Utili per l’intestino. proteggono la pelle, anche dall’effetto invecchiamento. Aiutano a dimagrire, e riescono persino ad arrestare le vampate di calore in menopausa. È il momento dei postbiotici, dei quali si parla molto anche per effetto di continue ricerche scientifiche che aggiornano i loro potenziali benefici. Una ricerca ricerca italiana ha dimostrato come i postbiotici sarebbero in grado di potenziare il nostro sistema immunitario. In principio la comunità scientifica si era focalizzata sui probiotici, batteri vivi utili per la salute dell’intestino. In un secondo momento, l’attenzione si è posata sui prebiotici e quindi sugli alimenti di cui questi batteri hanno bisogno per sopravvivere. Per giungere infine allo studio dei postbiotici, batteri morti e prodotti di scarto di microbi vivi. L’interesse suscitato da quest’ultimi è del tutto legittimo poiché coinvolti nel rapporto tra l’insieme dei microbi che danno vita alla flora intestinale e la salute dell’organismo. E da tempo, così come afferma anche la scienziata dell’University college di Cork, Irlanda, Harriët Schellekens, vi sono studi che suggeriscono che il microbiota influisce sul sistema immunitario, sul cervello, sul comportamento dell’uomo e perfino sull’invecchiamento. Il tutto, solo in cambio di ospitalità nel nostro organismo. Ma cosa sono nello specifico i postbiotici? Quale ruolo possono avere all’interno dei nostri organi e che benefici si possono trarre da essi?
Indice degli argomenti
Cosa sono
Una definizione ampiamente accettata non è ancora stata fornita, ma i postbiotici sono in genere considerati in una delle tre maniere seguenti:
- Microbi morti
- Sostanze chimiche (vitamine, enzimi, polisaccaridi, acidi grassi a catena corta secreti dai microbi)
- Frammenti e elementi di scarto dei microbi una volta morti
Dai microbioti ha origine una farmacia naturale che è disponibile sotto forma di postbiotici. L’obiettivo è quello di comprendere come sfruttare tutti questi farmaci che naturalmente si trovano già all’interno del nostro organismo. La ricerca è solo nella sua fase esordiale e al momento sia per gli impieghi in ambito clinico sia per la produzione di integratori. soprattutto in vendita, bisogna stare attenti a non cadere nelle trappole del marketing, e valutare con attenzione quali siano i prodotti con sufficienti prove scientifiche di qualità a riguardo. Da ricordare inoltre che non tutti hanno davvero bisogno di integrare queste sostanze, poiché una percentuale della popolazione già le ha nell’organismo.
Da dove derivano
L’intestino è il baricentro della nostra salute psichica-fisica e anche per questo, l’azione del microbiota intestinale è sempre più al centro dell’attenzione. I postbiotici possono aiutare pazienti affetti da patologie croniche come la sindrome dell’intestino irritabile, come alternativa ad altre applicazioni cliniche più invasive. Ma da dove provengono? In genere, i postbiotici sono prodotti di scarto di microorganismi e batteri ancora vivi o derivati da processi di decomposizione di batteri morti. Possono essere prodotti da determinati alimenti, quando assunti e “digeriti” da determinati batteri nell’intestino. Ma anche da batteri, vivi o morti che siano, già all’interno dell’organismo. Ricercatori in tutto il mondo stanno cercando di ottenere maggiori sicurezze sulle loro funzioni e benefici per il corpo. Ma la strada è ancora tutta da percorrere.
Come funzionano
I postbiotici, al contrario di probiotici e prebiotici, permettono di ottenere un determinato risultato anche con frammenti, scarti o microorganismi disattivati. Il grande successo dietro alla ricerca dei postbiotici sta proprio nella maggiore praticità e semplicità che si avrebbe nel somministrare questo tipo di prodotto. Infatti, rispetto ai microorganismi vivi – con la potenziale difficoltà nel raggiungere da vivi il sito ideale dove agire – i postbiotici assolvono il loro compito anche da morti, quindi facilitando anche logistica, trasporto e infine, somministrazione. I loro impieghi sono stati studiati in principio come integratori alimentari, fino ad arrivare a cercare soluzioni per applicazioni cliniche. Una delle infiammazioni croniche su cui si punta molto è la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Ma al momento parliamo pur sempre di studi e sperimentazioni ai loro primi stadi di ricerca.
Tipi di postbiotici
Butirrato
Un postbiotico appartenente alla famiglia degli acidi grassi a catena corta, aiuta il sistema immunitario e studi recenti, hanno individuato una correlazione tra assenza del postbiotico e sviluppo di allergie alimentari. Questi frammenti microbioci svolgono anche un ruolo centrale nel mantenere le pareti dell’intestino forti. Può perfino essere impiegato in terapie coadiuvanti per la colite ulcerosa.
Equolo
Simile all’estrogeno femminile nella sua composizione, viene prodotto da alcuni batteri quando assimilano un composto della soia. Può ridurre le vampate di calore in menopausa.
I Plasmalogeni
Sembrano aver avuto in delle prime sperimentazioni mediche buoni risultati sulle funzioni neuro-cognitive di pazienti affetti da Alzheimer lieve.
Urolitina A
È un postbiotico prodotto quando si ingeriscono fragole, melograni o noci. Questi frammenti aiutano le funzionalità dei mitocondri, all’interno delle cellule, che consentono di ringiovanire e rafforzare muscolatura, cartilagini e quindi alleviando il dolore dell’osteoartrite.
