Viaggiare in bicicletta : un bellissimo modo per immergersi nella natura, far correre le ruote di sentieri incontaminati scoprendo paesaggi inesplorati, nuovi scorci, cartoline da fotografare mentre il vento passa tra i capelli. Ma cosa succede quando a fare da protagoniste nella scenografia sono centinaia e centinaia di bottigliette di plastica abbandonate lungo il tragitto?
PEDALARE CONTRO LA PLASTICA
Questa è la domanda che si è posta Myra Stals, giovane cicloturista olandese di 34 anni, che durante i suoi viaggi in bicicletta, che ha affrontato rigorosamente da sola con quattro borse agganciate al telaio della sua mountain bike, si è sempre trovata davanti lo scenario desolante di tonnellate di bottiglie e rifiuti in plastica lungo le strade.
Il primo viaggio, della durata di 4 mesi, nel 2016. Myra ha pedalato per chilometri e chilometri, attraversando 18 paesi europei, mentre invece, nell’estate 2018, si è spostata per 6 settimane in direzione dei Balcani. Di questi viaggi ricorda con fastidio l’enorme quantità di plastica disseminata ovunque lungo la strada e il senso di impotenza nel non poter raccoglierla tutta per via delle borse da viaggio già piene.
Da questa riflessione all’azione il passo è stato breve: Myra ha deciso di pedalare non più solo per piacere ma con una missione: ripulire i sentieri dalla plastica che li inquina, convinta che le rivoluzioni che contano partano sempre da un gesto virtuoso che tutti possono compiere. E imitare.
PROGETTO CYCLE 2 RECYCLE
Nasce così il progetto Cycle 2 Recycle, che la sta portando su e giù per l’Europa alla guida di una bici-cargo per raccogliere plastica abbandonata. Strade di montagna e sentieri non molto battuti percorsi con una bici che, per la sua conformazione, non è adattissima ai percorsi montuosi, visto il peso e il baricentro, ma che Myra inforca con una forza e una determinazione che le deriva soltanto da una passione fortissima, quella della salvaguardia dell’ambiente, che unisce all’amore per il pedalare.
Da Torino verso la Valle della Mosella in Germania, e ritorno, impegnandosi a raccogliere la maggior quantità possibile della plastica che trova lungo la strada.
Ma il progetto di Myra è tutto meno che velleitario: non si ferma alle passeggiate di chilometri in bicicletta per raccogliere bottigliette e rifiuti, ma intende soprattutto sensibilizzare le persone sull’utilizzo della plastica monouso e non riciclabile.
Questo perché, purtroppo, la consapevolezza del peso ambientale dell’uso, e del conseguente spreco, di bottiglie e flaconi è ancora molto limitata. Persino in paesi comunemente attenti all’impatto ambientale dei comportamenti di acquisto, come la Svizzera, hanno plastica dappertutto nella natura: in un tratto di 25 chilometri tra Martigny e Monthey, il 90-95% della plastica abbandonata lungo la strada è costituita da bottiglie.
Tonnellate e tonnellate di materiale plastico non riciclabile e altamente inquinante lasciato a decomporsi nei boschi, sui sentieri, tra l’erba, con un effetto deleterio sull’ecosistema.
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RACCOGLIERE PLASTICA IN BICICLETTA
Una volta tornata a Torino, poi, Myra ha intenzione di attivare un centro di smistamento e riciclo della plastica, da finanziare con il denaro ricevuto attraverso la campagna di raccolta fondi che ha attivato. Un circolo virtuoso che intende arrivare alla progettazione e la creazione di oggetti in plastica riciclata e durevole, partendo dal basso, coinvolgendo il più possibile la cittadinanza, e cambiandone decisioni e comportamenti di acquisto e utilizzo: meno plastiche non riciclabili più cultura del riuso. Perché il cambiamento parte dal basso, dai singoli, ed è solo così che si può pensare di arrivare al cuore del problema. Costringendo aziende, industria, commerci al dettaglio e mondo politico-istituzionale a prenderne atto ed agire di conseguenza.
(Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook del progetto Cycle 2 Recycle)
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