Il paradosso del kiwi, siamo i primi produttori al mondo. Ma mangiamo quelli stranieri

PRODUZIONE KIWI IN ITALIA Potremmo definirlo il paradosso del kiwi. Siamo i secondi produttori al mondo di questo frutto, dopo la Cina dove è nato, ma sulle nostra tavole arrivano in gran prevalenza i frutti dei nostri concorrenti. Cile, Nuova Zelanda, Grecia, Francia, Turchia e Iran. Con il risultato finale che più della metà dei […]

KIWI IMPORTATI

PRODUZIONE KIWI IN ITALIA

Potremmo definirlo il paradosso del kiwi. Siamo i secondi produttori al mondo di questo frutto, dopo la Cina dove è nato, ma sulle nostra tavole arrivano in gran prevalenza i frutti dei nostri concorrenti. Cile, Nuova Zelanda, Grecia, Francia, Turchia e Iran. Con il risultato finale che più della metà dei kiwi che serviamo sulle nostre tavole, anche per fare dolci, sono importati. Uno spreco assurdo, e piuttosto ricorrente per alcuni prodotti del migliore made in Italy, come per esempio nel caso di arance e limoni.

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KIWI ITALIANI

Tra l’altro con il danno per il sistema Italia, il consumatore, acquistando prodotti stranieri, subisce anche la doppia beffa. Considerando i grandi costi di trasporto, il kiwi importato arriva sulla nostra tavola a circa 4- 4,5 euro al chilo: di fatto il doppio del kiwi made in Italy. Mentre la qualità del kiwi importato, spesso ammaccato e mezzo marcito, è decisamente inferiore rispetto al prodotto made in Italy. Una bella differenza, considerando le tante proprietà del kiwi: un’ottima fonte di fibre naturali, un nemico numero uno della stitichezza.

La domanda che merita una risposta è questa: Perché non riusciamo a difendere i kiwi italiani e alla fine premiamo i nostri concorrenti? E le risposte sono più di una. C’è una responsabilità di grandi player del mercato: acquistando molti prodotti dall’estero, schiacciano i prezzi della frutta italiana. E poi la comprano per due spiccioli. Anche i produttori hanno le loro responsabilità. Non riescono a fare gioco di squadra e spesso sono tagliati fuori dai grandi volumi del mercato, anche per le carenze delle reti di distribuzione.

KIWI IMPORTATI

Infine, ci siamo noi consumatori. Non ci vuole molto, e adesso abbiamo anche il vantaggio dell’obbligo della provenienza. Quando entriamo in un supermercato, quando andiamo dal fruttivendolo a fare la spesa, di fronte al kiwi facciamo una verifica. Se è italiano, lo compriamo. Se si tratta invece di un prodotto di importazione lo lasciamo esattamente dove si trova. E cambiamo fornitore.

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