Scuolabus vietato a un ragazzo del Bangladesh: è maggiorenne. E lui fa 20 chilometri al giorno in bici

Il regolamento comunale impedisce ad Alì di usufruire di un servizio gratuito per tutti gli studenti. Eppure lui è un immigrato modello: ha preso la licenza media a pieni voti, studia per diventare operatore sociale, e fa il volontario.

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PROBLEMI BUROCRAZIA ITALIA –

L’ottusità della burocrazia, delle leggi cieche, dei regolamenti che vengono applicati a prescindere dai danni che possono fare, non ha limiti. Questa è la storia di Alì, un ragazzo del Bangladesh fuggito dal suo paese, travolto dalla guerra civile e da un regime dispotico, e arrivato in Italia con ottime intenzioni. Ha studiato, ha preso un diploma di terza media con 9 di media, si è iscritto a un istituto professionale per prendere un diploma di operatore sociale. Vive a casa di una famiglia che lo accoglie in cambio dei lavori domestici.

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LA STORIA DI ALÍ –

Alì è un bravo immigrato. Sogna di laurearsi e di tornare a combattere per la libertà nel suo paese. Intanto frequenta l’istituto Andriano di Castelnuovo Don Bosco, nell’astigiano, nel comune di Passerano Marmorito, e il pomeriggio si sposta di alcuni chilometri per andare a fare il volontario e l’interprete. Proprio un regolamento del comune gli vieta di usufruire del servizio gratuito di scuolabus: è maggiorenne. Si potrebbe ovviare a questa regola semplicemente riconoscendogli lo status di accompagnatore, ma il comune rifiuta la soluzione. E allora Alì, senza scoraggiarsi, ha deciso di inforcare la bicicletta e ogni mattina per andare a scuola percorre venti chilometri di strada.

Intanto la burocrazia lo insegue: ha bisogno di stabilizzare la sua posizione, e di un rinnovo del permesso di soggiorno, tenendo conto che studia e non ha un lavoro. Qualcuno lo aiuterà? Alì è il simbolo di uno spreco, tanto più grave se si pensa che la sua storia è un modello di buona immigrazione, della quale l’Italia ha solo bisogno.

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