Prato allo Stelvio, dove tutto è alimentato a fonti rinnovabili e senza uso di petrolio: il miracolo avviene in un piccolo comune italiano, Prato allo Stelvio, 3.400 abitanti, nel cuore dell’Alta Val Venosta. Qui non si butta niente e tutto viene riciclato per produrre energia elettrica nella zona. Il liquame prodotto da 50 masi e 700 vacche sul territorio, gli scarti delle segherie, quelli alimentari e della frutta. Sono prodotti che fermentano in alcuni piccoli impianti e producono biogas, per poi essere trasformati con i cogeneratori in energia elettrica e termica.
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Al riciclo dei rifiuti a Prato allo Stelvio si aggiunge, nella filiera elettrica, l’energia prodotta da fonti rinnovabili, eolico, fotovoltaico e mini-idroelettrico. Il risultato finale è che gli abitanti del territorio non solo sono autosufficienti dal punto di vista energetico, ma hanno un surplus elettrico del 39 per cento e possono vendere questa differenza sul mercato, abbassando le tariffe e migliorando il servizio. Così le bollette sono meno care del 30 per certo e le inefficienza di sistema pari a zero. Un esempio virtuoso da seguire ovunque sia possibile.
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