Basta guardarla, Italica Grondona, 102 anni, per avere voglia di affibiarle il soprannome di Highlander, citazione cinematografica del film L’Ultimo Immortale con Mel Gibson protagonista. Già, perché Nonna Lina, com’è chiamata da tutti, è nata nel 1917, è già sopravvissuta all’influenza spagnola ed ora ha una voce in Wikipedia per essere una delle più anziane pazienti a guarire dalla sindrome Covid-19.
PAZIENTE PIÙ ANZIANA A GUARIRE DAL CORONAVIRUS
Tempra indistruttibile vecchia scuola, e sorriso contagioso, per guarire dal Coronavirus a Nonna Lina non è servita nessuna particolare terapia, soltanto molta attenzione e le cure previste per le sindromi respiratorie. La dottoressa che si è presa cura di lei presso l’Ospedale San Martino di Genova, Vera Sicbaldi, non è del tutto sorpresa da questo ottimo risultato. Da subito aveva avuto il sentore che il decorso della malattia, per la nonnina, sarebbe stato positivo e sereno. Senza necessità di essere intubata o di ossigeno. Ricoverata a metà marzo, da poco ha spento le candeline dei suoi 102 anni, in convalescenza presso la casa di riposo che la ospita.
Il suo caso è già all’attenzione della comunità medica, unanimamente convinta che, dietro la speciale longevità e resistenza degli ultracentenari, si nasconda un segreto genetico o comunque una robustezza del sistema immunitario inusuale. Lo rivela, in un’intervista all’AdnKronos, Raffaele De Palma, immunologo e internista del San Martino, secondo il quale le persone più anziane sarebbero in qualche modo più attrezzate per resistere ai virus, in quanto nel corso della loro lunga vita sarebbero venuti a contatto con tutta una serie di agenti virali diversi.
Appena fuori dall’ospedale, Nonna Lina è diventata una star: del suo caso ha parlato persino la CNN, e tra le tante telefonate di congratulazioni ricevute, anche quella del governatore della Liguria Giovanni Toti, che l’ha cercata per ricevere speranza e portare il saluto di tutta la regione, contenta della guarigione e stretta intorno alla nonnina sprint.
ITALICA GRONDONA
Proprio così, sprint, perché una delle grandi passioni di Italica, dopo la musica rock e i Queen, sono le moto. Il suo idolo è Valentino Rossi.
La passione per il motociclismo e le gare è nata grazie ad una sua amica, sposata con un patito di corse automobilistiche. Da lì a diventare grande tifosa del campione pesarese, il passo è stato breve: ha addirittura una sua foto autografata che tiene sempre accanto a sé, legata al deambulatore che utilizza, e non poche volte aveva espresso il desiderio di conoscerlo, non appena tornata a casa. E così, un giorno, un numero sconosciuto illumina il display del suo telefonino: dall’altro capo del filo Valentino Rossi in persona, che l’ha addirittura invitata a vederlo correre.
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ANZIANI GUARITI DAL CORONAVIRUS
Non solo Nonna Lina: in Italia sono 4 gli ultracentenari “di acciaio” che al Covid-19 hanno fatto uno sberleffo, con il coraggio e la voglia di vivere che li ha contraddistinti in tutta la loro strada. C’è Alberto Bellucci, 101 anni, che, da alpino durante la Seconda Guerra Mondiale non ha avuto paura di gettarsi da un treno in corsa per evitarsi la prigionia in Jugoslavia scampando ai tedeschi. Figuriamoci avere paura di un virus invisibile. Lo ha sconfitto a Rimini, ricoverato all’ospedale Infermi per soli 3 giorni e una sola crisi respiratoria brillantemente superata. Ora è tornato a casa dalla moglie Marcella, le figlie, le nipoti, i conigli e le galline del giardino.
E poi c’è Ada Zanusso, 104 anni ad agosto, di qualche mese più grande di Nonna Lina, così da strapparle il primato della più anziana guarita dal Covid-19. Contratto, purtroppo, nella residenza assistita dove abita, nel Biellese, adesso chiusa per le misure di contenimento.Non c’è stato nemmeno bisogno di trasferirla in ospedale, e quando le nipoti le dicono di essere diventata famosa per via del virus, lei allarga le spalle e sostiene di avere qualcuno, lassù, che ha pensato a lei. Il segreto della sua lucidità e della sua tempra? Non ne ha dubbi: la campagna, la vita all’aria aperta, i giornali e i libri che legge tutti i giorni.
A Cremona, invece, Michelangelo Scutellà, 97 anni compiuti a gennaio, nato alle pendici dell’Aspromonte, dopo un ricovero di due settimane all’ospedale di Asola, nel mantovano, nella sua stanza aspetta impaziente la fine della sua convalescenza, guardando in tv i Mondiali del 1982. Dopo una vita da giramondo, da ufficiale di Marina, oggi, durante il lockdown, ha solo due rimpianti: il primo è quello di non riuscire a far visita alla tomba dell’amatissima moglie Paola, e la seconda di non riuscire ad andare fino all’edicola vicino casa per comprare il Corriere della Sera e Oggi. Le passeggiate aspetteranno, i giornali a casa glieli porta l’edicolante, e di tempo ne avrà ancora tantissimo.
(Immagine in evidenza tratta da Twitter)
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