Gender gap anche nei nomi delle strade

Su 100 strade, solo 7 sono intitolate a una donna, il 50 per cento delle quali è una martire o una vittima. Per questo è nato, su Facebook, il gruppo "Toponomastica femminile". Con molte seguaci

parità di genere nei nomi delle strade

GENDER GAP NEI NOMI DELLE STRADE

Il gender gap colpisce le donne anche nell’intitolazione di una strada, di una piazza, di un luogo pubblico. Donne dimenticate: dai discorsi, dalla storia, dall’immaginario collettivo. Persino dai nomi delle strade. Una rimozione gigantesca,  irreale, dai numeri impressionanti. Nelle nostre città, in media, su 100 nomi di strade, piazze e viuzze, solo 7 sono intitolate alle donne. Di cui, la metà sono martiri, o vittime di crimini particolarmente cruenti, spesso femminicidi.

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PARITÀ DI GENERE NEI NOMI DELLE STRADE

La cancellazione, quasi completa, di centinaia e centinaia di storie di donne positive, importanti, esemplari: donne di scienza, letterate, politiche, giornaliste, artiste, sportive. Col risultato, assai spiacevole di camminare in città profondamente impari, che restituiscono solo meno della metà della complessità della storia e che rischiano di impedire l’identificazione delle cittadine con modelli di donna diversi dalle sante o dalle vittime.

Da questa profonda consapevolezza è nato, nel 2012, il gruppo di Toponomastica Femminile, idea collettiva che ha lo scopo di restituire voce e visibilità alle donne che hanno contribuito, in tutti i campi, a migliorare la società. Il gruppo di ricerca, nato su Facebook, si è trasformato in associazione vera e propria nel 2014, presieduta da una professoressa di geografia in pensione, Maria Pia Ercolini, da sempre attenta al rapporto tra donne e città.
I trecento associati e i diecimila “simpatizzanti” sui social del progetto si impegnano a raccogliere dati e articoli sui singoli territori, e, in modo più attivo, fanno vere e proprie ricerche sul campo, censimenti. Numerando, classificando e catalogando quante strade del paese sono dedicate alle donne, e a quali categorie di donne.
Non solo: parte importante del progetto è quella di sollecitare e sensibilizzare le istituzioni affinché strade, piazze, giardini e spazi urbani  siano dedicati a donne. Non per un mero vezzo numerico, bensì, come specifica Ercolini in un’intervista al quotidiano La Repubblica: « Per creare modelli culturali, bisogna scegliere chi ha agito e non subito perché le ragazze abbiano nuovi modelli da seguire».

La creazione di nuovi modelli culturali, che ridefiniscano i modelli del femminile (e, di conseguenza, del maschile), passa anche attraverso un lavoro sui media, con una rivista, Vitamine Vaganti, con il relativo portale, nel tentativo di portare in agenda il tema della toponomastica femminile ma anche, più in generale, della lotta alla disparità di genere e il sessismo. La rivista, a cadenza periodica, ospita interventi di spessore, quasi tutti al femminile, sulle tematiche di genere.

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PROGETTO TOPONOMASTICA FEMMINILE

Il tema, al solito, è la visibilità delle donne nello spazio pubblico, anche a partire da un atto apparentemente “formale” come il dare nome alle strade. Ma dare un nome alle cose significa renderle reali, ed è questo l’obiettivo: aprire le tende sull’immenso contributo delle donne alla storia del mondo. Dal primo censimento toponomastico del 2002, comunque, qualche passo avanti sembra essere stato fatto, e il numero di strade intitolato a donne e ragazze è salito. A Roma, per esempio,  l’associazione è presente nella commissione toponomastica, e su oltre 16mila strade siamo passati dal 7,7% del 2012 all’8,6% del 2020, che in realtà rappresenta un incremento significativo leggendo i numeri in senso assoluto.
A Napoli, poi, il sindaco ha ottenuto che ad ogni delibera per le intitolazioni, il rapporto diventi di due intitolazioni a donne per ogni intitolazione a uomini, per ridurre un gap ancora significativo.

Una lotta pacifica e simbolica ma molto importante che piano piano permette alle cittadine e ai cittadini di ottenere una rappresentazione della storia più paritaria e eguale. Che passa anche, e soprattutto, dall’educazione alla parità di genere, altro obiettivo dell’associazione, molto attiva sul territorio anche con convegni, congressi, mostre fotografiche  e corsi da dedicare alle scuole primarie e superiori.

Esperienze analoghe di toponomastica al femminile ci sono anche a livello europeo: appena l’anno scorso, nell’aprile del 2019, a Parigi, un flash-mob ha a Parigi ha sostituito con intitolazioni femminili le strade del terzo arrondissement (Marais) dedicate ad eventi storici o a uomini.  Qui la gallery:

 

(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dal gruppo pubblico Facebook di Toponomastica Femminile. Le foto parigine sono di Paola Bortolani)

STORIE DI DONNE:

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