L’auto elettrica non solo non e’ piu’ un sogno. Ma ha spinto l’intero sistema italiano fatto di aziende private di tutte le dimensioni e di ogni settore, ministeri e istituti di ricerca a mettersi assieme per costruire una sorta di grande alleanza per arrivare a costituire piattaforme tecnologiche e candidare di fatto l’Italia a patria del futuro sulla mobilita’ sostenibile ed elettrica.
Non sara’ una strada in discesa, ne’ facile. Anzi, in molti Paesi come la Francia, in citta’ come Londra la sfida e’ stata raccolta da tempo. E c’e’ chi come il sindaco della city, Boris Johnson, gia’ ha dichiarato di voler fare della sua metropoli la capitale elettrica d’Europa, proprio iniziando dal favorire il massiccio uso di mezzi elettrici per gli spostamenti.
Quello che pero’ accadra’ domani al ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca sara’ una di quelle iniziative che concretamente potrebbero ridare slancio alla nostra competitivita’ piu’ di mille convegni e studi. Si presenteranno oltre 60 aziende. I nomi vanno dalla Fiat alla Ferrari, passando per la Piaggio ma anche per la Dupont, Electrolux, Eni, Enel, fino a Dallara e BTicino, Barilla, Geox, Pininfarina. A loro si assoceranno quasi 20 tra istituti di ricerca, universita’ e ministeri. Ci saranno il Politecnico di Torino e Milano, l’Enea e i ministeri dell’Istruzione con quello dello Sviluppo Economico. Lo scopo sara’ firmare una piattaforma di ricerca per la mobilita’ elettrica e si continuera’ settimana prossima per avviare un’intesa sull’innovazione di prodotto.
Sara’ un modo concreto per tentare di mettere assieme in un super distretto virtuale quel patrimonio spesso disperso di ingegneri, creativi, abilita’ manifatturiera e progettuale, per presentarsi all’Europa come un sistema all’altezza del Paese. Per avere una voce sola e piu’ forte, intercettando cosi’ finanziamenti e competenze. Non a caso a esserne motore sono stati i privati, le aziende che hanno bisogno di orizzonti lunghi.
lecito dubitare che si arrivi davvero a far respirare un progetto di questa natura che impegna imprese concorrenti tra loro, che coinvolge ampi settori pubblici; e tutto cio’ in un Paese che negli ultimi anni e’ stato visto come tra i piu’ litigiosi, impegnato spesso in lunghe discussioni senza sbocco. Ma e’ di questo che il Paese ha bisogno.
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