Quante ore al giorno bisogna dormire?

Normalmente bastano 7-8 ore. I bambini devono arrivare anche a 9-12 ore, gli adolescenti a 8-10 ore.

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Le ore di sonno delle quali abbiamo bisogno variano sulla base dell’età, ma anche di alcune specifiche condizioni particolari. Ci sono persone che hanno minore necessità di dormire per recuperare rispetto ad altre: a letto non siamo tutti uguali. In generale, gli esperti distinguono il popolo dei dormitori in tre gruppi. I normali, che sono nella media, hanno bisogno di dormire tra le 7 e le 8 ore a notte. i dormitori “lunghi”, per i quali possono essere necessarie anche dieci ore di sonno (in questa categoria rientrano in particolare le persone anziane e i bambini), i dormitori” corti” ai quali bastano 5-6 ore a notte per sentirsi riposati e avere recuperato le energie dopo il sonno. Per quanto riguarda le fasce di età più giovani, quelle nelle quali il sonno “lungo” è più necessario, possiamo fare una distinzione per gruppi. I bambini fino a 2 anni dovrebbero dormire dalle 12 fino a 15 ore al giorno.  I bambini da 3 a 5 anni possono scendere tra le 10 e le 13 ore di sonno al giorno. Dai 6 ai 12 anni si passa a un intervallo di ore necessario di sonno compreso tra le 9 e le 12 ore. Infine, con l’arrivo dell’adolescenza, intorno ai 13 anni e fino ai 18 anni, i ragazzi dovrebbero dormire tra le 8 e le 10 ore al giorno.

Sonno raccomandato in base alla fascia di età

Qui trovate le ore di sonno raccomandate sulla base delle diverse fasce di età:

  • Neonati (4-11 mesi): la durata raccomandata è di 12-15 ore;
  • Bambini (1-2 anni): la durata raccomandata è diminuita di un’ora, a 11-14 ore;
  • Bambini della scuola materna (3-5 anni): 10-13 ore;
  • Bambini di età scolastica (6-13 anni): 9-11 ore;
  • Adolescenti (14-17 anni): 8-10 ore;
  • Giovani adulti (18-25 anni): 7-9 ore;
  • Adulti (26-64): la durata raccomandata non cambia e rimane di 7-9 ore;
  • Over 65+: la durata raccomandata è di 7-8 ore;

Perché il neonato ha bisogno di più ore di sonno

Il neonato ha bisogno di dormire molto in quanto in questa fase della vita l’organismo secerne una buona parte della somatotropina (GH), l’ ormone anabolico necessario alla crescita del piccolo. Inoltre, con delle buone dormite il cervello dei neonati, continuamente impegnato nello sviluppo mentale e nell’apprendimento, trova il tempo di una sufficiente e indispensabile ricarica. Dopo i 9 mesi di età i neonati possono avere disturbi del sonno dovuti a diversi fattori: ansia da separazione, sonnellini pomeridiani troppo lunghi, eccessivi stimoli con il gioco prima di addormentarsi, incubi notturni.

La terapia del co-sleeping

Il co-sleeping è la condivisione tra genitore e bambino della stessa stanza e persino dello stesso letto: può essere utile quando il piccolo è molto inquieto, e aiuta sicuramente durante la fase dell’allattamento. Ma deve avere una scadenza, neanche troppo lontana nel tempo, per evitarer che il sonno del bambino dipenda dalla vicinanza con i genitori.

Perché gli anziani dormono di più

Il motivo fondamentale per il quale le ore di sonno degli anziani, quando arriva la vecchiaia, aumentano, è legato al deterioramento e alla perdita della massa muscolare. Il fenomeno, noto in Medicina con la definizione di sarcopenia, influisce sui cicli sonno-veglia degli anziani e li porta ad avere una maggiore sonnolenza durante il giorno e ad aumentare le ore di sonno ben al di là della notte.

Cosa succede quando si dorme poco

I maggiori rischi legati alla manca e all’insufficienza di sonno, a prescindere dalle età, sono:

  • Compromissione delle funzioni cognitive: difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e lentezza nelle decisioni.
  • Aumento dello stress e dell’ansia: si può alterare l’equilibrio ormonale, favorendo l’aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
  • Diminuzione delle difese immunitarie: la privazione del sonno, aumenta la suscettibilità a malattie.
  • Rischio di malattie cardiovascolari: diversi studi hanno dimostrato che la mancanza di sonno aumenta il rischio di ipertensione, infarto e ictus.
  • Alterazione del metabolismo e aumento del rischio di obesità: la carenza di sonno è associata a un aumento della fame e a scelte alimentari meno salutari, portando a un maggiore rischio di sovrappeso e diabete.
  • Problemi psicologici: l’insonnia può scatenare o aggravare disturbi psichiatrici come la depressione e l’ansia.

Il bisogno di sonno e le stagioni

Non esiste alcuna prova scientifica che in inverno, come sostiene una vecchia e infondata credenza, aumenti la necessità di ore di sonno. Semplicemente in alcuni periodi dell’anno, come durante l’inverno, le condizioni per dormire diventano migliori, ed è più facile aumentare il tempo delle dormite rispetto alla media annuale (secondo le statistiche si tratta di 1,9 minuti a notte durante la settimana e 6,5 minuti durante il fine settimana). Il motivo di questa differenza è semplice, in quanto il ritmo circadiano dell’organismo si fonda sull’esposizione giornaliera alla luce. E in inverno, quando la luce è minore, il corpo riesce a produrre più melatonina durante la sera, e con questo migliorano le condizioni per addormentarsi e per dormire.

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