Avete presente la pubblicità di poltronesofà? Dilaga dappertutto, dalla tv alle radio, dai giornali a Internet, ingaggiando, negli anni, personaggi molto popolari, come Sabrina Ferilli, Amadeus, Mara Maionchi, Gerry Scotti, Carlo Conti, Alessandro Del Piero, Teo Teocoli, e Orietta Berti. La chiave del messaggio è molto esplicita: grandi sconti e prodotti di alto artigianato made in Italy.
Ma sul primo punto, quello che più interessa i consumatori, sembra che le carte nel mazzo dell’azienda siano truccate. Tanto che l’Antitrust ha avviato un’istruttoria contro la società emiliana, per pratica commerciale scorretta, e sono iniziate alcune ispezioni. “La società – si legge nella nota di Agcom – non indicherebbe correttamente i prezzi e gli sconti pubblicizzati e enfatizzerebbe l’esistenza e la convenienza di prezzi ribassati e di percentuali di ‘sconto’ – tra l’altro ‘a termine’ – calcolati rispetto a ben più elevati ‘prezzi pieni’ che, nella sostanza, non verrebbero mai o quasi mai applicati”.
Proviamo a spiegare il trucco: con una martellante pubblicità, e grazie ai suoi testimonial che ci mettono la faccia, Poltronesofà spinge i consumatori ad acquistare poltrone e divani che risultano sempre scontati, in promozione. Ma in realtà “i prezzi pieni” non vengono mai applicati nel listino dell’azienda, e quindi anche i super sconti sono virtuali, gonfiati, con un evidente spreco di denaro per chi compra i prodotti con il marchio Poltronesofà. Tra l’altro, l’iniziativa dell’Authority arriva dopo una serie di denunce da parte di diverse associazioni dei consumatori che hanno sempre accusato Poltronesofà di attuare pratiche commerciali scorrette.
Quanto alle caratteristiche artigianali dei prodotti, annunciate con lo slogan “artigiani della qualità”, i dubbi sono stati sollevati da diverse fonti, tutte molto attendibili, dal sindacato di categoria della Cgil, alla trasmissione “Patti Chiari” della televisione svizzera Rsi. Le cose venute fuori sono piuttosto imbarazzanti: nell’organico di poltronesofà, su circa 600 dipendenti, risultano soltanto tre operai. Come fanno a garantire divani, sedie e poltrone made in Italy con una fattura artigianale? La risposta è semplice: i prodotti arrivano attraverso una rete di subappalti con piccole aziende sul territorio, in prevalenze cinesi. Dove il costo della manodopera è decisamente più basso del made in Italy, e i turni di lavoro sono da moderno schiavismo. Poi ci sono le forniture che arrivano dall’estero, come le lavorazioni di cucitura fatte in Romania. Sia chiaro: tutto secondo la legge, a quanto sembra, ma cosa resta a questo punto della convenienza dei prezzi e degli “artigiani della qualità”?
Foto di copertina tratta dal sito di poltronesofà
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