Sanità costosa, sprecona e inefficiente: così 10 milioni di italiani vi rinunciano

I risultati di un sondaggio sul campo dell'Istituto Demoskopika: aumentano le distanze tra gli ospedali del Nord, che funzionano bene, e quelli del sud, da dove i pazienti fuggono. E intanto il servizio sanitario costa quasi 2mila euro a cittadino.

problemi della sanità in Italia

PROBLEMI DELLA SANITÁ IN ITALIA –

Alla fine si sono arresi. E non sono certo una sparuta minoranza di cittadini indignati o arrabbiati che pensano di vivere in Svizzera e invece sono in Italia. No, si tratta di 10 milioni di uomini e donne, italiani doc, che hanno semplicemente rinunciato a curarsi, nel 2016, negli ospedali del Paese. I motivi? Essenzialmente due: non ne possono più delle liste d’attesa che sono bibliche e spesso incompatibili con i rischi della propria patologia, non si fidano del sistema sanitario nella loro regione, e preferiscono emigrare. Anche all’estero, pur di fuggire da un ospedale italiano. Oppure rinunciano del tutto alle cure.

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EFFICIENZA SISTEMA SANITARIO ITALIANO: I DATI DELL’ISTITUTO DEMOSKOPIKA –

Questi dati, che arrivano  da una ricerca sul campo dell’Istituto Demoskopika, ci aiutano a capire quanto costa, e quale spreco rappresenta per l’intero Paese, la parte marcia della sanità pubblica. Infatti, basta andare a leggere l’indice di soddisfazione (con base di valutazione 100) dei residenti nelle varie regioni, per capire al volo un’ingiustizia che purtroppo sta aumentando e non certo diminuendo: in media, al Nord, gli ospedali funzionano; in media, al Sud, il funzionamento degli ospedali grida vendetta. Da una parte abbiamo il Piemonte, dove l’indice di soddisfazione degli utenti ha superato quello del Trentino Alto -Adige, ed è oltre il livello 85, al polo opposto continua a precipitare la Calabria, dove l’indice di soddisfazione (ma ha ancora un senso definirla tale?) non arriva a 25 punti. Da una parte tutte le regioni del Nord, piazzate ai primi posti della classifica; dall’altra, tutte le regioni del Sud, e il Lazio, che invece formano il gruppo delle regioni dalle quali è meglio fuggire.

Domanda, per i lettori e per il ministro Beatrice Lorenzin che non perde un’occasione per fare del facile e demagogico trionfalismo sul servizio sanitario italiano: ma quanto potrà andare avanti un Paese così spaccato in termini di qualità dell’assistenza sanitaria? Quale futuro ha l’Italia dove se vivi a Milano non hai problemi ad entrare in un ospedale ed hai una ragionevole certezza di essere ben curato, ma se hai la sventura di risiedere a Crotone, sei semplicmente fregato e devi solo farti il segno della croce o rinunciare alle cure?

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DISSERVIZI SISTEMA SANITARIO NAZIONALE –

La ricerca di Demoskopika ci dice anche un’altra cosa inquietante: gli sprechi, nel sistema sanitario italiano, non diminuscono, ma al contrario aumentano e cresce quella che viene definita “l’area dell’inefficienza”. Spendiamo troppi soldi per i manager sanitari, che talvolta sono i primi responsabili del disastro; abbiamo ancora tanti ospedali troppo piccoli e non sicuri, che stanno in piedi solo per dare posti e incarichi; c’è troppa corruzione nelle forniture e negli appalti. E intanto ogni italiano, in media, spende 1.829 euro, quasi 2mila euro, l’anno, per pagare il conto della Grande Fuga dagli ospedali, specie quelli del Mezzogiorno.

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