Il freddo anomalo smentisce il riscaldamento globale? No, è vero esattamente il contrario

Diverse ricerche dimostrano che le correnti di aria fredda colpiscono intensamente regioni temperate e in stagioni solitamente calde proprio a causa dell’aumento delle temperature ai Poli. Nello specifico lo scioglimento dei ghiacci contribuisce ad innescare fenomeni complessi che spingono le correnti gelide verso Sud

SCIOGLIMENTO GHIACCI FREDDO

Pioggia, freddo e metri di neve in montagna ancora a maggio inoltrato. In questa primavera il termometro stenta a decollare fornendo un assist a chi, spesso dolosamente, mette in discussione i reali effetti del riscaldamento globale. Il freddo, sostiene qualcuno (tra cui, ad esempio, il presidente Trump e qualche testata giornalistica nostrana), sarebbe la dimostrazione empirica di quanto le teorie sul cambiamento climatico siano una bufala. Peccato che i meccanismi che innesca Madre Natura funzionino con una logica fortemente contro intuitiva, ragione per la quale è vero esattamente il contrario: fa freddo, anche quando non dovrebbe, proprio a causa degli stravolgimenti che stanno colpendo il nostro Pianeta.

PERCHÉ FA FREDDO

“Ci sono 60 gradi sotto zero, le persone non possono stare all’aperto per più di qualche minuto: riscaldamento globale che fine hai fatto? Torna presto, abbiamo bisogno di te!”. Qualche mese fa scherzava così, su Twitter, l’uomo più potente del mondo, Donald Trump, rivelando una verità molto preoccupante: gli sforzi profusi finora per sensibilizzare i cittadini sui rischi che corriamo non sono ancora abbastanza. Per combattere questo scetticismo è necessario un rigido approccio scientifico che sia in grado di svelare le ragioni dei fenomeni che, sempre più spesso, impattano concretamente la nostra vita. Per quanto riguarda le correnti di aria fredda particolarmente rigide o che si manifestano in stagioni solitamente calde, diversi studi dimostrano che esiste una relazione tra il riscaldamento della temperatura dell’Artico e ciò che succede a livello meteorologico nell’emisfero Nord.

PERCHÉ FA FREDDO

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RISCALDAMENTO GLOBALE FREDDO

Nello specifico le ondate di freddo sono legate, nella maggior parte dei casi, ad un fenomeno atmosferico che prende il nome di vortice polare. Quest’ultimo consiste in una zona di bassa pressione che ruota in senso antiorario sul Polo Nord. Il comportamento standard di quello che tecnicamente è un ciclone è tendere a non espandere la sua dimensione, concentrando il suo raggio d’azione nelle vicinanze del Polo. I venti in quota che circondano l’Artico riescono infatti a trattenere ad alte latitudini l’aria più fredda. Se però, le temperature si alzano, facendo sciogliere i ghiacci, l’acqua si scalda di più e quindi evapora. Una volta raggiunta l’atmosfera, il vapore contribuisce ad alzare il tasso di umidità che, superato un certo limite, contribuisce a rompere il vortice polare, che comincia ad espandersi verso sud, ossia verso il continente.

SCIOGLIMENTO GHIACCI FREDDO

Inoltre bisogna prendere in considerazione che gli oceani, quando non sono ricoperti dal ghiaccio, assorbono un’enorme quantità di calore durante l’estate per poi rilasciarla d’inverno. Fenomeno che, al Polo, da’ vita a un sistema di aria calda che spinge verso sud l’aria fredda polare. Ovviamente le spiegazioni scientifiche di certi effetti meteorologici non si esauriscono in queste teorie ma, bensì, trovano una definizione in una serie di fattori convergenti. In generale, però, è innegabile che l’aumento costante delle temperature, che altro non è che una maggiore quantità di energia nell’atmosfera, contribuisca a scatenare fenomeni complessi, capaci di stravolgere la storia metereologica di regioni intere.

DIFFERENZA TRA METEO E CLIMA RISCALDAMENTO GLOBALE

Infine bisogna ricordare che gli eventi episodici, come un maggio particolarmente freddo, vengono considerati dai climatologi fenomeni meteorologici, che trovano il loro raggio di azione in un momento limitato nel tempo. Mentre il cambiamento climatico globale, e il surriscaldamento del Pianeta, rientrano in un ambito di ricerca più approfondito (quello climatico) che prende in esame gli stravolgimenti che accadono nell’arco di almeno 150 anni.

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