PINGUINI IN ANTARTIDE
Sono più di 1,5 milioni gli esemplari di pinguini di Adelia trovati a sorpresa dai ricercatori. Una colonia venuta fuori grazie a fotografie satellitari del remoto arcipelago delle Danger Islands, nella parte più settentrionale dell’Antartide.
Si tratta della specie di pinguino più diffusa nel continente, di cui le ultime tracce risalivano al lontano 1959. Pochi giorni fa invece la straordinaria sorpresa che ha lasciato a bocca aperta un gruppo di scienziati che si è spinto circa 1000km a sud della Terra del Fuoco.
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SCOPERTA COLONIA PINGINI
Pensando che l’anno scorso sono morti quasi 40mila pulcini, questa è una notizia incredibilmente positiva che potrebbe riaccendere la speranza. «Se dovessi descriverlo a qualcuno che non l’ha visto, direi che era il più grande affollamento che si possa immaginare. C’erano centinaia di migliaia di pinguini. Assomigliava tanto alle grandi migrazioni che si vedono in televisione”, ha raccontato Tom Hart, dell’Università di Oxford, al Telegraph».
È la colonia più numerosa di tutto l’Antartide. E nello studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports si legge che la colonia vive stabilmente sull’arcipelago da almeno 60 anni. Ma come mai è stata scoperta solo ora?
La verità è che il rifugio dei pinguini nelle Danger Island è molto difficile da raggiungere ed è stato raramente esplorato dall’uomo. Persino il nome, letteralmente ‘Isole del Pericolo’, deriva dal fatto che si trovano in un territorio ostile. Qui, anche d’estate, uno strato di ghiaccio sul mare rende pericoloso avvicinarsi con le imbarcazioni.
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SCOPERTA COLONIA PINGUINI IN ANTARTIDE
I primi sospetti però risalgono al 2014, quando le immagini scattate dallo spazio dai satelliti della Nasa hanno rivelato la presenza di escrementi di pinguino. Successivamente, gli esperti hanno deciso di organizzare una spedizione sul posto e nel dicembre 2015 hanno trovato centinaia di migliaia di esemplari. Sembra, infatti, che si tratti di un luogo ideale alla loro sopravvivenza. Proprio per questo molti dei pinguini che si ritenevano morti potrebbero in realtà essersi trasferiti sulle isole.
Uno dei nuovi obiettivi dei ricercatori è estendere la riserva della Weddell Sea Marine Protected Area (MPA) per includere anche le Danger Islands entro i confini di conservazione. In questo modo si raggiungerà un’area di 1,8 milioni di chilometri quadrati totali (cinque volte più grande della Germania). Mettendo al bando la pesca in buona parte del mare di Weddell si salvaguarderebbero quindi orche, balene, pinguini e altre specie che si nutrono di krill, oltre ai pesci cacciati dall’uomo.
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