Prendi in casa: il progetto per condividere l’appartamento tra anziani soli e giovani studenti

Uno scambio di interessi e di opportunità, ma non solo. La convivenza solidale è un pezzo della città sostenibile. Il primato, tra chi offre alloggio, è nettamente a favore delle donne

Prendi in casa

Uno scambio di interessi. Ma anche la condivisione che aiuta a evitare due sprechi, di giovani e anziani. E la possibilità di creare nuove relazioni tra le generazioni, in un contesto urbano più sostenibile. Il progetto Prendi in casa è concentrato a Milano, ma visti gli ottimi risultati si potrebbe pensare di esportarlo anche in altre città, dove si registrano, allo stesso tempo, due problemi nella popolazione. La solitudine degli anziani, e le difficoltà di trovare un alloggio a un prezzo ragionevole per i giovani.

Un progetto andato talmente bene che dai giovani e gli anziani si è allargato anche a coppie, famiglie e adulti che vivono da soli.

PRENDI IN CASA

Come funziona Prendi in casa? Partiamo dai numeri. A Milano ci sono 180mila studenti dei quali il 72 per cento risultano non residenti nel capoluogo lombardo. È una vera città ormai trapianta a Milano, che ha bisogno di sostegno e non di sporadici aiuti a pioggia. Allo stesso tempo ci sono 320mila over 65, in età matura, al confine con l’anzianità, che rischiano però di scivolare nella solitudine. Non hanno una famiglia con la quale convivere, i figli sono tutti fuori casa, non c’è una donna per condividere le proprie giornate. A questo punto, attraverso Prendi in casa, i due universi si incrociano e trovano un punto di convivenza. Utile per entrambi.

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UNO STUDENTE IN CASA

I giovani, tra i 18 e i 35 anni, che si trovano in difficoltà nel trovare una casa in affitto, possono chiedere ospitalità a un anziano che invece abita in un appartamento diventato troppo grande per le sue esigenze. L’associazione MeglioMilano 2035 fa la mediazione per arrivare poi a un accordo. Lo studente non paga un vero e proprio canone di locazione, ma una sorta di rimborso spese forfettario tra i 250 e i 280 euro al mese. Poi possono nascere degli scambi di varia natura: il giovane offre la sua assistenza all’anziano in cambio di un aiuto sugli studi. E così via.

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ANZIANI CHE AFFITTANO CASE

Gli anziani che affittano le case agli studenti, secondo lo schema del progetto Prendi in casa, possono contare su un contratto a tempo determinato, da 4 mesi a 1 anno. Non di più. Ma l’accordo può essere prorogato di anno in anno, se le parti sono d’accordo. Anche in questo caso molto dipenderà da come sono evoluti i rapporti tra giovani e anziani nel corso della convivenza. E se è cambiato qualcosa nelle loro relazioni, dentro e fuori casa. Dal versante degli anziani, le più accoglienti sono le donne, che rappresentano circa il 90 per cento delle persone che accolgono i giovani nelle loro case.

CONVIVENZA SOLIDALE

Convivenza solidale è un’espressione piuttosto burocratica, ma rende bene l’idea dello scambio che avviene con il progetto Prendi in casa. E quali opportunità, da non sprecare, sia aprono per entrambe le generazioni. I risultati sono stati così soddisfacenti che, a fronte di circa 700 contratti stipulati, l’associazione MeglioMilano 2035 ha deciso di allargare la platea dei potenziali inquilini. Non più solo giovani tra i 18 e i 35 anni, ma anche pensionati, single, coppie, piccole famiglie.

ASSOCIAZIONE MEGLIOMILANO 2035

Il progetto Prendi in casa, come dicevamo, è realizzato dall’associazione MeglioMilano 2035, nata e cresciuta con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nel capoluogo urbano e andare incontro alle esigenze di tutte le fasce di popolazione. Dell’associazione fanno parte la Camera di Commercio, l’Unione dei commercianti, l’Aci e tutte le università cittadine. Qui trovate tutte le notizie sull’associazione.

La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook di Prendi in Casa.

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