Progetto Quid: donne fragili che riciclano tessuti e creano collezioni

Tutto nasce dal recupero di eccedenze di tessuti messi a disposizione da importanti aziende della moda e del tessile. E lavorate da donne speciali

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Tutto inizia con i classici cinque amici, compagni di scuola, al bar. Volevano fare qualcosa di utile per la loro comunità partendo dalla lotta agli sprechi e dall’aiuto alle persone più fragili, e si sono ritrovati a costruire un modello di impresa sociale, il suo nome è Quid, con prospettive molto interessanti. Siamo nel 2012, nel quartiere Avesa di Verona, e i  cinque ragazzi, senza un euro in tasca, riescono a ottenere un finanziamento di 15mila euro dalla Fondazione San Zeno. A guidare il gruppo c’è una ragazza bocconiana, Anna Fiscale, che oggi ha 36anni  e ha deciso di dedicare tutti i suoi sforzi al progetto Quid.

Cos’è il progetto Quid

All’inizio l’attività di Quid è più commerciale che produttiva. Il classico recupero di abiti, anche di marchio famosi, che poi vengono venduti per sostenere famiglie bisognose. Ma in pochi anni il progetto prende quota e si trasforma in modo radicale, con la lotta a un doppio spreco. Di persone e di cose. Le persone, ovvero i dipendenti della cooperativa sociale, sono oggi un centinaio di donne che hanno in comune un passato doloroso, problematico, se non tragico. C’è chi ha lottato per uscire dalla droga e dall’alcol. Chi è fuggita dalla guerra esplosa nel suo paese di origine. Chi è stata in carcere. E chi soffre di un handicap fisico o mentale. Una fragiità che non rappresenta affatto un limite, bensì un punto di partenza per ridisegnare un mondo più inclusivo, puntando su un’eccellenza italiana, la moda. Obiettivo di Quid, infatti, è offrire un prodotto di design, sostenibile e accessibile, anche e soprattutto anche grazie ai bassi costi delle materie prime, ossia eccedenze di produzione, o tessuti dismessi dalla haute couture, recuperate a livello nazionale. La produzione di accessori e abiti a partire dalle eccedenze è diventato il core-business di Quid, che ha portato la sua moda etica anche nelle collaborazioni con altre aziende italiane come il gruppo Calzedonia, per il quale ha curato una linea “etica” nell’ambito del Progetto Quid For, cioè la progettazione di moda sostenibile per altre realtà del tessile italiano.

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Le scelte etiche e sostenibili

Il Progetto Quid realizza le proprie creazioni partendo da eccedenze di produzione, con metrature troppo ridotte per la grande produzione o dismesse per questioni legate a trend o caratteristiche del tessuto. La rete di fornitori di Quid, per realizzare le sue collezioni, comprende circa cinquanta aziende della moda, del lusso e del tessile. E finora il progetto ha consentito di recuperare oltre 1.500 chilometri di tessuto. Dallo scantinato di una scuola, Quid si è trasferita in due capannoni dove arrivano e vengono lavorati i resti di abiti, tessuti, arredi: sono gli avanzi o le rimanenze della produzione di oltre trenta tra i più famosi marchi del made in Italy. Una volta arrivati nei capannoni, i tessuti rimasti in magazzino e destinati ad andare sprecati, vengono riutilizzati dalle operaie di Quid e completamente trasformati. Dalla fodera di un divano viene ricavata una collezione di borse. Dalla plastica, buste per la spesa. Dalle spezzature di un taglio di stoffa, un vestito da sera. E dall’inizio della pandemia, Quid ha iniziato a produrre, a ritmi vertiginosi, mascherine di ottima qualità a buon prezzo. Insomma: i cinque ragazzi veronesi sono riusciti a creare un perfetto modello da economia circolare. Questo approccio innovativo è valso a Quid il primo premio all’European Social Innovation Competition 2014 e, nel 2017, i premi Momentum For Change delle Nazioni Unite e il Civil Society Prize della Commissione Europea Impiego e Affari Sociali. I capi delle collezioni Quid sono venduti in due negozi fisici (a Vallese, in provincia di Verona, ed a Cadriano dell’Emilia, in provincia di Bologna), sul sito e in un centinaio di punti vendita con il suo marchio e in un centinaio di punti vendita multibrand, in tutta Italia, che propongono gli articolo dell’impresa sociale veronese. Il fatturato supera i 3,5 milioni di euro. E dire che tutto è iniziato con 5 amici al bar, senza un euro in tasca.

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Fonte foto: Progetto Quid

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