L’Italia a secco, Specie nelle regioni settentrionali. Con effetti devastanti per l’economia (innanzitutto per la filiera agroalimentare), e con prospettive che sono orientate solo verso il peggio. Montagne, fiumi, laghi: ovunque l’emergenza siccità è ai massimi livelli di allerta. Servirebbero 50 giorni di pioggia consecutivi per recuperare il terreno perduto. Impossibile. E il Paese intanto deve fare i conti con una domanda pari a 33 miliardi di metri cubi di acqua all’anno.
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Dolomiti senza neve
Ghiacciai che si sciolgono, neve dimezzata, laghi ad alta quota che si prosciugano. Questo è il quadro della crisi idrica sulle Dolomiti, a consuntivo del 2022 in Italia, l’anno più caldo della storia dal 1.800 a oggi. In particolare, la neve sulle Dolomiti nell’ultimo anno è diminuita del 56 per cento. Con prospettive ancora peggiori per il 2023.
La crisi del Po
Nel 2022 la crisi idrica del Po ha toccato il fondo. Il più grande fiume italiano (652 chilometri di lunghezza e un’ampiezza di 74.970 chilometri) ha visto la riduzione della sua portata al minimo storico: 170 metri cubi al secondo. I danni causati all’agricoltura italiana sono stati, solo per il 2022, pari a sei miliardi di euro. E secondo i calcoli di Coldiretti, se continua così, un terzo della produzione agroalimentare italiana è a rischio.
I grandi laghi
La situazione nei grandi laghi del Nord Italia è ancora peggiore di quella del Po. Le percentuali di riempimento sono molto basse: appena il 20 per cento nel caso del lago di Come, 35 per cento del lago di Garda e 38 per cento del lago Maggiore. La spiaggia di Como si è completamente ritirata, come sei ci fosse una bassa marea e questo rende molto incerte le prospettive di riempimento per il futuro.
Perché al Nord non piove più come prima?
Secondo gli esperti, al Nord non piove più come prima per due motivi, uno globale e l’altro locale, ma entrambi legati alla crisi climatica. Nel primo caso si tratta delle anomalie climatiche nel Pacifico; sotto il secondo punto di vista, invece, la mancanza di pioggia è legata all’innalzamento delle temperature in tutta l’area mediterranea. <Dobbiamo essere pronti a convivere con la siccità, perché le situazioni di crisi idrica saranno sempre più frequenti> avverte Massimiliano Pasqui, climatologo e ricercatore del Cnr.
Sprechi di acqua nelle reti
A fronte di una situazione che fotografa un Paese a secco, specie nelle regioni settentrionali, lo spreco di acqua nelle reti idriche colabrodo non tende a diminuire. Ogni giorno fuoriescono dalle tubature 41 metri cubi di acqua per chilometro quadrato. Un record europeo.
Il Rapporto “Copernico” sulla siccità
Il Rapporto “Copernico”, predisposto per conto della Commissione europea da parte di un gruppo di scienziati ed esperti del clima, e consegnato il 10 marzo 2023, avverte che “gran parte dell’Europa del Sud e dell’Ovest registra sostanziali anomalie dell’umidità del suolo e del flusso dei fiumi, a causa di un inverno eccezionalmente caldo e secco. Gli impatti sono enormi e pongono una serie di preoccupazioni su riserve idriche, agricoltura e produzione energetica”. Il Rapporto indica quattro paesi più a rischio: Francia, Germania, Spagna e ovviamente Italia (specie al Nord) E raccomanda innanzitutto di evitare al massimo gli sprechi di acqua.
Emergenza idrica
Secondo il Rapporto dell’Ocse Turning the tide, la domanda mondiale di acqua dolce supererà l’offerta del 40 per cento entro il 2030. Questo significa che l’emergenza idrica è destinata ad aumentare, specie se non riusciremo a gestire bene le reti, ridurre i consumi ed evitare gli sprechi.
Fonte immagine: Il Sole 24 Ore
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