Protesi al ginocchio: quando fare l’intervento

Non bisogna rimandare sempre a quando si è molto anziani. Ormai durano non meno di vent'anni

protesi al ginocchio

Le protesi al ginocchio e all’anca a volte diventano indispensabili, e non vanno rinviate sine die a quando si diventa molto anziani. Anche perché, grazie ai miglioramenti della tecnologia, la loro aspettativa di vita è molto aumentata e anche la loro funzionalità.

Come funzionano le protesi al ginocchio e all’anca

Le protesi al ginocchio e all’anca sono dispositivi medici progettati per ripristinare la funzionalità delle articolazioni e ridurre il dolore in seguito a danni causati da artrite o lesioni. Queste protesi imitano la forma e, ancor più, le funzionalità delle articolazioni naturali. Ma vediamole nel dettaglio.

Caratteristiche della protesi al ginocchio

La protesi di ginocchio è composta da tre componenti principali: la componente femorale, che si adatta alla parte inferiore del femore; la componente tibiale, che si adatta alla parte superiore della tibia; e una componente patellare, che sostituisce la superficie del ginocchio della rotula.

Questi componenti sono tipicamente realizzati in metallo e polietilene, un tipo di plastica resistente. Durante l’intervento chirurgico, il chirurgo rimuove la cartilagine e una piccola parte dell’osso danneggiati, posizionando poi le componenti artificiali che consentono al ginocchio di muoversi in modo fluido.

Struttura della protesi all’anca

La protesi d’anca, d’altra parte, consiste principalmente di due parti: la coppa acetabolare, che sostituisce la cavità dell’anca, e il componente femorale, che sostituisce la parte superiore del femore e si conclude con una testa sferica che si adatta nella coppa acetabolare.

Questi componenti sono spesso realizzati in una combinazione di ceramica, metallo e plastica per ottimizzare la durata e la funzionalità. L’obiettivo è quello di ricreare la naturale azione di scorrimento e rotazione dell’articolazione dell’anca, minimizzando l’attrito e il degrado del materiale artificiale.

Quando farle

Non esiste un’età standard per la protesi al ginocchio. Dipende dalle valutazioni del medico curante e dalla diagnosi. Facciamo un esempio pratico e concreto: la protesi al femore. Oggi si inserisce in un’ora, con un intervento mininvasivo: se serve, perché aspettare gli 80 anni quando l’osso è meno elastico e ricettivo e già da tempo si soffre per questo handicap, non riuscendo a fare alcuna attività fisica? La verità è che il ” quando fare la protesi” dipende dal livello del consumo della cartilagine articolare (che comporta dolore e fastidio) e dalle limitazioni funzionali nel paziente che subisce danni alla sua qualità della vita

Diagnosi

La decisione di procedere con l’impianto di una protesi al ginocchio o all’anca viene di solito presa dopo un accurato processo diagnostico. Questo processo inizia con un’esame fisico approfondito, durante il quale il medico valuta il range di movimento, la stabilità e la presenza di dolore nell’articolazione. La storia dei pazienti riguardo al dolore, alla limitazione nelle attività quotidiane e alla qualità della vita sono fondamentali per guidare ulteriori indagini.

Tecniche di imaging

Le tecniche di imaging servono a visualizzare l’estensione del danno articolare. La radiografia è il metodo più comune, utilizzato per identificare la riduzione dello spazio articolare, le deformità ossee e l’eventuale presenza di osteofiti. Talvolta, si ricorre a tecniche più dettagliate come la risonanza magnetica (MRI) o la tomografia computerizzata (CT) per ottenere immagini più precise delle condizioni dei tessuti molli e dell’osso.

Test funzionali

I test funzionali possono includere l’uso di scale di valutazione del dolore e della funzione articolare, come il punteggio KOOS (Knee injury and Osteoarthritis Outcome Score) per il ginocchio o l’HOOS (Hip disability and Osteoarthritis Outcome Score) per l’anca. Questi strumenti aiutano a quantificare l’impatto della condizione sulle attività di vita quotidiana e a monitorare i progressi nel tempo.

In alcuni casi, può essere necessaria una consultazione con specialisti in reumatologia o ortopedia per valutare la presenza di condizioni sottostanti come l’artrite reumatoide o altre forme di artrite infiammatoria, che possono influenzare il tipo di trattamento o il tipo di protesi da utilizzare.

La diagnosi accurata è cruciale non solo per decidere l’intervento, ma anche per pianificare la tipologia di protesi più adatta e le strategie di riabilitazione post-operatoria che saranno necessarie per ottimizzare i risultati e migliorare la qualità di vita del paziente.

Cosa fare prima dell’intervento

Prima di procedere con l’intervento, i pazienti devono prepararsi adeguatamente affinché l’operazione vada bene e anche la velocità di recupero sia buona. La preparazione include una valutazione medica completa per escludere eventuali condizioni di salute che potrebbero complicare la chirurgia o l’anestesia.

I pazienti dovrebbero informare il chirurgo e l’anestesista di tutti i farmaci che stanno assumendo, poiché alcuni potrebbero dover essere sospesi prima dell’intervento. È anche importante che i pazienti partecipino a sedute di fisioterapia pre-operatoria per rafforzare i muscoli intorno all’articolazione e imparare gli esercizi che dovranno eseguire nel post-operatorio.

Può rivelarsi utile organizzare il proprio domicilio, rimuovendo eventuali ostacoli e assicurandosi che ci siano sufficienti supporti, come sedie con braccioli e dispositivi di assistenza alla deambulazione, per quando si ritorna a casa dopo l’operazione chirurgica.

Tempi di recupero

I tempi di recupero dipendono da diversi fattori, a partire dalle condizioni generali del paziente. La differenza fondamentale però è nella tipologia dell’intervento. Se la protesi è parziale, in due settimane si tolgono le stampelle, e in un mese si torna all’attività normale. Se la protesi è totale, i tempi raddoppiano: un paio di settimane per iniziare a camminare con le stampelle, un mese per togliere le stampelle, un altro mese per tornare alla normalità.

Quanto durano

In condizioni normali, una protesi al ginocchio o all’anca dura, mediamente, non meno di vent’anni. Ma la tecnologia, sia per quanto riguarda i materiali sia per il tipo di intervento (per il quale avanza la robotica chirurgica) è in tale evoluzione che la vita delle protesi è destinata solo ad allungarsi, e non di poco.

Possibili alternative

Esistono anche alcune alternative alla protesi al ginocchio. Per esempio:

  • Attività fisica e stile di vita: bisogna capire se con un’attività fisica regolare e una buona alimentazione, il ginocchio possa riprendere la sua corretta funzionalità
  • Iniezioni di acido ialuronico: possono ridurre il dolore e migliorare l’articolazione
  • Trapianto di cellule mesenchimali
  • Osteotomia
  • Mosaicoplastica
  • Lavaggio articolare del ginocchio
  • Trapianto di condrociti autologhi

Prevenzione

Per preservare la protesi, e farla durare a lungo, servono alcuni rimedi in termini di prevenzione:

  • Mantenere il peso regolare, ed evitare sovrappeso o, peggio, obesità
  • Conservare un buon tono muscolare dell’arto inferiore
  • Fare sport come il nuoto e la bicicletta
  • Eliminare possibili fonti di infezione

Leggi anche:

Torna in alto