I sette tipi di plastica più diffusi

La principale differenza: i polimeri possono essere puri o derivati. I gesti che agevolano il recupero

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PLASTICA: TIPOLOGIA E RICICLO

Tutti possiamo contribuire al riciclo della plastica, e tutti possiamo farlo partendo da una corretta raccolta differenziata, premessa essenziale per il riuso di qualsiasi materiale. Ma nel caso della plastica dobbiamo anche conoscere le sue diverse tipologie.

TIPOLOGIE DI PLASTICA

Comprendere la composizione di un prodotto è importante per effettuare un riciclo della plastica efficace. Nello specifico, la plastica è un materiale composto da polimeri, ossia lunghe catene di molecole, che possono essere di due tipologie principali:

  • Puri
  • Derivati

Al contrario dei polimeri puri che sono realizzati con molecole non miscelate, i derivati, che sono anche i più comuni, possono essere miscelati con additivi. L’esempio più comune è, di fatto, la plastica derivata dal petrolio.

Il riciclo della plastica dipende anche da un’altra suddivisione:

  • Le termoplastiche
  • Le termoindurenti

Questa differenziazione viene creata a partire dalle risposte di ogni singola resina al calore.

Quali sono le principali differenze? Le termoplastiche sono circa l’80 per cento della plastica realizzata al mondo. Queste si caratterizzano per la loro capacità di ritornare allo stato originario a contatto con il calore e, quindi, possono essere rimodellate per creare altre forme solide una volta raffreddate. La termoplastica, per le sue caratteristiche fisiche, è anche quella tipologia di plastica che consente il riciclo.

La seconda tipologia di plastiche, le termoindurenti o thermoset, una volta lavorata e raffreddata, subisce un processo irreversibile, un cambiamento permanente che non permette al materiale di essere riciclato o rimodellato a contatto con il calore.

Ma vediamo nel dettaglio come effettuare il riciclo della plastica in maniera adeguata e in che categorie si differenziano le termoplastiche più comuni.

RICICLO PLASTICA

Per una buona gestione dei rifiuti bisogna partire dalla raccolta differenziata. Saper distinguere e riconoscere i simboli che definiscono la tipologia di plastica con cui è stato realizzato un prodotto è il primo passo per dare nuova vita a materiali di scarto.

I simboli stampati sulle plastiche riportano un numero, da 1 a 7, circondato da 3 frecce che formano una figura geometrica triangolare.

Ogni numero corrisponde ad una tipologia o a più tipologie di plastiche che possono essere riciclate nella stessa maniera. Ecco come distinguerle in ordine numerico:

  • PET (1): Polietilene tereftalato, della stessa famiglia dei poliesteri, è spesso impiegato per la realizzazione di bottiglie per bevande gasate, vaschette, film, tubi, blister, contenitori e imballaggi.
  • HDPE (2): Polietilene ad alta densità, il più comune tra le materie plastiche, è resistente e molto rigido, il che permette di creare dispenser, contenitori per detersivi e saponi, ma anche giocattoli, tubi per trasporto di acqua e gas naturale.
  • PVC (3): Il polivinilcloruro è un derivato del cloruro di vinile ed è usato per tubi in edilizia, serramenti, vinilici per la pavimentazione e pellicole o imballaggi rigidi.
  • LDPE (4): È un tipo di polietilene a bassa densità ampiamente impiegato per imballaggi flessibili, come quelli per verdura e frutta, ma anche pellicole e film da imballaggio.
  • PP (5): Il polipropilene è tra le plastiche più comuni in commercio con un uso prevalentemente riguardante contenitori alimentari, giocattoli e articoli per la casa.
  • PS (6): Polistirene, meglio noto come polistirolo, ha un impiego sia per materiale usa e getta sia per imballaggi.
  • MIX (7): Sono materiali plastici per cui non sono stati previsti dei codici di riciclo specifici e vengono, quindi, classificati in una stessa macro tipologia. In questa categoria sono presenti anche i prodotti plastici che hanno sezioni interne prodotte con differenti tipologie di plastica.

GESTI UTILI PER IL RICICLO PLASTICA

La plastica è uno dei materiali con il maggior impatto sulla salute del pianeta e della biosfera. Riuscire a gestire al meglio il riciclo della plastica è, di fatto, una missione nevralgica, anche in vista degli accordi ONU per l’Agenda 2030 per la riduzione delle emissioni di gas serra.

La multinazionale P&G è impegnata nei processi di riciclo plastica e ha come obiettivo quello di convertire ogni processo nella maniera più sostenibile possibile.

Quali sono gli obiettivi dell’azienda?

  • Creare packaging sostenibili
  • Migliorare e dare sostegno per la raccolta differenziata
  • Ricerca di nuove soluzioni per il riciclo della plastica

Ad oggi, nessuno degli stabilimenti smaltisce la plastica in discarica e l’idea è di azzerare i rifiuti di produzione e consumo che ancora oggi sono smaltiti in discarica.

L’impegno confluisce anche nell’ambizioso progetto di ridurre del 50 per cento l’uso di plastica per la realizzazione di imballaggi e avere il 100% di confezione riciclabili o riutilizzabili entro il 2030

In aggiunta, P&G ha sviluppato nuove tecnologie in grado favorire il riciclo e il recupero delle materie plastiche come PureCycle una rivoluzionaria tecnologia di riciclo del polipropilene PureCycle è lo rende riutilizzabile all’infinito.

HolyGrail è una soluzione rivoluzionaria per rendere più efficiente la raccolta differenziata e migliorare il processo di riciclo della plastica.

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