La pubalgia è considerata una delle malattie più frequenti tra gli sportivi, ma in realtà, considerando che sono state individuate 70 cause che la determinano, è diffusa anche tra persone che non svolgono un’attività fisica frequente, intensa e duratura.
Indice degli argomenti
Cos’è
La pubalgia si può definire, in modo semplice e chiaro, come un dolore nelle zone circostanti la pelvi.
Cause
Tra le 70 cause ormai individuate e classificate della pubalgia, le più importanti sono:
- Predisposizione
- Sport o altra attività ad alta intensità fisica
- Errato o mancato riscaldamento
- Mancata guarigione da una precedente pubalgia
- Trauma
- Stress nella zona colpita dalla pubalgia
- Calcoli renali
- Artrosi e sciatica
Sintomi
Nelle forme lievi, si può avvertire un fastidio, più o meno forte, al risveglio o all’inizio dell’attività fisica. Nelle forme invece più significative, i sintomi della pubalgia, sono:
- Un dolore persistente e continuo nella zona interessata, che tende ad aggravarsi specie durante i movimenti che coinvolgono i muscoli della coscia
- Difficoltà a trovare una posizione nella quale non si abbiano fastidi
- Rigidezza fisica
- Difficoltà a salire e scendere dall’automobile
- Problemi per alzarsi dal letto
Forme di pubalgia
Da un punto di vista semantico, la pubalgia, che deriva dall’unione delle parole pube e algia, significa un dolore al pube. Ma in realtà il dolore non riguarda quasi mai solo l’osso pubico e si irradia anche nella parte interna della coscia, ai genitali e alla parte superiore dell’addome. Sulla base della localizzazione del dolore, le forme di pubalgia più diffuse sono tre:
- La prima riguarda la parete addominale
- La seconda si traduce in un’alterazione dell’osso del pube, e più precisamente in un’artropatia pubica
- La terza si riferisce ai muscoli e ai tendini adduttori e
Diagnosi
La diagnosi della pubalgia si finalizza attraverso due fasi. La prima è la visita da parte dello specialista, la seconda riguarda invece gli accertamenti diagnostici, e in particolare:
- Radiografia del bacino sia statica che dinamica
- Flamingo views (proiezioni flamingo): la radiografia del bacino viene anche eseguita con il paziente poggiato su un solo piede
- Risonanza magnetica, per lo studio e la valutazione dell’osso pubico
- Ecografia dinamica (in piedi) della parete addominale
Rimedi
Il primo rimedio naturale per la pubalgia è il riposo assoluto, con la sospensione di qualsiasi attività fisica e sportiva. Un altro rimedio naturale è dormire in posizione prona con l’anca flessa e ruotata esternamente sul lato interessato. E anche mettere un cuscino tra le ginocchia e stringerlo per dieci secondi, ripetendo l’esercizio, con una breve intervallo, per dieci volte. Tra le creme naturali che possono funzionare, anche per attenuare il dolore, si cono: l’arnica, l’artiglio del diavolo e la curcuma.
Cure e trattamenti
In alcuni casi, e soltanto sulla base della diagnosi e delle successive indicazione terapeutiche da parte del medico, la pubalgia va curata con antinfiammatori, crioterapia e infiltrazioni di cortisone. Alla componente della cura farmacologica vanno aggiunte la fisioterapia e la ginnastica specifica per questo tipo di patologia.
Differenze con l’ernia
La pubalgia è un’infiammazione dei muscoli un’infiammazione dei muscoli che si inseriscono sulla sinfisi pubica, tra cui i muscoli adduttori della coscia e il retto addominale; l’ernia inguinale, invece, è la fuoriuscita o sporgenza di visceri dalla normale sede verso l’area pelvica, attraversando una porta erniaria della parete addominale. La cosa che le due patologie hanno in comune è che entrambe possono essere scatenate dall’eccessivo sforzo fisico.
Prevenzione
Nella prevenzione contano alcuni fattori: non esagerare con gli sforzi fisici, specie se non si svolge un’attività sportiva in chiave professionale; avere una postura corretta; conservare i muscoli in buon allenamento; mantenere il peso sotto controllo; fare sempre un adeguato riscaldamento prima di un’attività fisica e sportiva; avere un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di antiossidanti e omega 3.
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