Può essere un disturbo transitorio, ma anche definitivo. Difficilmente è il sintomo di problemi più gravi, ma in ogni caso la perdita dell’olfatto, o anche detta anosmia, va valutata con attenzione con il proprio medico.
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PERDITA DELL’OLFATTO
Invecchiando, l’olfatto sicuramente peggiora e si calcola che dopo i 70 anni una persona su cinque non sappia più riconoscere correttamente gli odori del fumo e del gas. In generale, in Italia si stima che circa il 12 per cento della popolazione abbia un’alterazione dell’olfatto.
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CAUSE
A parte l’avanzamento degli anni, la perdita dell’olfatto può essere associata ad altre malattie, e in questo caso va ben valutata con il medico:
- Raffreddore
- Sinusite
- Polipi nasali
- Allergie
RIMEDI
Se si tratta di una perdita transitoria, legata per esempio a un raffreddore in forma acuta, un’allergia o una sinusite, l’anosmia passa da sola e nel giro di pochi giorni. Non avete bisogno né di medicinali , né di specifiche terapie. In caso contrario, sarà il medico a dirvi se e quando ricorrere a specifici antibiotici.
COME SI ALLENA L’OLFATTO
Anche l’olfatto, come qualsiasi parte del nostro corpo, può essere allenato, abbassando così il rischio di perderlo, specie con il passare degli anni. Il metodo più efficace e semplice è quello della Smell and Taste Clinic dell’università di Dresda. Funziona così:
- Odorate per 10 minuti, 2 volte al giorno, per 3 mesi, quattro categorie di odori.
- Gli odori privilegiati per questo esercizio sono: rosa, eucalipto, limone, chiodi di garofano.
PERDITA DI OLFATTO E COVID
Purtroppo la perdita dell’olfatto è uno dei più frequenti effetti collaterali, nel medio e lungo termine, del Covid-19, come raccontiamo qui. Circa l’80 per cento dei pazienti colpiti dal coronavirus hanno avuto alterazioni dell’olfatto e del gusto. Che fare? Inutile sprecare soldi con medicinali che non funzionano: meglio puntare sui profumi: spezie, aromi naturali, agrumi e oli essenziali. In modo riprendere, lentamente, le proprie capacità olfattive. Intanto la ricerca è molto impegnata, considerando la diffusione di questo problema, a individuare nuove, possibili terapie per recuperare la sensibilità olfattiva dopo il Covid-19.
PERDITA DI OLFATTO CONSEGUENZE
Una perdita dell’olfatto molto prolungata può avere conseguenze a catena piuttosto dannose per la nostra salute. Si parte dalla perdita dell’appetito e si arriva alla mancanza di voglia di cibo. Da qui dimagrimento, malnutrizione e una possibile forma di depressione. Ma anche, in alcuni casi, difficoltà a parlare e deglutire.
TIPI DI PERDITA DI OLFATTO
La perdita dell’olfatto può avere diversi sviluppi, da qui anche una diversa classificazione della patologia.
- Anosmia e iposmia. Indicano la mancanza o la carenza dell’olfatto, che può essere causata da patologie (polipi nasali, infezioni virali, malattie neurodegenerative), condizioni temporanee come il trattamento con farmaci (alcuni antibiotici e antistaminici) o una radioterapia, fattori come fumo, problemi dentali o l’esposizione a sostanze chimiche quali insetticidi o solventi. L’anosmia può essere provocata anche da traumi cranici ed è una perdita completa dell’olfatto; l’iposmia invece indica una perdita parziale.
- Parosmia. Descrive un cambiamento nella percezione personale degli odori: un aroma familiare che risulta distorto o diverso, oppure qualcosa che di norma ha un buon profumo viene avvertito come disgustoso (in questo caso si definisce anche disosmia).
- Fantosmia. Si tratta invece del la percezione di odori che non esistono nella realtà.
- Ageusia. Significa non sentire il sapore dei cibi.
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