Toscanella di Dozza è una frazione a pochi km da Imola, una manciata in più da Bologna. Si trova percorrendo la via Emilia, che congiunge la Romagna con l’omonima regione che prende il nome proprio dalla strada di epoca romana. Dozza, e la sua frazione, è considerato uno dei più caratteristici borghi medievali dell’Appennino tosco-romagnolo, immerso in vigneti rigogliosi e pendii verdi e dolci. Sede, oggi, del primo esperimento italiano di pollaio sociale.
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POLLAIO SOCIALE
Non è certo un caso che questo esperimento molto bello abbia trovato terreno fertile in questa terra di agricoltura rigogliosa e orgogliosa, sempre attenta alla cooperazione e all’inclusione. Il pollaio sociale nasce proprio per questo: per offrire a 30 ragazzi dai 20 ai 40 anni con disabilità cognitive lievi o medie un aiuto concreto sotto forma di pet-therapy, un’occupazione che li rende autonomi e responsabili e soprattutto attraverso le relazioni con i clienti e il mondo esterno. Con benefici enormi.
L’idea viene ad un’operatrice della cooperativa sociale Seacoop, realtà imolese collegata a un centro occupazionale per persone con disabilità, circa 4 anni fa, e ha preso forma con un piccolo pollaio in legno e 35 galline ovaiole, libere di razzolare nei 300 metri quadri di spazio aperto, curate e gestite dagli ospiti del centro in modo continuativo durante la giornata. A ciascuno i propri compiti, a seconda delle proprie capacità.
La giornata con le galline inizia al mattino presto, con una divisione professionale dei ruoli: chi si occupa della pulizia, chi del mangime, chi dell’acqua per le ovaiole, chi raccoglie ogni giorno le uova e chi le spazzola e le confeziona.
POLLAIO SOCIALE DOZZA
Altrettanto importante, poi, il ruolo di chi, tra i ragazzi e le ragazze che lavorano al progetto del pollaio sociale, tiene i rapporti con coloro i quali hanno adottato le ovaiole: perché è questa la grande differenza. Nel pollaio di Dozza non si acquistano uova, si adottano galline. Con una cifra simbolica di 95 euro annui, che permettono di curare e sfamare una gallina, si possono ricevere circa 250 uova da ritirare direttamente al pollaio. Freschissime, a km zero, solidali e pure sostenibili. Dalla cooperativa Seacoop, infatti, spiegano che i mangimi con cui sono alimentate le simpatiche galline provengono soprattutto da verdure e scarti dell’orto che hanno in gestione.
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ADOTTA UNA GALLINA
Il progetto sembra funzionare davvero, le richieste di adozione sono tantissime, e anche raddoppiando la dotazione di ovaiole, le liste di attesa sono molto lunghe. Per gli uomini e alle donne che frequentano il centro occupazionale l’esperimento è sicuramente riuscito: la pet-therapy, il contatto con le pennute e la responsabilità che deriva dall occuparsillllio di loro ne ha aumentato autostima e capacità, mentre la relazione con gli adottanti serve per migliorare le competenze relazionali e sociali.
L’obiettivo dell’associazione, è comunque quello di essere un progetto pilota che sia emulato e rivolto a tutte le fasce più deboli e fragili, che abbiano bisogno di inclusione, sicurezza e una solida rete di relazioni. Presto detto: un Pollaio sociale è già stato replicato alla Dulcamara, sulle colline di Ozzano, e le galline solidali non intendono fermarsi.
(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook di Pollaio Sociale)
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