Uno dei farmaci i più antichi del mondo e anche uno dei più usati. Per tante funzioni. Eppure l’aspirina, che viene presa abitualmente da cinque milioni di italiani, non va utilizzata sempre. Ma quando è preferibile non prendere l’aspirina? Ci sono particolari controindicazioni per un medicinale così popolare? E quali sono i rischi per chi assume l’aspirina anche in condizioni sfavorevoli?
Il beneficio e l’azione analgesica delle foglie di cortecce di salice (acido acetilsalicitico) risale al grande medico Ippocrate, quattrocento anni prima della nascita di Cristo. Da allora l’aspirina, il farmaco brevettato dalla Bayer alla fine dell’Ottocento, è utilizzato in tutto il mondo e in vari dosaggi. Da quella quasi omeopatica di 30 milligrammi fino ai 100 milligrammi, un dosaggio molto usato dagli americani. Sappiamo, da una serie di studi scientifici ormai classificati come inoppugnabili, che l’aspirina aiuta nel caso di cefalee, emicranie e febbre. Come anche quando abbiamo un mal d’orecchio o un mal di denti. Nel lungo termine, e se presa, anche a basso dosaggio, con continuità, l’aspirina ha un positivo effetto antiaggregante, con una maggiore protezione dai rischi di infarti e ictus. Ma ci sono, allo stesso tempo, una serie di casi nei quali l’aspirina non va presa, a partire dai rischi che possono arrivare, per specifici soggetti, dall’utilizzo dell’acido acetisalicilico.
L’aspirina è assolutamente sconsigliata per questo tipo di soggetti:
- Persone che hanno denti instabili, gengive sanguinanti o hanno avuto di recente un’estrazione dentaria
- Soggetti ipertesi, più esposti alle probabilità di ictus ed emorragie
- Chi soffre di bruciore di stomaco, gastrite, ulcere emorragiche
- Persone che hanno il morbo di Crohn, emorroidi sanguinanti o rettocolite ulcerosa
- Chi ha ulcere varicose alle gambe, oppure lividi ed ematomi da traumi
- Donne in gravidanza o durante l’allattamento al seno
- Bambini di età inferiore ai 12 anni
Un altro gruppo di casi nei quali non prendere l’aspirina riguarda le associazioni pericolose con altre terapie. In particolare:
- L’aspirina non va presa nel caso di terapie in corso per asma, insufficienza renale o epatica
- L’aspirina è incompatibile con l’eparina e con gli anticoagulanti
- Stesso discorso per altri antiaggreganti, come per esempio il Clopidogrel e la ticlopidina
- L’aspirina non può essere usata con altre molecole come la ciclosporina e i farmaci immunosoppressori
Anche l’aspirina, come qualsiasi farmaco, può essere preso da un soggetto allergico, inconsapevole di questa situazione. Anzi, secondo gli esperti l’intolleranza all’acido acetisalicilico è molto frequente. I sintomi sono evidenti: prurito, rinite, orticaria, fino a complicanze respiratorie e allo shock anafilattico. Che fare? Basta un antistaminico, e se la situazione non migliora è bene andare immediatamente in un Pronto soccorso.
Per quanto sia un farmaco molto “leggero”, anche l’aspirina può avere i suoi effetti collaterali. A partire dai più frequenti:
- Bruciore di stomaco, nausea e vomito
- Insonnia, sonnolenza, cefalea
- Tremori e confusione
- Deterioramento della funzionalità dei reni.
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