Plastica nei supermercati: ne sono ancora invasi

Risultati sconfortanti di un’indagine Greenpeace-Il Fatto quodiano.it . Molte parole, molto marketing, ma pochi fatti

plastica nei supermercati scaled

A parole sono tutti sostenibili, super-sostenibili. Nei fatti, quando vai a vedere le cose da vicino, si scopre che i supermercati italiani sono ancora grandi consumatori e dispensatori di plastica. E non sempre con il massimo della trasparenza.

PLASTICA NEI SUPERMERCATI

L’indagine fatta da Greenpeace in collaborazione con Ilfattoquotidiano.it presenta risultati piuttosto sconfortanti. Il campione di supermercati presi in esame è molto alto e significativo: insieme rappresentano il 70 per cento del mercato italiano. Parliamo dei marchi Conad, Selex, Coop, Esselunga, Gruppo Végé, Eurospin, LIDL, Sogegross. I criteri di analisi hanno riguardato la trasparenza, le azioni concrete per ridurre la plastica e il supporto a favore del deposito su cauzione per i prodotti contenuti in imballaggi.

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TROPPA PLASTICA NEI SUPERMERCATI

Che cosa viene fuori dall’indagine in termini di risultati? Nessuno di questi supermercati si avvicina alla soglia del punteggio più alto, 100 punti. In fondo alla classifica ci sono Végé e Sogegross, in testa Selex (che comunque arriva solo a 39 punti), e nella parte più bassa compare Conad (10,33 punti). In conclusione, i supermercati italiani continuano a essere una fonte primaria di produzione e smaltimento della plastica.  Troppa plastica.

Non bisogna fare troppa demagogia: i supermercati sono abituati da decenni a vivere nella plastica, quindi il cambio di paradigma non è semplice né automatico. C’è bisogno di tempo. Ma non va sprecato con inutili campagne di marketing, tanto per acquistare consenso nella pubblica opinione e, indirettamente, tra i consumatori. Servono azioni concrete. E dopo, soltanto dopo averle messe in campo, pubblicità e marketing per comunicarle. Non viceversa.

COME ELIMINARE LA PLASTICA:

 

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