A Roma, i portieri di quartiere sempre pronti ad aiutare chi ne ha più bisogno

A Testaccio, in uno dei rioni più popolari della città, dove i negozi espongono ancora le caratteristiche insegne storiche, Marina, Mauro, Goffredo e gli altri volontari del Portierato sociale di Testaccio risolvono piccoli e grandi problemi quotidiani e si prendono cura dei più fragili, gli anziani

«Quando c’è la distribuzione degli alimenti, io dico sempre alle persone di passare qui in sede verso le 11, così intanto abbiamo il tempo di andare a prendere il pane, la frutta e la verdura che ci donano e sistemare nelle buste le polpette, gli hamburger e le fettine. E invece alle 10 sono già qua. Il motivo? Si trovano bene. Così facciamo il caffè per tutti, si ride, si scherza e si passa del tempo insieme. È un momento di aggregazione e questa è una cosa molto bella». Si emoziona Marina Tattoni quando racconta delle mattine trascorse insieme alle persone anziane che frequentano il Portierato sociale di Testaccio, il quartiere romano dall’anima autentica e popolare. La maggior parte dei frequentatori ha più di 75 anni. Tra una chiacchiera e un’altra, si combatte la solitudine e si allontanano ansia e depressione. «In linea di massima sono tutte persone sole: ecco perché vengono qui un’ora prima», aggiunge Marina. 

Marina Tattoni (Foto di Paolo Pirani)

Il Portierato sociale di Testaccio è un’iniziativa di TestaccioinTesta, un’associazione fondata nel 2015 con l’obiettivo di promuovere attività culturali, sociali e ricreative e segnalare alle autorità competenti le problematiche del rione, dalle buche per strada ai lampioni spenti. «Siamo diventati un’associazione di promozione sociale, pertanto ci occupiamo anche del recupero e della distribuzione delle eccedenze alimentari ma, soprattutto, cerchiamo di intrattenere le persone che si rivolgono a noi, parlandoci. Molti non vogliono soltanto portare a casa gli alimenti ma hanno bisogno di una parola, di conforto e di qualcuno che li capisca. E noi cerchiamo di stare vicino a chi ne ha bisogno nel migliore dei modi», spiega Goffredo Taricone, fondatore e presidente di TestaccioinTesta.

«Qui si sentono a casa: la cosa che si nota molto è che vogliono parlare. Se possibile, scelgono gli alimenti da portare via, quasi come se fossero in un negozio: nessuno deve sentirsi una persona in difficoltà. L’importante è “stare insieme”», aggiunge Mauro Coppola, marito di Marina e, dal 2016, entrambi volontari del Portierato sociale di Testaccio. È anche per questo motivo che organizziamo delle serate in un locale qui vicino, “La Botticella” – continua Mauro – dove si divertono molto con il karaoke. 

Da sinistra: Mauro, Marina e Goffredo (Foto di Paolo Pirani)

È un tripudio di voci, chiacchiere e risate la stanza in cui Marina e gli altri volontari sistemano gli alimenti e preparano tazzine di caffè. Tra le signore sedute attorno al tavolo a conversare c’è Fernanda Corona. Ha 73 anni ed è un vulcano di energia in grado di coinvolgere tutti con la sua allegria. Si è rotta il femore, ha subìto un intervento e ora ha delle difficoltà nei movimenti: ma questo non è per lei un ostacolo. «Una volta al mese andiamo alla Botticella: io canto e ballo, non mi importa che ho la stampella» racconta, mentre la sua risata fragorosa contagia tutti con il suo buonumore. 

In primo piano: Fernanda (Foto di Paolo Pirani)

Ogni settimana, in base alla disponibilità degli alimenti, è Marina a contattare i residenti che ritirano le eccedenze alimentari donate dagli esercizi commerciali del quartiere: dal panificio alla macelleria, dai negozi di frutta e verdura fino ai banchi del Mercato Testaccio e alla pasticceria storica che, come racconta Marina, non fa mai mancare una «bustina di pastarelle e biscotti».

È il 2016 quando Marina e Mauro, dopo una vita trascorsa a lavorare nel settore amministrativo di un’azienda operante nel mondo dello spettacolo, entrano in contatto con TestaccioinTesta: avevano letto che a Parigi era stato inaugurato un portierato di quartiere. «L’iniziativa ci aveva incuriosito molto perché Testaccio è come una sorta di paese, un’isola nel cuore di Roma, dove c’è tutto: i negozi, una piazza, i giochi per bambini, la Chiesa. Era quindi il posto ideale per qualcosa del genere. Così, nel 2016, io e mio marito ci siamo rivolti all’associazione per proporre il progetto del Portierato sociale di Testaccio. Quello francese era un chiosco a cui le persone del quartiere si rivolgevano per mettersi in contatto con l’elettricista o per trovare una baby sitter. Dietro il pagamento di una piccola cifra si otteneva il servizio richiesto. A noi questo sistema però non piaceva molto: volevamo offrire anche servizi simili ma guardando al sociale», spiega Marina. 

Accanto ai servizi di prossimità come la consegna della spesa ai residenti più anziani o il ritiro delle ricette e dei farmaci per le persone più fragili, il Portierato di Testaccio cura una banca data di artigiani e professionisti del rione da contattare in caso di necessità. Si tratta di persone conosciute e di cui ci si può fidare, un’accortezza importante soprattutto per gli anziani. Il Portierato mette gratuitamente in contatto l’utente con il professionista e poi questi ultimi, in autonomia, si accordano per il pagamento del lavoro. È possibile avviare la richiesta direttamente tramite il sito del Portierato compilando un modulo anche se Marina, sorridendo, sottolinea che questo sistema ora è un po’ superato: «mi chiamano direttamente. Ormai tutta Testaccio ha il mio numero, è diventato un numero pubblico, un numero verde». 

