Pubblica amministrazione, addio al fax: una svolta che permette di risparmiare grazie al decreto del Fare

Secondo i calcoli della spending review la digitalizzazione dei documenti nella pubblica amministrazione vale un risparmio per le casse dello Stato di circa sei miliardi di euro.

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Addio fax. Un semplice emendamento nel decreto del Fare del governo segna una svolta epocale nella pubblica amministrazione italiana: il fax scompare e le comunicazioni tra gli uffici devono avvenire soltanto per via telematica, attraverso l’email. Finisce così tra i reperti del modernariato uno degli strumenti più utilizzati per trasmettere documenti, un simbolo della tecnologia che evolve con una progressione impressionante.

IL FAX, LA STORIA. Pensate: il primo telefax (poi diventato semplicemente fax) fu brevettato alla fine dell’Ottocento dall’inventore scozzese Alexander Bain, ma la sua diffusione a livello globale, e quindi anche in Italia, si è compiuta soltanto negli anni Ottanta del Novecento. In poco più di vent’anni dalla sua introduzione, invece, il fax, che a sua volta aveva sostituito il telex, è stato eliminato dalle infinite applicazioni di Internet, a partire proprio dalle email. Nessuno di noi scrive più cartoline e lettere, e da tempo i fax sono scomparsi negli uffici privati dove l’intera filiera della comunicazione, esterna ed interna, passa sempre più spesso attraverso la rete della posta elettronica.

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LA SVOLTA PER CONTENERE GLI SPRECHI. E adesso il cambiamento, questa è la vera svolta, è scolpito per legge nella pubblica amministrazione, dove la digitalizzazione degli atti è un miraggio che si insegue da almeno otto anni, con una pioggia di norme e di decreti. Qui non conta tanto il brivido per l’evoluzione della tecnologia, quanto la concreta possibilità di risparmiare e di ridurre gli sprechi.

Nella pubblica amministrazione italiana si consumano ancora 11 milioni di tonnellate di carte l’anno, e molte sono inutili, e rappresentano soltanto l’ultima onda del culto nazionale per le scartoffie. Gli italiani, nei loro uffici, ogni giorno fanno fuori 32 fogli di carta, il doppio della media dei paesi del Nord Europa, e secondo i calcoli della spending review la digitalizzazione dei documenti nella pubblica amministrazione vale un risparmio per le casse dello Stato di circa sei miliardi di euro. Soldi preziosi in questo momento, meno di quello che servirebbe per eliminare l’Imu.

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MENO FOGLI PIU’ ARIA PURA. C’è poi un effetto indotto che non bisogna sottovalutare in questo cambiamento di stili di vita e di vecchie abitudini. Il consumo e lo spreco della carta, infatti, incidono sull’inquinamento e sulla distruzione delle risorse naturali: più della meta degli alberi abbattuti nel mondo sono destinati proprio alla produzione di carta. Meno fogli, dunque, significano più verde e più aria pura. E pazienza se, senza il fax che ha tanto accompagnato la nostra comunicazione, ci sentiamo tutti più vecchi.

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