Perché fa bene guardare le stelle

Una bussola che ci fa sentire parti dell’universo. Una fuga dal caos e dallo stress, ma anche la luce che aiuta a vincere l’indifferenza. E ci consegna le domande che restano, quelle di senso

Perché fa bene guardare le stelle

Tutti abbiamo bisogno di guardare le stelle e godere dei benefici di questo semplice ma potente gesto. Dai primi tempi della vita umana, le stelle non hanno rappresentato soltanto un mistero, una bellezza da ammirare, una bussola per orientarsi nel cosmo. Ma sono state, e restano, uno strumento di connessione tra gli esseri umani, che evoca anche pulsioni emotive, filosofiche e religiose.

Sono le stelle che ci fanno sentire parti viventi dell’universo, puntini un puzzle dove non siamo mail soli, e abbiamo bisogno di un’armoniosa compagnia. Le emozioni scatenate dall’osservazione delle stelle portano una serenità che nasce da un’osservazione meditata. Innanzitutto il mistero ci proietta lontano, in una dimensione di futuro che ci allontana completamente dall’affanno presentista della dimensione quotidiana. Una fuga dal caos, dallo stress, dall’ansia, dalla paura di non farcela: ma non solo. C’è anche l’occasione di ricercare le risposte alle domande che più contano, quelle di senso (Da dove vengo? Dove finirò? Cosa c’è dopo?), e di riportare la dimensione della morte, il Dopo dei Dopi, al suo sbocco naturale, una parte integrante dell’esistenza, senza rimuoverla nello spreco di un’inutile ricerca della vita eterna. Cercata con il lanternino delle ossessioni per il benessere, il cibo di qualità, la longevità, il continuo ritocco del corpo.

Le stelle che maghi e chiromanti utilizzano per prevedere il futuro, sono la luce di una veduta d’insieme, mistica e concreta allo stesso tempo, che unisce la Terra all’Universo, l’Uomo al Divino. L’equilibrio delle stelle aiuta a riflettere su una tessitura più complessiva di tutto ciò che ci circonda e definiamo Natura, alla quale apparteniamo, come singoli partecipanti di un’orchestra che suona spesso strumenti scordati, e della quale siamo solo custodi provvisori, incaricati però di non dimenticare mai chi viene dopo di noi.

L’approccio filosofico dell’osservazione delle stelle è il tappeto volante sul quale possiamo salire, alzando lo sguardo verso l’alto (un esercizio utile per piegare la corrente tentazione verso il buio dell’indifferenza), per conquistare un metodo nel nostro stile di vita. Il dialogo come alternativa alla sopraffazione. La bellezza contro il rapporto da invasori barbarici con tutto ciò che ci circonda. L’ascolto, anche nel silenzio, prima di pronunciare opinioni che non possono mai diventare sentenze. La curiosità illimitata, fonte di vitalità, di energia naturale e anche di ottimismo della volontà.  Lo sguardo lungo, anche utopistico, per non restare intrappolati nell’eterno presente.

Il cosmo, e la sequenza delle stelle, specie in quelle notti nelle quali ci avvolgono come un unico lenzuolo fatto di puntini bianchi, aiutano a farci capire quando siamo piccoli e grandi allo stesso tempo. Piccoli, di fronte all’immensità del cosmo, alle sue vie infinite, divaricanti e incrociate. Grandi per l’unicità che contraddistingue, all’interno dell’universo, ciascuna persona umana, con i suoi pensieri, ma anche la sua dose di responsabilità.

Per gli studiosi il firmamento è come un sito archeologico: più si scava, e più si scopre. Continuamente, senza sosta. Per gli uomini tutte le stelle, nessuna esclusa, sono come la cometa che accompagnò i Re Magi verso la mangiatoia dove era nato Gesù. Una guida, una bussola, un riferimento. Tutte buone ragioni per le quali dovremmo proteggere le stelle, considerarle parte integrante del creato del quale siamo custodi, difenderle, per esempio, dal virus che più le ha colpite con la modernità: l’inquinamento visivo scatenato e amplificato dal moltiplicarsi, talvolta del tutto inutile e spreco assoluto, di luci artificiali. Abbiamo bisogno dell’ossigeno del cielo buio, del suo mistero, della sua silenziosa quiete, della notte che lo avvolge. Una tela dove l’unica punto luminoso è la luce delle stelle.

Frasi celebri sulle stelle 

  • <C’era una stella che danzava e sotto quella sono nata> William Shakespeare

Tutti siamo nati sotto una stella che balla, e abbiamo un destino. Ma la differenza, l’unicità di ciascuno, è la somma delle domande e delle risposte che costruiamo nella tessitura della vita. La luce della stella è un inizio e una fine, il resto dipende dalla nostra volontà.

 

  • <Le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell’infinito> Confucio

Sono i nostri sogni, con le nostre passioni, a riempire i buchi circondati da un’immensità che non ha confini.

  • <Quando miro in ciel arder le stelle; dico fra me pensando: a che tante facelle… ed io chi sono?> Giacomo Leopardi

Il fuoco acceso dalle stelle è la torcia che ci accompagna verso l’orizzonte, tutto da esplorare, delle domande di senso, quelle che, una volta arrivate, restano per sempre. Chi sono? Da dove arrivo? Dove vado?

  • <Se si guarda troppo fisso una stella, si perde di vista il firmamento> Edgar Allan Poe

Un’altra lezione che arriva direttamente dalla luce delle stelle. La loro attrazione può incantarci, inchiodarci nel particolare, facendoci smarrire il senso dell’universale. Come quando ci perdiamo nei dettagli e perdiamo la visione d’insieme delle cose.

  • <I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là> Jim Morrison

L’importante è alzare lo sguardo, non restringerlo al cunicolo che porta solo al proprio ombelico. E andando verso l’alto si incrociano i sogni, sempre presenti all’appello della vita, sempre possibili.

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