Da un anno al Portierato si organizzano anche corsi gratuiti di maglieria, uncinetto e burraco a cui possono prendere parte tutte le persone anziane di Testaccio. Sono gli stessi partecipanti esperti di lavoro a maglia e uncinetto a insegnare agli altri. Un momento di condivisione e arricchimento personale in cui prevale il piacere di stare insieme. Così, mentre Rosalia Caruana, 72 anni, spiega a Marina come procedere con il lavoro a maglia, Fernanda realizza un morbido e caldo scaldacollo da regalare alla figlia. 

Da sinistra: Marina, Rosalia e Fernanda

Marina è anche un amministratore di sostegno ed è attualmente iscritta nell’albo dei volontari del Comune di Roma. È un punto di riferimento importante per tante persone anziane e disabili del quartiere che vivono da sole e che spesso non hanno nessuno che fornisca loro anche un semplice aiuto o che le accompagni quando è necessario effettuare una visita specialistica. Un supporto diventato la cosa più preziosa durante il periodo della pandemia quando molti anziani si sono ritrovati improvvisamente isolati nelle loro case e travolti dalla paura. 

Nel 2020, di fronte al dilagare dell’emergenza, con tutti i problemi che il confinamento tra le mura domestiche portava con sé, Marina, Mauro, Goffredo e gli altri volontari del Portierato di Testaccio fanno una scelta: non rimanere a casa ma attivarsi subito per andare incontro a chi era in difficoltà. Come racconta Marina: «Durante la pandemia, il Municipio I ci ha fornito un’autorizzazione che ci permetteva di poter continuare a consegnare le medicine ritirate in farmacia e di andare a fare la spesa per tutti coloro che non potevano uscire di casa. Concordati gli appuntamenti, le persone ci lasciavano fuori dalla porta un biglietto con la lista della spesa e i soldi, più o meno quello che pensavano che avremmo speso. Noi andavamo al supermercato indossando mascherine, occhiali e guanti, facevamo la spesa e poi portavamo le buste con i prodotti, lo scontrino e l’eventuale resto casa per casa, lasciando tutto dietro la porta. Ognuno di noi aveva degli appuntamenti, ogni giorno». 

Marina ha gli occhi lucidi mentre ricorda i giorni trascorsi con la paura del contagio ma con la volontà di non farsi piegare dallo sconforto proprio per non perdere la forza di stare vicino a chi, in quel momento, non aveva nessuno accanto. «Quando tornavo a lasciare la spesa mi facevano trovare un biglietto con su scritto “Grazie signora Marina” o “Grazie a voi che mi aiutate perché altrimenti non saprei come fare la spesa”. Oppure, quando andavamo via si affacciavano dalla finestra per ringraziarci. Era un momento bello, molto particolare». 

Al momento della consegna della spesa, lasciando le buste fuori dalla porta, Marina non aveva mai occasione di vedere le persone per le quali si era attivata. Però le sentiva al telefono. Chiacchierata dopo chiacchierata, inizia a rendersi conto che erano davvero in molte ad avere difficoltà economiche, spesso a causa di una pensione molto esigua. 

La consegna della spesa durante la pandemia (Fonte: Facebook/Portierato di Testaccio)

Durante tutto il periodo della pandemia, Marina, Mauro e Goffredo, si erano occupati anche della consegna dei pacchi con alimenti a lunga conservazione che, ogni quindici giorni, il Banco Alimentare in collaborazione con la Chiesa del quartiere destinava alle persone e alle famiglie indigenti del Rione. Tra una consegna e un’altra, iniziano a pensare a un modo per essere ancora più vicini a queste persone. Così, l’associazione TestaccioinTesta ha avviato la richiesta per poter entrare a far parte del circuito del Banco Alimentare. Superate tutte le procedure e le verifiche burocratiche, il Portierato sociale è diventato anche una sede delle consegne del Banco Alimentare. «Siamo il primo Banco Alimentare laico: quasi tutti i banchi alimentari sono gestiti dalla Chiesa. Noi quindi siamo il primo Banco Alimentare laico del I Municipio», spiega Mauro. 

In diverse occasioni, Marina, Mauro, Goffredo e gli altri volontari di TestaccioinTesta hanno fatto una colletta per donare dei soldi a chi aveva una necessità urgente che non sapeva come risolvere. TestaccioinTesta e il Portierato sociale si finanziano attraverso una piccola quota associativa annuale e il contributo dei diversi sponsor delle attività portate avanti, quasi sempre gli esercizi commerciali del quartiere. Tutti i fondi vengono poi reinvestiti per la realizzazione delle diverse attività dell’associazione e per portare avanti iniziative per il rione Testaccio. 

Come in un quartiere condiviso, il Portierato sociale di Testaccio racconta le sue attività anche attraverso il periodico di TestaccioinTesta. Ci sono le notizie che riguardano il quartiere, i racconti storici, le poesie in dialetto romano. «È un tassello importante della nostra attività: ci teniamo molto. Nessuno di noi fa il giornalista ma ci mettiamo tanta passione nella scrittura e tanta cura», conclude Goffredo. 

Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2024, nella sezione “Associazioni”. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.

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