Sia le forme glaciali (derivate dall’azione di modellamento di antichi ghiacciai) sia le forme carsiche (derivate dall’azione di modellamento operata dall’acqua sulle rocce calcaree) sono inserite in un contesto molto speciale: l’assenza di copertura vegetale rende infatti queste montagne un libro di geologia a cielo aperto, dove ammirare la paziente “partita” giocata nel corso di milioni di anni dalla roccia, dall’acqua e dal tempo.

Le grotte del Marguareis

grotte del Margueris
Photo credit di Marco Sterna via Facebook

La fine dell’Ottocento segna il timido inizio delle esplorazioni speleologiche sul Massiccio del Marguareis. I geologi Viglino e Sacco stendono le prime note scientifiche sul carsismo locale, ma chi comincia a ficcanasare sottoterra sono puri appassionati come Fritz Mader, l’avvocato Strolengo, il medico di Garessio Randone – benestanti e con tempo a disposizione. Nel 1905 Strolengo è il principale promotore dell’esplorazione del Pis del Pesio: dopo infruttuosi tentativi di calata dall’alto, viene innalzata una specie di antenna gigante costruita con tronchi di abete così da permettere l’accesso dal basso.

La necessità di lunghe permanenze in quota ha portato negli anni ‘70 alla realizzazione di alcuni rifugi speleologici che tuttora svolgono l’essenziale funzione di base operativa per le esplorazioni, come la Capanna scientifica Saracco Volante a nella conca di Piaggiabella e la Capanna Morgantini alla Colla Piana di Malaberga. Qui in estate si respira l’atmosfera di un vero campo base internazionale: si parte e si arriva a ogni ora del giorno e della notte e la vita è scandita dall’andamento delle “punte” (esplorazioni) in grotta.

Certosa di Pesio

Certosa di Pesio
Photo Credit di Certosa di Pesio via Facebook

Fondata nel 1173, ha ospitato per secoli una fervente piccola comunità di uomini solitari, animata dalla fede e dal lavoro. I padri meditavano e pregavano nelle sue celle silenziose e nell’appartata ombra del chiostro, i fratelli si occupavano delle questioni materiali, amministrando con efficienza grange, boschi e terreni a partire dalla vicina Correria – difendendo i padri certosini dal rumore del mondo.
Oggi è un luogo di spiritualità missionaria, visitabile su richiesta.

Centro per la Biodiversità Vegetale “Émile Burnat” (CBV)

Ha come obiettivi la conservazione della ricchezza botanica piemontese, il censimento e monitoraggio scientifico delle specie vegetali, l’approfondimento e l’aggiornamento delle conoscenze floristiche relative all’intero territorio delle Alpi Liguri e Marittime. In prima linea nella salvaguardia di uno degli hot spot di biodiversità vegetale d’Europa, dialoga e collabora con tutti gli Enti e organismi impegnati in questa battaglia a livello nazionale e internazionale. La sua dotazione tecnico-scientifica è costituita da una biblioteca botanica, un erbario ed una banca dati floristico-vegetazionale con circa 70.000 dati inseriti.

Parte integrante del CBV è il giardino fitoalimurgico “Oreste Mattirolo”, situato sul tetto della “Sala Incontri” del Parco naturale del Marguareis (Chiusa di Pesio). Si tratta di uno speciale “orto” suddiviso in aiuole tematiche, in cui sono ospitate oltre 80 specie vegetali spontanee di interesse alimentare.

Informazioni

Per tutte le informazioni su Parco del Marguareis potete scrivere a: [email protected]

Oppure consultare il sito: https://www.parcomarguareis.it/

Per visitare la Certosa di Pesio, bisogna seguire le indicazioni contenute nel sito: certosadipesio.org.

Come arrivare al Parco

Le tre opzioni per arrivare al Parco Marguareis sono l’auto, il treno e l’autobus. 

In auto

Dalla Pianura Padana

L’accesso più diretto al Parco è l’autostrada Torino-Savona (A6).
Per l’alta Valle Tanaro si esce al casello di Ceva e si prosegue imboccando a destra la SS 28 del Colle di Nava e poi a Ponte di Nava si continua con la SP 154 in direzione di Viozene, Carnino e Upega.

Per la Valle Pesio si esce al casello di Mondovì e si prosegue in direzione Cuneo, per poi svoltare a Pianfei e raggiungere Chiusa Pesio, all’imbocco della Valle omonima, che si risale lungo fino alla Certosa di Santa Maria (parcheggio gratuito) e alla radura del Pian delle Gorre (parcheggio a pagamento durante la stagione estiva).

In treno

Dalla Pianura Padana

Per l’alta Val Tanaro: scendere alla stazione di Ceva.
Per la Valle Pesio: scendere alla stazione di Mondovì o a quella di Cuneo.

In autobus

  • Per Cuneo: con Flixbus;
  • Per la Valle Pesio (Cuneo – Chiusa Pesio – Certosa di Pesio), Linea n. 43: con Grandabus.
  • Per la Valle Pesio (Mondovì – Chiusa Pesio), Linea 96: con Grandabus.
  • Per la Valle Tanaro (Ceva – Ormea): con RTPiemonte.
  • Per la Valle Tanaro (Imperia – Ormea): con RTPiemonte.

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Foto apertura tratta dalla pagina Facebook di Aree Protette Alpi Marittime

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