Non ho nulla di personale contro Alessandra Guerra, ex presidente della giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia. Ma la domanda è semplice: è giusto, anche considerando i tempi, che vada in pensione a meno di 50 anni? E poi: ci sono altri lavoratori, in altri settori che non sia il solito girone della politica, che possono oggi godere di questo privilegio?
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La signora Guerra è stata consigliere regionale, e anche presidente, tra il 1993 e il 2008. In appena 15 anni di militanza politica in un’assemblea elettica, altro privilegio, è riuscita a conquistare un monte contributi che oggi le consente di andare in pensione, da ieri, con un assegno mensile di 4.388 euro lordi (pari a 3.700 euro netti) per quattordici mensilità. Lei si difende così: “E’ un mio diritto, e nessuno me lo può togliere. Ho studiato, ho lavorato, mi sono sacrificata in tanti modi e oggi ho una pensione. Dove sta lo scandalo? Ero molto bella, e potevo fare tante cose, invece ho scelto la politica e mi sono rovinata con le mie mani…”.
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Lo sfogo della Guerra è comprensibile, anche perché intanto la sua carriera politica si è infranta sul muro di tanti cambi di casacca: lei è stata leghista, berlusconiana, e infine militante del Pd. Poi è arrivata la pensione. Ed è anche vero che siamo di fronte, purtroppo, a un diritto garantito dalla legge. Ma quante persone hanno lavorato e studiato ed a 50 anni hanno davanti, invece della pensione, ancora tanti anni di lavoro? La politica più che rovinarla, gentile Signora Guerra, le ha consentito di essere l’ultima baby pensionata italiana. Un bel record.
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