Pascarosa: l’architettura sostenibile dei trulli

Il Trullo Sovrano è un monumento dell’antica architettura in Puglia.Il Parco Naturale Satia e la leggenda del guaritore Sèppe Lesirre

Masseria Satia Piccola in c.da Pascarosa, Ostuni conosciuta come Trullo Sovrano - Prospetto Est - ingressi al trullo con due ampi cortili divisi da un muro contenente mangiatoie

Il famoso poeta salentino Piero Gatti descriveva la zona del borgo di Pascarosa come un “dolce Paradiso Terrestre”. Questo pittoresco villaggio di trulli è in piena campagna, al centro tra i comuni di Martina Franca, Cisternino e Ostuni, nella Puglia più conosciuta per le sue eleganti masserie. Ma qui, passeggiando tra stradine bianche, muretti a secco e cavità carsiche, si possono scoprire i segreti dell’architettura sostenibile alla base della costruzione dei trulli.

Il Trullo Sovrano

Tra questi il più bello, e unico nel suo genere, è il Trullo Sovrano, il cui nome non dipende solo dalle maestose dimensioni, ma innanzitutto dal fatto che il cono è stato costruito sopra a un altro manufatto, creando una sobria, funzionale ed elegante armonia architettonica.

La masseria Satia 

Il Trullo Sovrano fa parte della masseria Satia, una delle più antiche di tutta la zona di Ostuni. Il termine deriva dal latino sativa, che vuol dire “coltivata”: una chiara indicazione di come il microcosmo del Trullo Sovrano fosse il cuore pulsante di un’attività agricola sovrapposta alla vita familiare degli abitanti della zona.

Il Parco Naturale Satia

Pascarosa si raggiunge da Ostuni, percorrendo la distanza di una quindicina di chilometri, in gran parte di strade sterrate, in bicicletta oppure a piedi. Prima di arrivare nel centro del piccolo borgo, si attraversano i sentieri del Parco Naturale Satia, ricco di piante arboree, tra le quali spettacolari ciliegi. Il Parco è ben attrezzato, con panchine e cuscini per chi non ha voglia di sedersi sull’erba e i proprietari organizzano dei picnic, con cibo rigorosamente a chilometro zero, servito su semplici tavoli di legno sparsi sotto gli ulivi. L’orario ideale per passeggiare in questa zona è il tramonto, quando i colori del cielo trasformano i grandi coni dei trulli di Pascarosa in dune di sabbia del deserto. L’aspetto più impressionante è lo stato di conservazione dei trulli: sono intatti, comprese le aie, i forni e le stalle. Da qui si coglie la capacità di creare con materiali poveri e sostenibili, a partire dalla pietra calcarea della Murgia, degli autentici microcosmi, dove si svolgeva in perfetta simbiosi l’attività lavorativa e la vita in famiglia. Il Trullo Sovrano rappresenta un monumento dell’architettura sostenibile della Puglia: l’intero complesso ha una parte bassa, composta da sei trulli, destinata all’abitazione, alle stalle, al forno ed ai pagliai, e un grande tetto conico. Sul piazzale esterno, compaiono ancora i resti di un’antica cisterna, con la quale i contadini-architetti di Pascarosa raccoglievano le acque piovane, non sprecando una goccia di una risorsa naturale che spesso scarseggiava.

Il guaritore e veggente Sèppe Lesirre

Fino agli anni Settanta, il Villaggio di Pascarosa è stato la meta di migliaia di persone che arrivavano qui per incontrare Giuseppe Argentiero, noto come Sèppe Lesirre (Li Serre è l’antico toponimo di Pascarosa), guaritore e veggente, che curava con erbe officinali. Un facoltoso residente della zona riuscì a fare istituire una fermata del treno a Pascarosa, nella tratta in direzione di Lecce, per facilitare il pellegrinaggio. E la leggenda vuole che il nuovo nome del villaggio nasca dai nomi femminili Pasqua e Rosa, le due mogli del facoltoso residente.

Informazioni utili

Per qualsiasi informazione su Pascarosa, frazione di Ostuni, si può scrivere a:
[email protected]
Per organizzare visite guidate ed escursioni:
[email protected]

Come arrivare

A Pascarosa si arriva dalla piazza centrale di Ostuni, con una passeggiata di circa 15 minuti. A Ostuni, invece, si può arrivare:

  • In aereo, atterrando allo scalo di Brindisi (da qui 30 minuti di auto o di minibus) o all’aeroporto di Bari (1 ora di auto di minibus).
  • In treno, da Brindisi (33 chilometri di linea, 25 treni al giorno) in circa 20 minuti; da Bari (72 chilometri di linea, 26 treni al giorno) in circa 50 minuti.
  • In auto, da Roma sono 583 chilometri (prima autostrada A16 Roma-Napoli- Bari, poi statale A16 fino all’uscita di Ostuni-Villanova), per un totale di circa 6 ore di viaggio.

Credit foto di copertina @proloco.ostuni

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