Perchè piangere fa bene

Il pianto combatte lo stress ed elimina l'ansia. Ha un effetto liberatorio. Chi piange, dopo un'ora e mezza si sente meglio

PIANGERE FA BENE ALLO STRESS
Si chiama pianto liberatorio: quando piangere fa bene. Ma è una definizione imprecisa e vaga dei benefici, invece molto precisi e provati sul piano scientifico, che porta il pianto. Laddove il fattore liberatorio riguarda qualcosa che abbiamo dentro: l’ansia, lo stress, le tensioni, le angosce e le paure. Tutti fattori che avvelenano la qualità della vita, che invece migliora se non sprechiamo i benefici di un pianto liberatorio.

Perché piangere fa bene

Piangere fa bene e farlo non ci rende più deboli. In molti considerano le lacrime un comportamento disdicevole, soprattutto se si è in pubblico. In realtà si tratta di un gesto liberatorio che si porta dietro davvero molti benefici. Per riuscire a “liberarsi” il primo passo da fare è liberarsi della vergogna per uno dei gesti più naturali che esistono in natura. Basti pensare che è la prima cosa che facciamo quando veniamo al mondo.

Combatte lo stress

Il pianto è una reazione molto frequente nell’infanzia e per questo tendiamo ad associarla a uno stato di debolezza. In realtà non si tratta altro che di una reazione fisiologica ai cambiamenti improvvisi. Da piccoli è istintivo e irrefrenabile, crescendo maturiamo la capacità di trattenerci. Inibire sempre le lacrime però è un atteggiamento sbagliato perché impedisce al nostro corpo si sfogarsi e di trovare un giovamento sia fisico che emotivo.

Di solito a scatenare il pianto sono le forte emozioni che possono essere legate a partenze, lutti e licenziamenti ma allo stesso tempo le lacrime possono essere stimolati da eventi positivi come arrivi, assunzioni, matrimoni. Felicità, rabbia, vergogna o senso di solitudine possono indistintamente provocare un sano pianto. Tra le altre cause va inserita sicuramente la memoria che in alcune occasioni ci fa rivivere emozioni del passato come se le stessimo rivivendo in quel momento.

Contrasta l’ansia

Numerosi studi hanno dimostrato i benefici del pianto. Tra questi compare una ricerca portata avanti qualche anno fa dal professor William Frey, biochimico dell’Università del Minnesota nelgli Stati Uniti. Dai risultati emerge che le lacrime servono all’organismo a espellere le sostanze prodotte quando si accumula troppa tensione emotiva. Queste lacrime sono stimolate da alcuni ormoni, corticotropina e prolattina, che aumentano nelle condizioni di stress. Un altro fattore “chimico” è l’aumento del manganese, che di solito è presente in alte concentrazioni nel cervello dei depressi. Secondo altri studi che si soffermano sull’aspetto psicologico, ben l’88,8% degli intervistati dichiara di sentirsi meglio dopo aver pianto. In media gli uomini lo fanno 7 volte all’anno, mentre le donne 47.

Tra l’altro il pianto è una “specificità fisiologica unica degli esseri umani” e probabilmente è un’attività che il nostro organismo porta a termine proprio per stare meglio. Piangendo, infatti, si riduce il livello di stress ormonale aiutando il sistema immunitario a produrre più anticorpi. Ovviamente fa molto bene anche ai nostri occhi.

Per chiedere aiuto

Ma non ci sono solo i benefici fisici a deporre in favore di questo comportamento. Piangere alla presenza di qualcuno è il modo migliore per chiedere aiuto. L’essere umano per natura è “programmato” a provare empatia nei confronti della persona che piange quindi istintivamente è portato a rispondere con compassione al dolore. Inoltre lasciarsi andare è anche un modo per dimostrare un sentimento di fiducia, che può contribuire ad approfondire l’intimità.

PIANGERE FA BENE1

Cosa succede nel cervello quando si piange

Dopo la tempesta arriva sempre la pace. Un bel pianto liberatorio, infatti, è il modo migliore per liberarsi di tutta la negatività. Vedrete che dopo esservi sbarazzati di questo fardello, anche se i problemi non saranno risolti, sarete pronti a ripartire con un altro spirito, più positivo e costruttivo.

Aiuta a sfogarsi

Il pianto liberatorio è uno sfogo. e non è detto che debba nascere soltanto da un dolore, talvolta basta la tensione accumulata che non riusciamo più a trattenere e finalmente eliminiamo. Secondo le ricerche psicologiche sul tema, l’88 per cento delle persone stanno meglio dopo un pianto liberatorio. Anche se questa abitudine riguarda più le donne che gli uomini. Le donne piangono, mediamente, 47 volte all’anno, a conferma della loro superiore sensibilità. Gli uomini appena sette volte all’anno.

Chi piange sta meglio dopo un’ora e mezza

Chi piange sta meglio degli altri, ma deve passare un certo lasso di tempo. A questa conclusione sono arrivati un gruppo di ricercatori olandesi, studiando 60 volontari mentre guardavano un film drammatico. I 28 che si sono commossi fino alle lacrime erano più tristi degli altri al termine della proiezione. Ma un’ora e mezza dopo, si sentivano molto meglio di chi non aveva pianto.

Cosa innesca il pianto

Il pianto, a livello neurofisiologico, viene innescato da una reazione emotiva nel sistema limbico, ovvero l’area del cervello che non viene controllata da processi razionali. Il pianto può essere innescato da un dolore, ma in un qualsiasi momento anche dall’ascolto di una parola, dalle immagini, dalla scena di un film, da un profumo. Da una musica che scatena emozioni molto forti. Il pianto è un atto liberatorio in quanto smuove le emozioni che si annidano in profondità nei muscoli, compresi quelli facciali e oculari.

Lo sfogo delle lacrime

Il pianto si manifesta attraverso le lacrime, e secondo i medici quando la causa scatenante del pianto è un dolore, un lutto, una perdita, un torto subito, bisogna versare fino all’ultima lacrima. Perché? La spiegazione sta nel meccanismo biochimico del pianto: attiva la secrezione di endorfine e ossitocina, ovvero neurotrasmettitori collegati a una sensazione di benessere psicofisico e dotati anche di una significativa azione antiossidante e antiage. Anche per questo, dopo le lacrime, specie se sono abbondanti, ci sentiamo di solito più lucidi, positivi, energici. E il volto appare più disteso, fresco e ringiovanito.

Proprietà delle lacrime

Le lacrime contengono anticorpi, enzimi, proteine, sali minerali e una componente grassa. Grazie a queste sostanze sono in grado di contribuire ad alcune, importanti funzioni fisiologiche:  lubrificano l’occhio e aiutano a vedere bene, Sono una prima barriera contro gli agenti patogeni, per poi essere eliminate da un sistema di drenaggio che scarica attraverso le narici. Per questo, quando si piange scatta la voglia di soffiarsi il naso. Infine, le lacrime, così importanti, si riducono negli anziani, nelle persone depresse, e in chi rimane troppo tempo davanti allo schermo di un computer, di uno smartphone o di un tablet.

Piagnisteo autocommiseratorio

Cosa ben diversa dal pianto e dalle lacrime, con effetti contrari rispetto al senso di leggerezza e di benessere che riceviamo con le lacrime liberatorie, è il piagnisteo autocommiseratorio.. Si tratta di un atteggiamento negativo e autolesionista, che può perfino nascondere un atteggiamento ricattatorio nei confronti di chi ascolta il lamento. Quando è ricorrente, è tipico di uno stato depressivo.

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