Sono davvero i mostri del mare? Temiamo gli squali anche per la letteratura che circonda la loro storia, e per la cronaca che segnala puntualmente i casi nei quali si verificano aggressioni all’u0mo (tra le 8 e le 10 persone perdono la vita ogni anno per gli attacchi degli squali), ma conosciamo molto poco di questi pesci e ignoriamo la sua centralità nella difesa dell’ecosistema marino. Quanto agli attacchi all’uomo, in realtà gli squali hanno un’alimentazione molto variegata (sono considerati quasi vegetariani) e le statistiche dicono che a fronte di una decina di morti l’anno per gli squali, si contano 2 milioni di persone che perdono la vita a causa delle zanzare e 400 per le api.
Caratteristiche fisiche
Gli squali sono un gruppo di pesci cartilaginei, di dimensioni medio-grandi, e con i sensi molto sviluppati. Lo squalo ha un corpo snello e idrodinamico, con muso e pinne pettorali allungati. Uno squalo bianco raggiunge una lunghezza di sei metri, con una velocità di 40 chilometri all’ora. Ha un’apertura delle mascelle che può arrivare a 60 centimetri, una lunghezza dei denti da 5 a 7 centimetri, e dispone di 5 file di denti con un massimo di 300 denti.
I sensi degli squali
Gli squali hanno sensi molto sviluppati. Riescono a percepire rumori fino a 1.500 metri di distanza, odori fino a 500 metri (può individuare una particella alimentare o una goccia di sangue in mille litri d’acqua) e pur non riconoscendo i colori (tranne il verde) hanno una vista che arriva a 25 metri di distanza. Il campo visivo dello squalo è molto ampio in quanto gli occhi sono posizionati ai lati della testa.
Squali nel mondo
Le specie di squali conosciuti nel mondo sono 530, delle quali 47 si trovano anche nel Mediterraneo. Nell’ultimi mezzo secolo, specialmente per le catture illegali, gli squali sono diminuiti di oltre il 70 per cento. Attualmente nel mondo il 35 per cento degli squali sono a rischio estinzione, e questa percentuale sale al 50 per cento nel Mar Mediterraneo. Nel rischio estinzione degli squali incidono anche i loro tassi di crescita molto lenti, una bassa fecondità (partoriscono in media 8-10 piccoli l’anno), la tardiva maturità sessuale (in media intorno ai 7 anni) e un lungo ciclo vitale lungo (in media di circa 30 anni, ma ci sono squali, come lo squalo della Groenlandia, che possono vivere anche circa 300 anni). Tutto questo si traduce in un ricambio della biomassa che procede con tassi estremamente rallentati, esponendo gli squali anche alle più flebili pressioni dell’uomo, come la pesca selvaggia, a caccia della carne e delle pinne.
Pesca degli squali
I paesi dove gli squali sono più pescati nel mondo sono, nell’ordine, l’Indonesia, la spagna e l’India, mentre l’Italia risulta la nazione dell’Unione europea che importa più carne di squalo (4.245 tonnellate all’anno). Cosa è pregiato dello squalo al punto da spingere a una caccia selvaggia di questo pesce? Da un lato la sua carne viene scambiata con quella di pesci più pregiati, come il pesce spada, dall’altro lato c’è il fenomeno dello shark finning, la rimozione delle pinne. Con le pinne degli squali si preparano, nella cucina orientale, zuppe e rimedi medicinali molto richiesti. Questo spiega il prezzo delle pinne di squalo che può arrivare fino a 400 dollari al chilo, e il fatto che ogni anno vengono uccisi tra i 70 e i 100 milioni di esemplari, con diverse specie ormai a rischio estinzione.
Squali a rischio estinzione
Gli squali considerati più a rischio estinzione, o addirittura già estinti, sono:
- Lo squalo di Pondicherry, in India e nel Sud-est asiatico. Probabilmente estinto.
- Lo squalo perduto o squalo dalla cosa piccola, nel Sud- est asiatico. Probabilmente estinto.
- Lo squalo del Gange in india
- Lo squalo dal muso a stiletto nelle coste nordorientali del Sud America
- Lo squalo toro in tutti gli oceani del mondo
Cosa mangiano
I più grandi squali al mondo, lo squalo balena (fino a 19 metri) e lo squalo elefante (fino a 12 metri) si nutrono con il plancton, con animali microscopici, piccoli pesci (come polpi e calamari) e alghe. In definitiva gli squali possono essere considerati una specie quasi vegetariana. Quanto agli attacchi all’uomo, quelli documentati dal 1580 sono 814, dei quai 132 mortali. I pesci di questa specie davvero pericolosi per l’uomo sono pochi e ben identificati, ovvero lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), lo squalo leuca (Carcharhinus leucas) e lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), tutti appartenenti alla famiglia dei carcarinidi. Si tratta di grossi predatori, che possono raggiungere diversi metri di lunghezza, hanno una distribuzione globale e consumano anche leoni marini, foche e altri pinnipedi, oltre che piccoli cetacei.
Gli squali nelle acqua dei bagnanti
Altri squali sono pericolosi per l’uomo e possono trovarsi nelle acque basse piene di bagnati e dove si radunano le loro prede naturali. Sono squali più piccoli come lo squalo pinna nera del reef (Carcharhinus melanopterus) o lo spinner (Carcharhinus brevipinna). Qui l’attacco nasce da un errore di valutazione dello squalo: preso dalla fame, mordono le gambe di un bagnante confondendole con una loro preda naturale, ma in genere poi fuggono dopo il primo morso.
Ruolo degli squali nell’ecosistema
Gli squali sono molto utili per l’ambiente, e per diversi motivi. Più sono grandi e longevi e più riescono a immagazzinare carbonio: quando muoiono, il carbonio viene sequestrato nei sedimenti. Inoltre gli squali, che sono dei predatori all’apice della catena alimentare marina, contribuiscono a tenere in equilibrio l’ecosistema e limitano i numeri delle specie erbivore favorendo così la crescita di quelle foreste marine che stoccano il carbonio e assorbono l’ossigeno. Eliminando specie malate e deboli, gli squali di fatto controllano e riducono il diffondersi di malattie all’interno dell’ecosistema marino.
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