Politici sempre in tv: quando lavorano?

Mentre proliferano i talk show sui temi della politica, con un’autentica compagnia di giro che passa da una rete all’altra, c’è una domanda che dobbiamo porci da cittadini-elettori: ma in queste condizioni un personaggio politico, a qualsiasi livello, dove trova il tempo per occuparsi, e magare risolvere, dei veri problemi del Paese e del suo […]

porta a porta

Mentre proliferano i talk show sui temi della politica, con un’autentica compagnia di giro che passa da una rete all’altra, c’è una domanda che dobbiamo porci da cittadini-elettori: ma in queste condizioni un personaggio politico, a qualsiasi livello, dove trova il tempo per occuparsi, e magare risolvere, dei veri problemi del Paese e del suo territorio? Lo scrittore Claudio Magris ha scritto sul Corriere della Sera un efficace commento a questo forma di presenzialismo, che lui definisce “a somma zero” che contrbuisce all’eclissi della politica, e alla sua perdita di autorevolezza. Pensiamo ai tempi della partecipazione di un politico a un talk show. Deve attraversare la città, magari nel traffico, per raggiungere gli studi. Deve sottoporsi ai preparativi e alla liturgia che precedono la messa in onda del progrmma. Deve mettere a fuoco le cose da dire, comprese le battute più efficaci. Deve approfondire gli argomenti della serata. Deve, dopo i saluti, rientrare in ufficio. In pratica, per partecipare a un talk show serale, un uomo politico impiega, mediamente, almeno una mezza giornata di lavoro.

TUTTI CI GUADAGANO, TRANNE I CITTADINI-ELETTORI. E i risultati di questa partecipazione ossessiva alla politica in tv? Per la rete buoni: oggi la politica è un argomento che piace al pubblico e fa ascolti. Per i conduttori, risultati ottimi: è un mestiere ben pagato e la categoria si sta moltiplicando. Per il pubblico piacevoli: il talk show politico, magari con l’aggiunta di una rissa, distrae dopo una giornata di lavoro in ufficio. Per il politico, neanche a parlarne: le comparsate in tv possono essere decisive per fare carriera. Quanti parlamentari, sindaci, governatori, e perfino ministri e dirigenti di partito, sono stati selezionati dopo le loro apparizioni televisive? Tanti, tantissimi. Gli unici che non guadagnano nulla da questo spreco di tempo sono i cittadini-elettori. Anzi. Loro ci rimettono, perchè il politico che hanno votato, dedicando il suo tempo alle comparsate in tv lo sottrae al lavoro ordinario. Scrive Magris:”Nessuno prende parte a una trasmissione politica televisiva per portare un reale contributo, ma soltanto perché bisogna esserci. Non per vincere, ma per non fare brutta figura”. E aggiunge: “In questo crescente predominio del dire sul fare, è la politca che scompare. Un politico deve essere certo anche un attore, ma non solo un attore, altrimenti il tempo necessario per studiare la sua parte non gli lascia il tempo per accorgersi di ciò che sta accadendo accanto a lui”.

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