Transizione, il cambiamento dal sistema oggi in piedi verso un nuovo modello, riconoscendo che quello attuale non va proprio come dovrebbe. L’agricoltura, ad esempio, è un settore che ha la necessità di rimettere al centro il tema della sua sostenibilità ambientale. Per questo, nel 2013, è nata l’associazione Fermes d’Avenir, “fattorie del futuro”, che lavora per la ricerca e lo sviluppo di nuovi modelli agricoli, sperimentando pratiche agri-ecologiche adattabili a ciascun contesto.
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FERMES D’AVENIR
Convinzione di Fermes d’Avenir è che l’agricoltura del futuro, con impatti positivi, è possibile. L’agroecologia, infatti, è scientificamente più efficiente e meno dannosa della cosiddetta agricoltura convenzionale, ponendo al centro dei processi la cura dell’ambiente e delle persone del comparto.Prendersi cura delle persone e della natura non è un’opzione, ma un requisito indispensabile per un’agricoltura sostenibile che fornisca cibo sano a quante più persone possibile, senza lasciare indietro nessuno. L’obiettivo è quello di “coltivare” aziende agri-ecologiche in tutta la Francia, supportando le persone, le comunità e le aziende dando loro know-how e competenze ecologiche per rendere sostenibili, efficienti e funzionali il maggior numero possibile di fattorie.Per questo, l’associazione si rivolge ai diversi attori coinvolti: agricoltori e futuri agricoltori, imprese, territori, proprietari terrieri, cittadini e consumatori. Organizzata attorno a una rete di diverse centinaia di aziende agricole agro ecologiche in tutta la Francia, il progetto ruota attorno a 4 missioni: produzione, formazione, sensibilizzazione e auto-finanziamento. Il team degli agricoltori del futuro, capitanato da una squadra di giovani donne caparbie, determinate e competenti, è una famiglia di una quindicina di persone tra Tours, Bordeaux e Parigi.
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PROGETTO AGROECOLOGIA FERMES D’AVENIR
Fondatore del progetto,un giovanissimo ingegnere ambientale classe 1981, Maxime de Rostolan, imprenditore ecologista, saggista e prima ancora, militante. Una vita spesa per la promozione della permacultura e dell’agri-ecologia, all’attivo un viaggio per il mondo per studiare, per due anni, le problematiche idriche dei territori con minore approvvigionamento di acqua. Nel 2013, dopo un brevetto professionale in orticoltura biologica, con Louis Albert de Broglie ha dato vita alla micro-fattoria Bourdaisière, in cui studia e sperimenta tecniche di permacultura all’avanguardia. Nello stesso periodo ha fondato Fermes d’Avenir, che ha lasciato nel 2019 per dedicarsi ad altre avventure e attività, sempre dalla stessa parte. L’intuizione alla base della nascita delle fattorie del futuro è che abbiamo solo 20 anni per cambiare il mondo, altrimenti ci ritroveremo sconfitti e senza più la capacità di invertire la rotta. Tesi contenuta nell’omonimo libro di Maxime, edito nel 2018 per Larousse e reso documentario nello stesso anno, che contiene il manifesto politico dietro al lavoro di Fermes d’Avenir: la creazione di una fattoria sperimentale di permacultura a Montlouis-sur-Loire, per dimostrare con l’esperienza che è redditizio produrre in modo sano, su piccoli appezzamenti con poca meccanizzazione, formazione breve e sul lungo periodo,autofinanziamento grazie alla piattaforma di crowdfunding Blue Bees dedicata all’agricoltura e all’alimentazione sostenibile, un serrato lavoro con la stampa e i media per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi, e, soprattutto il Companion Program, un vero e proprio “Tour de France” di agroecologia di 8 mesi, che consente di girare nelle aziende della nostra rete per insegnare il know-how nell’orticoltura biologica. Il programma accoglie i rifugiati da 2 anni, aggiungendo una dimensione sociale al progetto.
(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratta dalla pagina Facebook di Fermes d’Avenir // Photocredits: Fermes d’Avenir)
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