Perche’ non compriamo italiano?

Martedì 17 aprile, intervenendo come di consueto al programma Gianvarietà su Radio Uno, ho parlato della crisi dell’industria dell’auto. E citando un articolo (pubblicato dal Corriere della Sera) molto ben documentato di Nino Lo Bianco, presidente della società BIP e uno dei maggiori esperti di questo settore, ho ricordato una contraddizione, uno spreco per il sistema […]

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Martedì 17 aprile, intervenendo come di consueto al programma Gianvarietà su Radio Uno, ho parlato della crisi dell’industria dell’auto. E citando un articolo (pubblicato dal Corriere della Sera) molto ben documentato di Nino Lo Bianco, presidente della società BIP e uno dei maggiori esperti di questo settore, ho ricordato una contraddizione, uno spreco per il sistema Italia, nel nostro modo di acquistare automobili. In pratica: mentre i francesi e i tedeschi acquistano, nel 75 per cento dei casi, solo prodotti nazionali, gli italiani si fermano al 25 per cento, la quota di mercato della Fiat. Si dice: questo dipende dai prodotti. Vero solo a metà. Innanzitutto la Fiat nel segmento di piccole e medie cilindrate fa auto molto avanzate e competitive nel mondo, e poi in Francia e e in Germania esiste un sistema Paese che, giustamente, tutela senza protezionismo ma con molta efficacia l’industria nazionale. Perché, mi sono chiesto nel corso del programma, non fare qualcosa del genere anche in Italia? Perché non "comprare italiano" nel nostro Paese, che farebbe bene a tutti? Dopo il programma ho ricevuto diverse mail di commento: ne pubblico qui, nel nostro sito, una molto significativa con la mia risposta.

Mi chiamo Aurelio vivo in un paesino della provincia di Catania, ascolto sempre Radio Uno tra le 14.30 e le 15.30, il programma Gianvarieta, e il martedì aspetto il suo intervento con molto interesse. Nella puntata del 17 aprile ho sentito che dovremmo essere più nazionalisti (in un epoca dove tutto ci dice di essere il più europeisti possibile) e comprare macchine Fiat. Posso anche essere d’accordo, ma non riesco a capire perché un siciliano dovrebbe comprare un’auto Fiat quando la Fiat ha abbondonato la Sicilia CHIUDENDO LO STABILIMENTO DI Termini Imerese abbandonando un territorio già devastato dalla mafia e dalla cattiva politica o meglio da cattivi politici. Saluti e grazie .

Caro Aurelio, purtroppo hai ragione la Sicilia è stata abbandonata e non solo dalla Fiat, ma come tu scrivi dalla cattiva politica e da una gestione del territorio dove l’unico potere che conta davvero è quello della mafia. Vuoi la prova? La Fiat ha annunciato il suo ritiro da Termini Imerese ormai già da alcuni anni, e in tutto questo tempo abbiamo solo letto di fantomatiche proposte di nuova industrializzazione e di nuova destinazione dell’area. Ma di concreto non si è visto nulla, assolutamente nulla. E anche questo è il segno di un sistema Italia che invochiamo nelle parole e nelle interviste del ministro o dell’assessore di turno ma è solo un fantasma.

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