PONTEVEDRA CITTA’ SENZ’AUTO
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CITTÀ SENZA AUTOMOBILI
Dal 2001, infatti, la cittadina galiziana si è dedicata a rivoluzionare la sua mobilità, pedonalizzando in modo radicale il centro storico e molti dei quartieri esterni: quasi 700mila metri quadri di strade non più asfaltate ma ricoperte di lastre di pietra dov’è possibile passeggiare ma anche e soprattutto godere dei rumori della natura, non più coperti da una bolgia di clacson, sgommate e motori accesi. Non solo: il limite di velocità per il transito è stato abbassato in tutto il territorio a 30 km/h, i semafori sostituiti con rotonde e i parcheggi, sotterranei, spostati quasi tutti in periferia. L’accesso al centro storico è stato limitato a ai residenti dotati di un garage privato, ovviamente alle emergenze, ai servizi di consegna e per soste di breve durata. L’obiettivo di tali provvedimenti era di rendere la città a misura dei più deboli, bambini, pedoni, anziani, e disabili in carrozzina. Per farlo, il primo cittadino, Miguel Lores, eletto con la formazione del Bloque nacionalista galego, ha cominciato da lontano, nel 1999, iniziando a cambiare la mentalità e l’approccio, a rivoluzionare un paradigma che vede l’auto come il centro dello sviluppo di una città, fondamentale e imprescindibile per la mobilità.
Così non è, e i risultati ottenuti da Pontevedra sono nei dati, verificabili. A partire dall’inquinamento, ridotto del 95% così come le emissioni di CO2 dai tubi di scappamento delle auto, che significa aria più salubre e minori patologie polmonari, fino ad azzerare le vittime dell’inquinamento. Un dato impressionate, se si contano i 33mila decessi annui solo in Spagna a causa dell’inquinamento atmosferico. Così come la ridotta, quasi azzerata, mortalità per via degli incidenti stradali: nessuna vittima dal 2009 ad oggi. Per tacere dell’inquinamento acustico sceso a livelli mai visti e all’aumentata mobilità di donne, uomini e bambini, che si spostano a piedi o in bicicletta, guadagnandone in salute, limitando problematiche di sovrappeso e obesità, soprattutto infantile. I bambini, d’altro canto, vanno a scuola a piedi, e si sono ripresi strade e piazze dove giocare a palla, a nascondino o ad acchiapparello senza nessun adulto che glielo impedisca per via delle auto.
Naturale che, quando la qualità di vita cresce così tanto, venga voglia di avere figli, e Pontevedra, da borgo destinato allo spopolamento, ha invertito la tendenza, aumentando la natalità e registrando il maggiore aumento demografico degli ultimi dieci anni nell’intera Galizia. I piccoli under 14 sono cresciuti dell’8 per cento, rafforzando così la fisionomia di una città a misura di bambini, che taglia sulle spese sanitarie e quelle relative alla criminalità, per restituire alla cittadinanza scuole, ospedali e territorio abitabile.
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PONTEVEDRA AUTO
Un modello esportabile, che ha tra le sue conseguenze attese anche la rivitalizzazione dei piccoli commerci: senz’auto i grandi conglomerati dello shopping si spostano tutti lontano dal centro abitato, e per converso la pedonalizzazione favorisce i piccoli commerci.
Insomma, un gioiello di rinascita di una città che ha rivoluzionato un modo di pensare, prima che di vivere. Nonostante le critiche, dall’assenza di mezzi pubblici efficienti per i collegamenti tra periferia e centro, ma il cambiamento di vita della città è stato riconosciuto e apprezzato, tant’è che Lores è stato rieletto per ben tre volte, riuscendo a portare a termine la trasformazione della cittadina in un territorio automobile-free.
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