In Italia si fa un acquisto online ogni 30 secondi, circa. Un ritmo impressionante che mette in moto una catena di fattori inquinanti che vanno dagli imballaggi alla logistica, dai voli degli aerei cargo alle emissioni collegate all’uso delle tecnologie.
- Imballaggi: gli acquisti online spesso arrivano con materiali di imballaggio, come plastica, carta e cartone, che contribuiscono a oltre il 50 per cento della produzione globale di rifiuti. Molti dei quali non sono riciclabili e non sono smaltiti bene.
- Trasporti: la logistica delle spedizioni è uno dei principali fattori di inquinamento. I pacchi devono essere trasportati su lunga distanza, spesso utilizzando camion o aerei, che emettono gas serra. Le consegne singole, piuttosto che le spedizioni collettive, possono aumentare l’inquinamento.
- Spedizioni con priorità: a volte le aziende utilizzano, e per questo si fanno pagare profumatamente, metodi di spedizione più veloci, come l’uso di aerei cargo, che hanno un impatto ambientale maggiore rispetto ai mezzi di trasporto terrestri.
- Ritorni e resi: molti acquisti online vengono restituiti, e questo processo comporta ulteriori spese di trasporto e un maggiore consumo di risorse, aumentando l’impronta di carbonio.
- Digitalizzazione: non bisogna dimenticare che anche l’uso delle tecnologie per fare acquisti online richiede energia. I server, i data center e i dispositivi utilizzati per navigare e fare acquisti consumano energia, che spesso proviene da fonti non rinnovabili.
Uno studio americano di Bloomberg New Energy Finance e McKinsey stima che entro il 2050 nelle grandi città transiteranno il 40% in più tra camion e furgoncini, con un aumento di gas serra più che preoccupante. Nella sola città di Londra, si legge nello stesso studio, furgoni e camion sono responsabili del 30% di emissioni inquinanti.
Per tacere del trasporto aereo, che nel 2050 produrrà il 22 % di CO2, come evidenzia un rapporto del Parlamento Europeo.
Per tacere del trasporto aereo, che nel 2050 produrrà il 22 % di CO2, come evidenzia un rapporto del Parlamento Europeo.
ll fenomeno dell’inquinamento da acquisti online è diventato talmente diffuso e preoccupante, che diverse università si stanno impegnando nelle ricerche per individuare i meccanismi per contenerlo. Josué Velázquez-Martínez, docente di logistica sostenibile al MIT di Boston, afferma che a peggiorare le cose ci si mettono anche la riduzione dei tempi di consegna e i tanti piccoli ordini che facciamo senza aspettare e raggruppare magari qualcuno. Quando vogliamo ricevere un prodotto in breve tempo le emissioni carboniose aumentano, mentre se siamo disposti ad aspettare una settimana salviamo ben 80 alberi a spedizione. E sette giorni in più di attesa non sono certo un dramma per il nostro acquisto con Amazon.
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