Benefici
Gli effetti positivi sull’organismo possono essere diversi, ma dipende sempre dal tipo di postbiotici che si prende in considerazione. Vediamo qualche beneficio. Uno tra i tanti è la perdita di peso poiché, in particolare un postbiotico, contrasta la resistenza all’insulina e il sovrappeso. Si tratta del microorganismo Akkermansia muciniphila, che stimola il sistema immunitario, e riduce le infiammazioni intestinali. In un esperimento condotto da Patrice Cani, Università Cattolica di Lovanio, Belgio, e i suoi colleghi ricercatori, si è somministrato a 32 volontari in sovrappeso o in condizioni di obesità batteri di A. muciniphila, indifferentemente se fossero vivi o morti, provocando maggiore sensibilità all’insulina, che si traduce in diabete di tipo 2, colesterolo più basso e diminuzione del peso corporeo.
Si è visto, come già accennato in precedenza, che alcuni postbiotici riescono a ridimensionare le vampate di calore della menopausa, migliorare la resistenza della flora intestinale e della parete dell’intestino. Ma non solo. Sembrerebbe che i postbiotici possano aiutare nell’invecchiamento, con dei trattamenti naturali anti-ageing. In particolare, è possibile rafforzare muscoli di gambe e braccia nei più anziani, ma anche ringiovanire le cartilagini. In alcune ricerche scientifiche, si è evidenziato come l’uso di postbiotici ha avuto buon esito nel calmare gli effetti collaterali scatenati dalle immunoterapie oncologiche.
Anche contro i tumori, nonché si tratti ancora di studi preliminari, diversi studiosi incaricati nella ricerca stanno lavorando per verificare l’efficacia dei postbiotici per contrastare la crescita di una neoplasia. In particolare, il prodotto di scarto dei batteri Lactobacillus sembra innescare la morte delle cellule tumorali (in vidrio) o ridurre l’estensione ad altri tessuti, ossia a prevenire le metastasi.
I postbiotici aiutano anche a:
- Proteggere la barriera intestinale
- Rafforzare il sistema immunitario
- Ridurre l’infiammazione collegata ad alcuni cibi
Postbiotici e sistema immunitario
Un gruppo di ricercatori italiani dell’Humanitas University, guidati da Maria Rescigno, responsabile del Laboratorio di Immunologia delle mucose e microbiota, hanno identificato alcuni batteri del microbiota intestinale in grado di produrre postbiotici che smascherano le cellule tumorali, rendendole più riconoscibili per il sistema immunitario. In pratica, questi postbiotici aumentano l’efficacia dell’immunoterapia e potrebbero essere preziosi come prevenzione per tumori come al colon-retto e al seno. Il risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Cell.
Cosa fanno i postbiotici all’intestino?
Le enormi potenziali dei postbiotici rispetto all’intestino sono state messe a fuoco in modo completo in un ricerca realizzata da un team italiano, nel marzo 2023, pubblicata su Frontiers in Microbiology. In pratica, questi prodotti di derivazione batterica, rilasciati nell’intestino durante la fermentazione di alcuni componenti di cibi, riescono a creare una barriera intestinale. Così si sviluppano batteri buoni, a discapito di quelli patogeni, e si evita il passaggio di molecole indesiderate verso altri organi del corpo, come il fegato e il cervello.
Microbiotici e sistema nervoso
Il microbiota, un ecosistema formato non solo da batteri, ma anche da funghi, virus e protozoi, produce e fornisce sostanze neuroattive in grado di agire positivamente anche sul sistema nervoso. Una conferma importante di questo beneficio è arrivata da una ricerca pubblicata su Science nel 2021, dove si dimostra come i microbioti siano in grado di alleviare stress, ansia e persino depressione.
In quali alimenti si trovano i postbiotici?
I postbiotici si trovano in una vasta gamma di alimenti fermentati come lo yogurt, la soia, il miso, il Kefir, il pane lievitato con lievito madre. Altri alimenti che li contengono sono anche cereali integrali, frutta e verdura. In moderate quantità, anche il vino e la birra ne contengono. I probiotici si trovano anche in cibi di origine vegetale, come l’avena; in diversi ortaggi, come asparagi, cicoria, carciofi, porri, aglio e cipolla. Nei semi di lino, nelle alghe, nelle verdure fermentate come crauti e cetrioli. E nel pane a lievitazione naturale.
Postbiotici e cosmetica
I postibiotici sono usati anche nella cosmetica, in seguito ad un processo di fermentazione dei microorganismi e delle sostanze chimiche. Negli ultimi anni è aumentata la ricerca in tal senso per via delle scoperte benefiche soprattutto per la cute e la pelle. I cosmetici postbiotici sono anch’essi ancora in una fase di sperimentazione, sebbene diverse aziende abbiano già prodotti in vendita. L’efficacia dei postbiotici nella cosmesi sembra avere fonti a supporto e pertanto nei prossimi anni ci si potrà aspettare un incremento di prodotti di questo genere.
Dubbi sui postbiotici
I principali dubbi sorgonono per l’intestino e per il microbiota. Fino ad oggi, ancora non si è riusciti a trovare un modo per comprendere la condizione della flora batterica prima e dopo un trattamento, se non attraverso dei dati esterni. Il microbiota intestinale è così complesso che sembra ancora lontano dall’essere compreso del tutto. Per questa ragione, sarà necessario ancora del tempo per valutarne l’efficacia al 100%. Tuttavia, le ricerche e gli studi nel campo sono promettenti e in futuro potremmo essere in grado di avvalerci dei nostri stessi batteri anche per curare patologie e condizioni cliniche gravi, perfino neoplasie.
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